di J. du Lys
All’epoca di Cicerone, i sacerdoti, nei giorni comandati, ripetevano come filastrocche formule antiche, scritte in un linguaggio arcaico e misterioso. Le ripetevano per consuetudine, per inerzia, senza comprendere più il significato.
Di lì a poco, la Religio Romana sarebbe semplicemente crollata, sotto i colpi – dapprima – di culti orientali dilaganti fra le masse urbane e, quindi, sotto la nuova luce del Cristianesimo. L’immenso deposito di fede dell’età regia e repubblicana, semplicemente, era svanito, dimenticato e perduto per sempre, per la degradazione e l’impoverimento spirituale di coloro cui era demandato il compito di tramandarlo ed accrescerlo.