di Arai Daniele
In seguito alle tante ipotesi sull’ incombente “Terzo Segreto di Fatima”, è bene approfondire aspetti velati della visione dell’eccidio del Santo Padre col suo seguito fedele, visione più chiara già nel 1960 … il cattolico non può restare indifferente a quanto fatto vedere da Maria SS.
- Il Vescovo vestito di bianco “abbiamo avuto il presentimento che fosse il Santo Padre”. Vari altri Vescovi, Sacerdoti, religiosi e religiose salire una montagna ripida, in cima alla quale c’era una grande Croce… il Santo Padre, prima di arrivarvi, attraversò una grande città mezza in rovina e tremulo con passo vacillante, afflitto di dolore e di pena, pregava per le anime dei cadaveri che incontrava nel suo cammino; giunto alla cima del monte, prostrato in ginocchio ai piedi della grande Croce venne ucciso da un gruppo di soldati che gli spararono vari colpi e frecce, e allo stesso modo morirono gli uni dopo gli altri i Vescovi, Sacerdoti, religiosi e religiose e varie persone secolari, uomini e donne di varie classi e posizioni. Sotto i due bracci della Croce c’erano due Angeli ciascuno con un innaffiatoio di cristallo nella mano, nei quali raccoglievano il sangue dei Martiri e con esso irrigavano le anime che si avvicinavano a Dio”.
È una scena di martirio del Papa nei nostri tempi che, a differenza dei primi tempi apostolici ovvero dell’edificazione della Città cristiana, mostra la “grande città mezza rovinata” e piena di anime morte.
Nella Rivelazione appare la figura del “Pastore colpito”, l’ostacolo all’Anticristo “tolto di mezzo”. L’autore del “colpo” – permesso da Dio – è sempre lo spirito del male, nemico del Signore e degli uomini.
Prima di parlare di Fatima, però, si deve ripetere che il pensiero dell’immenso mondo religioso umano di miliardi di anime, dai popoli primitivi ai più progrediti, pende e penderà sempre da ogni segno e parola che possa provenire da Dio attraverso i Suoi messi. Ciò a causa dell’impero universale di Dio sulle coscienze degli uomini e sulle loro società; idea alla base d’ogni credo, pur agnostico o ateo, concetto che è e sarà fino alla fine del mondo vero vaglio per la salvezza. Ma per noi cattolici questo concetto è soavemente completato dalla verità per cui tutti i messi inviati da Dio lo sono attraverso la Mediazione de Maria SS.
A prova che sia un concetto universale, per ogni tempo e luogo, vale ricordare qui la storia con cui Vittorio Messori descrive l’evangelizzazione del Texas selvaggio con la visita della suora Maria de Agreda, autrice del libro prodigioso nella Spagna del XVII secolo, “La Mistica Città di Dio”; uno dei testi più straordinari e misteriosi della letteratura religiosa, perché si richiama all’influsso sulle anime esercitato dalla Mediazione universale di Maria attraverso la Sua eletta inviata nel mondo (La signora in blu che convertì i pellerossa, Corriere della Sera, 5.4.03, p.35):
- “C’è, qui, una delle vicende più incredibili e, al contempo, più storicamente attestate – dell’intera storia cristiana. Precisiamo subito che questi eventi hanno superato il più rigoroso e temibile degli esami: quello dell’Inquisizione spagnola che – con i suoi metodi collaudati, che provocavano il crollo psicologico di qualunque simulatore – giunse a interrogare la religiosa per dieci ore al giorno durante molte settimane. Alla fine, quegli implacabili inquisitori si arresero, conclusero che i fatti straordinari erano veri e che, dunque, suor Maria de Jesús non doveva essere disturbata. Del resto, sono giunti alla stessa conclusione anche gli storici americani dei nostri giorni, molti dei quali protestanti, ebrei, agnostici.” Essi rappresentando un pool di università texane hanno organizzato un grande convegno sulla venerabile suor Maria de Jesús de Agreda, e, alla fine dei lavori, verrà proposta la firma di una petizione, già più volte rinnovata, perché la francescana sia proclamata protettrice ufficiale dello Stato del Texas. Si noti, il convegno non è organizzato da istituzioni religiose, ma da laicissime facoltà universitarie.
- “Successe, dunque, che all’inizio del Seicento, i francescani decisero di avanzare a nord del Messico con le loro missioni. Raggiunsero così il territorio dell’attuale Texas, ma anche quello dell’Arizona, della California, del New Mexico. Subito, dovettero fare i conti con le bellicose tribù dai nomi leggendari: apaches, navajos, comanches. Le prime spedizioni furono massacrate. Ma la resa non è nelle tradizioni francescane: così, nel 1622, partiva un nuovo gruppo, guidato da padre Alonso de Benavides. Dopo avere impiantato una missione fortificata, i frati cominciarono a ricevere visite inaspettate. Erano i capi degli Xumanas, una delle tribù più grandi e al contempo più aggressive e irriducibili. Con sbalordimento dei religiosi, quegli indiani supplicavano che venisse inviato tra loro qualche sacerdote che amministrasse il battesimo e gli altri sacramenti. Una simile richiesta, in quei luoghi, non era mai venuta prima. A domanda, gli indigeni risposero che erano stati convinti a venire da una «Signora vestita d’azzurro» che da qualche tempo appariva tra loro e li esortava – non solo con parole nella loro lingua, ma anche con miracoli – a chiamare i missionari. Questi avevano alle pareti la stampa, colorata a mano, che rappresentava una santa clarissa: i capi degli Xumanas dissero che la Signora era vestita proprio in quel modo, ma che era molto più giovane e che il colore dell’abito era azzurro. Così era, in effetti, il saio della congregazione cui apparteneva suor Maria de Jesús (che allora aveva solo vent’anni). Se nel remoto Texas, i frati pensarono a lei, è perché l’arcivescovo di Città del Messico, reduce da una visita in Spagna, aveva parlato loro di una monachella di Castiglia che, pur non essendosi mai mossa dal suo :convento, descriveva in certe sue lettere l’America come se le fosse familiare.”
- “Sta di fatto che, convinti dalle suppliche e pur temendo un tranello, alcuni francescani si unirono agli Xumanas nel loro viaggio di ritorno. Abbiamo numerose relazioni dell’epoca che concordano sul fatto che, ai confini del territorio della tribù, i missionari furono accolti da una grande folla disposta in processione e con enormi croci adornate con i fiori della prateria. Così, dissero, aveva insegnato loro la Dama Azúl, la Signora Azzurra che tante volte era venuta a istruirli. In effetti, i sempre più sbalorditi religiosi costatarono che, tra quegli indigeni mai avvicinati da alcun europeo, la formazione dottrinale era ormai completata: ciò che volevano erano solo i sacramenti. Ma questa non fu che la prima delle sorprese. In molti altri posti, anche in Arizona e in California, i missionari ebbero la stessa esperienza: contati, cioè, con tribù non raggiunte sino ad allora e già catechizzate da quella che gli storici americani chiameranno The Lady in blue. “Nel 1631, padre Alonso de Benavides, che abbiamo visto a capo della prima missione texana, rientrò in Spagna e raggiunse Agreda, sui monti della Castiglia, incontrando nel parlatorio suor Maria de Jesús. Con molta semplicità, la monaca gli disse che, sì, Dio aveva realizzato il suo desiderio di essere missionaria, concedendole di raggiungere l’America centinaia di volte. Più tardi, sotto il torchio implacabile dell’Inquisizione (nemica, più che delle eresie, di superstizioni e falsi miracoli) confermerà questi misteriosi viaggi, precisando solo di non essere in grado di precisare «se fossero senza o con il corpo». Comunque, al sempre più sbalordito padre Alonso (abbiamo l’originale della relazione), descrisse con precisione tutti i suoi confratelli, ricordò episodi missionari che egli stesso aveva dimenticato, confermò di avere catechizzato non solo gli Xumanas ma molte altre tribù, convincendole a chiedere l’intervento dei sacerdoti. “La storia successiva dei territori a nord del Messico è piena di tracce di quelle misteriose missioni. Ad esempio: nel 1699, 34 anni dopo la morte della suora, una spedizione guidata dal capitano spagnolo Juan Mateo Mange risalì il Colorado, incontrando molte tribù fino ad allora sconosciute che praticavano un cristianesimo senza sacerdoti perché, dissero, ne avevano cercati senza trovarli. Alla domanda sul come avessero imparato il catechismo, gli anziani risposero che, molti anni prima, era venuta tra loro una Signora con un lungo abito azzurro. Spaventati, l’avevano bersagliata con le loro frecce, senza però riuscire a farle del male. Così, prostratisi, l’avevano ascoltata e ubbidita. E ancor oggi (è prevista, al convegno, un’apposita relazione) i ricercatori americani trovano spesso il ricordo, nelle riserva indiane, della Blue Lady. I discendenti delle tribù evangelizzate in quel modo misterioso conservano un loro coriaceo cattolicesimo. Maria di Agreda non lasciò mai il monastero in Spagna. Anche se le tribù del Texas la vedevano apparire e insegnare il catechismo Quelle due sillabe richiamano molte cose. Molte, ma non certamente una claustrale spagnola del Seicento che mai lasciò il suo monastero di Agreda, cittadina sperduta sui monti della Vecchia Castiglia.”
- “ Nata nel 1602 e morta nel 1665, chiusasi a 12 anni nel monastero di clausura fondato da sua madre e nella sua stessa casa, Maria de Jesús riempì della sua fama la Chiesa barocca. Filippo IV, capo dell’impero già in declino ma su cui ancora non tramontava il sole, scambiò con lei centinaia di lettere. Dalle mura della clausura, filtravano notizie sugli straordinari carismi della religiosa, tra i quali visioni e locuzioni che la portarono a scrivere le migliaia di pagine – piene, tra l’altro, di profezie che la storia ha confermato – della Mistica Ciudad de Diós. È una sorta di biografia della Madonna diffusa in milioni di copie, in ogni lingua, ancor oggi continuamente ristampata e che conta nella Chiesa ammiratori entusiasti e detrattori accaniti. Proprio quell’opera, di insondabile profondità, pare essere l’ostacolo che ha sinora impedito che Maria de Jesús salga da venerabile a beata: l’istituzione ecclesiale, si sa, diffida dei carismatici. Come confermano, non ultimo esempio, le traversie di padre Pio.”
- “In ogni caso, possiamo risolvere – finalmente – un rompicapo per coloro che hanno doppiato in italiano innumerevoli film western, senza riuscire a capire perché molti indiani, nella versione originale, ogni tanto esclamassero: “Sor Maria de Agreda!». A differenza di loro, gli sceneggiatori americani conoscevano bene le ragioni di una simile interazione.”
Torniamo a Fatima e alla visione del Terzo Segreto, segno per il nostro tempo. L’attentato è eseguito da “un gruppo di soldati che gli spararono vari colpi e frecce”. Quindi tali particolari devono avere un senso e già serve a dire che il Segreto ha un senso simbolico.
Il gruppo di soldati indica una forza istituzionale, dotata, però, non solo di armi convenzionali, ma di frecce. Queste dal punto di vista simbolico indicano tante cose diverse: dal potere delle logge alla resistenza alla Parola di Dio; dal veleno sparato dalle ideologie e “filosofie” moderne, alle frecciate dell’eretica mentalità modernista; l’importante era eliminare per sostituire l’autorità cattolica in terra.
Soldati o chierici come forza organizzata, che colpivano la fede senza sapere cosa facevano, ma erano a servizio di una “centrale del male”. Una nuova gerarchia doveva essere insediata per aggiornare la Chiesa al nuovo ordine mondiale. Perciò la vecchia gerarchia andava soppressa. Ed ecco l’elezione di Roncalli a presunto papa successore di Pio XII; terzo flagello nella nostra epoca, segreto da essere più chiaro nel 1960.
Da allora ci sono sinistre descrizioni di conclavi pilotati e violati, come quello che inizialmente ha eletto Siri, che fu ricattato attraverso delle minacce. Siri, scosso rinunciò dichiarandone la ragione: propter metum (per paura) (L’Eglise éclipsée, Ed. Delacroix, 35800 Dinard, 1997; ‘L’Eclisse del Pensiero Cattolico, A. Daniele, ed. Europa, Roma, 1997).
Chi può dubitare che ci sarebbero allora pressioni interne alla Chiesa per cambiarla?
Dopo tutto ciò, si può affermare che quei conclavi vanno capiti alla luce del primo della serie, quando fu eletto Roncalli. Conclavi sospetti dovuto all’ingerenza di poteri contrari alla Chiesa? Sul secondo di essi, elettore di Montini, il cardinale Testa, presente al Conclave, riferì che allora erano successe “cose orripilanti” . Da parte sua il cardinale Siri, anni dopo, dichiarò al marchese de la Franquerie e allo scrittore Hubert Remy: “Sono tenuto al segreto. Questo segreto è orribile. Sono accadute delle cose molto gravi. Ma non posso dire nulla!” . In verità, il segreto del Conclave esiste per la difesa della Fede e della Chiesa, mai per coprire le azioni dei suoi nemici, come sia la violazione dell’elezione papale da parte di membri della Massoneria.
Vero? Falso? Il fatto è che qualcosa di sinistro è avvenuto allora, come lo testimoniarono alcuni presenti nel Conclave, cioè che esso fu violato da poteri esterni alla Chiesa, per far pressione a favore dell’elezione di Montini.
Poiché questo conclave avveniva nello stesso senso rivoluzionario dell’elezione precedente di Roncalli, anche se l’equilibrio di forze era diverso allora, si capisce che, vi furono pressioni degli stessi poteri per cui Roncalli ha eseguito un programma interamente condizionato dai pensieri dei modernisti e massoni, di modo che nessuno di questi potesse pretendere di meglio di quanto ottenuto con quell’elezione, nel senso di una drastica sterzata nella missione della Chiesa.
Tutto ciò può ben essere rappresentato dalla liquidazione virtuale del Papato cattolico della visione del Terzo Segreto di Fatima; un tentativo di mutazione nella Chiesa attraverso il papa, che sembra sia la realizzazione di quello precedente, in cui il cardinale Rampolla fu bocciato nel conclave del 1903? Accade che dove non passa un’aquila, può passare un povero passero.
Rimane che la rovina portata dal giocondo Roncalli era visibile in questa visione data e datata dalla Madre di Dio a Fatima.
Per portare tale profezia non fu inviato un qualsiasi profeta, ma la Regina dei Profeti e la rovina dei cattolici è stata di non aver capito il suo chiaro senso; il primo fu aver visto Roncalli far censurare la terza parte del suo «Segreto»; abuso di potere che non ha trovato resistenza.
E ecco la realtà storica del Papato scosso con la morte di Pio XII; del martirio del Papa col suo intero seguito, è rimasto celato per quattro decadi. In tale interregno disastroso, molti sono quelli che ancora credono che la nuova chiesa conciliare, accordata col mondo, sia la Cattolica.
Dall’opera di straordinaria mediazione di Maria nelle Americhe, nel Messico con la Madonna di Guadalupe, come in molti paesi sudamericani; in Brasile con Nostra Signora Aparecida, a Quito, a Luján, etc., si può capire questo attaccamento alla Profezia di Fatima, senza escludere tanti centri di giovani – ultimi moicani – che la vedono come avviso sulla dilagante iniquità dell’ apparato conciliare, che richiede un’aperta, anche se tardiva reazione.
Senza la Fede nella Mediazione di Maria, quella che il Vaticano 2 raggirò, nessuna reazione cattolica e nessun papa è possibile. Fatima è essenzialmente la sua dimostrazione.
Che la Mediazione di Nostra Signora di Fatima sia sempre presente nelle nostre società affinché ci siano sempre più cattolici a testimoniarla, invocando la Sua promessa: “Alla fine, il Mio Cuore Immacolato trionferà. Il Santo Padre Mi consacrerà la Russia, che si convertirà, e sarà concesso al mondo un periodo di pace”.
Sono a Fatima insieme a un prete non una cum francese e altri amici e perché siamo andati alla chiesa di Fatima siamo rimasti bloccati a causa della venuta di Bergoglio da un ferreo «cordone di sicurezza»! L’aereo dell’Alitalia era ancora in volo, ma già non si poteva più attraversare la strada. Ho provato in altri punti ma inutilmente. Costretti a aspettare o parcheggiare e tornare a casa a piedi, siamo rimasti un tempo a chiacchierare. Argomento: il 3º Segreto. Lo dico qui perché il prete ha esposto idee molto simili a quelle che, tornato a casa, ho sentito dall’amico Pietro Ferrari. Perciò adesso vorrei dire solo due cose: anche se si vuole considerare la Profezia di Fatima una rivelazione solo privata, non credo si possa dire che non aggiunga nulla all’Unica Rivelazione. Il Signore stesso richiamò segni profetici con la parola «quando vedrette»… e Fatima segna una data.
Poi, accantoniamola pure, il cattolico non può, però, ignorare quanto colpisce la Chiesa di Dio e questo colpo era percepibile dall’elezione di Roncalli e più chiaro ancora nel 1960; un colpo storico. Allora non era più nessun segreto!
Scusatemi, non capisco cosa voglia significare la tanto sbandierata “rivelazione privata”;
forse che le potenze celesti si “rivelino” ad alcuni mortali perché sono più pii? o forse perché debbano dire al mondo “APERTA VERBIS” quello che è stato a loro rivelato e vengono scelti come messaggeri celesti?…allora, lasciamo perdere il termine ( secondo me, dispregiativo) “privato” come per dire che il ricevente del messaggio racconta “balle” o ha bevuto un bicchiere di troppo!
Marcello
Bergoglio, ia Fatima nel giorno delle apparizioni, col definirsi “vescovo vestito di bianco” si è autoaccreditato come il papa della profezia. Presunzione! In quanto al parere di Marcello concordo. Non si possono, una volta le apparizioni riconosciute come vere, definirle, ‘private’ viste che incidono nella storia universale e pubblica della salvezza. Se Lourdes confermò il dogma dell’Immacolata Concezione, proclamato 4 anni prima da Pio IX, vuol dire che tale apparizione è anche fondamento teologico.
@ Luciano. Preferirei: “… tale apparizione è anche fondata teologicamente”.
Caro Benedetto, molto opportuno il tuo correttivo.
Ricordando la Lettera papale di Benedetto XV nell’ora in cui imperversava sulla terra un’ondata di odio, come mai prima nella storia, “in così tremenda rovina… bisogna presupporre l’INTERVENTO di Colei che… sempre intervenuta a scampo della gemente umanità nell’ora del pericolo, più celere precorrerà ora al nostro dimandare…”.
Si può credere che il modo in cui Benedetto XV intendeva qui la Mediazione di Maria includesse un intervento miracoloso nella storia umana, com’era già avvenuto con Giovanna d’Arco nella storia della Francia. Il Papa, mosso dallo Spirito di pietà, credeva che l’intervento della Madre di Dio potesse cambiare la storia, ma evitava la “visione” in cui la «teologia romana» (la sua) non si era ancora pronunciata.
Il noto mariologo P. Gabriele Roschini colloca la questione di fede: “È discusso se nella me0diazione mariana, oltre la causalità morale (quella d’intercessione), sia da ammettere pure la causalità fisica strumentale [quella d’intervento] .
La questione, di enorme importanza in vista delle grandi apparizioni mariane dell’Ottocento, legata a quella di Mediazione universale di Maria non riguardava forse in prima persona la fede del Vicario di Gesù Cristo? Così, tutt’oggi è rimasta nel buco nero delle discussioni su «rivelazioni private»!
Infatti vi fu un papa, non ricordo chi, che si chiese: ” ma perchè Maria non è comparsa a me ?” E così si spiega perchè i papi non hanno mai eseguito il comando del Cielo ! Perbacco, Maria S.ma doveva apparire al papa in persona , mica a 3 poverelli !….
Questa pensata infelice, ricordata da Mardunolbo, sembra attribuibile a Pio XI, che raggirò la richiesta divina. Ma la viziosa idea clericale di anteporre un presunto «ordine canonico», a un Disegno soprannaturale di Dio, indica la decadenza spirituale moderna ad ogni livello.