I POLACCHI HANNO RECITATO UN ROSARIO LUNGO TUTTO IL LORO CONFINE

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Segnalazione BastaBugie

Beati loro che hanno ancora dei confini… e noi italiani?
da Il Timone

Che scandalo se un milione di persone si trovano a pregare il rosario ai confini di una nazione, che ha pagato molte volte col sangue la sua fedeltà a una religione e una cultura! Succede sabato in Polonia, dove un’associazione di laici – i laici sono sempre più protagonisti – ha indetto un “Rosario di riparazione” in occasione della festa della Madonna del Rosario. L’iniziativa è della fondazione di fedeli laici “Solo Dio basta”, ma ha, fortunatamente, l’appoggio pieno della Conferenza Episcopale della Polonia che, in un suo comunicato, chiede di partecipare all’evento.
L’iniziativa, “Rozaniec do granic”, che significa “Rosario al confine” è promossa dal sito www.rozaniecdogranic.pl. In tutta la Polonia saranno coinvolte oltre trecento chiese; ai confini, ma anche in aeroporti e stazioni. L’appuntamento è per le 10 del mattino, il rosario comincerà alle 14, dopo la messa e l’adorazione. Nel comunicato degli organizzatori, fatto proprio dalla Kep (la Conferenza episcopale della Polonia), si legge: “Crediamo che se il Rosario venisse recitato da un milione di polacchi lungo il confine del Paese potrebbe cambiare non solo il corso degli eventi, ma anche aprire il cuore dei cittadini alla grazia di Dio. Cent’anni fa Maria ha affidato ai tre bambini portoghesi un messaggio di salvezza: pentitevi ed offrite riparazioni per i peccati contro il mio cuore e recitate il Rosario”.
Quindi due punti di riferimento precisi: Fatima (il 13 ottobre cadono i cento anni dall’ultima apparizione) e il 7 ottobre, giorno della Madonna del Rosario, creata per ringraziare dopo la vittoria di Lepanto, la battaglia che ha fermato l’avanzata in mare verso occidente dell’impero ottomano (come è successo a Vienna, per terra, più tardi). Due eventi che hanno salvato la cultura, e la fede religiosa, di molti Paesi, fra cui in primis il nostro.
Sarebbe bello, così crede chi scrive – che anche in Italia gruppi, organizzazioni ecclesiali e singole persone si unissero a questa iniziativa, sabato prossimo. Come ricorda un articolo della Nuova Bussola Quotidiana, “Il giornale Gazeta Wyborcza, la testa polacca di sinistra di proprietà di Soros, ha gettato fango sull’evento, inventandosi fra l’altro che il Rosario è stato pensato in funzione anti-russa. Ma Maciej Bodasiński, uno dei leader dell’iniziativa e fondatore dell’associazione ‘Solo Dio Basta’, ha spiegato a Lifesitenews che ‘desideriamo pregare per la conversione della Polonia, dell’Europa e di tutto il mondo a Cristo, affinché più anime siano salvate dalla dannazione eterna e trovino il loro cammino verso Dio’. Ricordando anche la ‘tensione crescente, la minaccia di una guerra, il terrorismo’, è stato spiegato che il Rosario è anche in riparazione del passato comunista della Polonia e delle bestemmie e delle ferite al Cuore Immacolato di Maria”.
La Polonia ha conosciuto la spartizione, e l’occupazione nazista e comunista. Ha certamente buoni motivi per chiedere aiuto alla Madonna. L’Italia non ne ha, sommersa da un attacco costante e continuo ai valori di base dell’antropologia, della sua cultura e della sua fede, con una Chiesa che pensa ad altro? Che i partiti politici, per interessi di lobby e di economia semplicemente tradiscano quella che una volta si osava chiamare Patria è nell’ordine delle cose: quando mai non è accaduto nel nostro Paese? Che la Chiesa si adegui, beh, appare triste e diverso.
Il tasso di arrivi dei migranti non accenna a diminuire (la TV francese qualche giorno fa mostrava immagini di 5.000 sbarchi in due giorni), e il fenomeno naturalmente non è sottolineato dai mass media di regime, per non disturbare i manovratori e chi guadagna da questo fenomeno.
Che ha, e avrà conseguenze imprevedibili. Abbiamo ricevuto da un lettore austriaco una lettera, che riproduciamo:
Viva Cristo Re e Viva Maria. Egregio Sig. Tosatti, leggo tanto volentieri i suoi articoli almeno fin dove le mie poche conoscenze dell’italiano lo permettono.
In riguardo al Suo ultimissimo articolo sull’islamizazzione mi permetto di inviare qualche dato empirico (non proiezioni) sulla situazione in Austria ove si tende a nascondere da parte ufficiale i dati dell’aumento dei musulmani il più possibile. Per Vienna non esistono cifre ufficiali perché il governo socialista-verde di rifiuta a censire i musulmani. Tutti, ma non i musulmani. Perciò esiste come dato più concreto quello del Yearbook of International Religious Demography 2014:
1971: 0,4 % musulmani
2011: 11,6 % musulmani
2017: ? (non si sa, ma si sa che il 28 % dei scolari delle elementari sono di fede musulmana).
Chi scrive non ha nulla di personale contro i musulmani. Ma una crescita del fenomeno di queste proporzioni voi come la chiamate, se non invasione? Checché ne possa dire mons. Galantino.

Nota di BastaBugie: Riccardo Cascioli nell’articolo sottostante dal titolo “Chi ha paura di Lepanto (e della Polonia)” parla dell’iniziativa polacca e di altri episodi di attualità.
Ecco dunque l’articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana l’8 ottobre 2017:
In tanti insorgono giustamente davanti alla tendenza nelle scuole di “cancellare” il Natale, raccontando agli studenti che si tratta delle vacanze d’inverno ed evitando accuratamente presepi e qualsiasi simbolo che ricordi il vero significato che sta nella nascita di Gesù. E in questi giorni tanti si sono scandalizzati (giustamente) perché in alcune contee inglesi si è deciso di sostituire nei calendari il “prima” e “dopo Cristo” con “prima dell’Era Comune” e “Era Comune”. Tutto per rispettare le minoranze religiose, leggi i musulmani. Una vera idiozia, un insulto all’intelligenza, perché è anzitutto negazione della realtà. Su questo almeno, i cattolici sembrano convenire.
Eppure nessuno trova nulla da ridire sul fatto che nella Chiesa ormai si censura l’origine della festa liturgica che abbiamo celebrato ieri, la Beata Vergine del Rosario, ovviamente per rispetto dei musulmani. Non so chi abbia avuto il privilegio ieri alla messa di ascoltare un prete ricordare che la festa trae origine dalla battaglia di Lepanto del 7 ottobre 1571 in cui la flotta cristiana sconfisse la flotta turca salvando l’Europa dall’invasione islamica, una vittoria che si deve alla fede di tanti cattolici europei che accompagnarono la flotta con un esercito di rosari. Credo pochissimi. E anche laddove non si è potuto tacere sulla battaglia di Lepanto, lo si è detto di corsa, circondandolo di frasi vuote sulla pace e sull’umanità unita in un abbraccio.
Lepanto insomma, sembra una cosa di cui vergognarsi, come fosse una macchia nella storia della Chiesa, quando invece – come abbiamo detto – dovremmo onorare la memoria di quegli uomini (e di san Pio V, papa) che hanno impedito l’islamizzazione dell’Europa. Eppure oggi, in questo clima di pacifismo ecclesiastico imperante diventa una colpa anche l’applicazione di quel principio di “responsabilità di proteggere” che pure è stato rilanciato da Benedetto XVI in un discorso all’ONU nel 2008. Certo, sarebbe alquanto stupido pensare di poter fronteggiare l’attuale “invasione” (la cui parte più difficile è, guarda caso, la componente islamica) dichiarando guerra e organizzando una flotta per combattere nel Mediterraneo. Ma è ancora più stupido stendere tappeti rossi a chi disprezza la nostra civiltà e non vede l’ora di realizzare quelle circostanze che permetteranno di sostituire l’islam al cristianesimo.
Il vero problema oggi sta in quei tanti che non trovano nulla da ridire se un insegnante di religione cattolica usa la sua ora per far conoscere il Corano ai suoi studenti. Ricordare la battaglia di Lepanto e meditare quella lezione di storia, aiuterebbe a capire che la difesa della propria identità di popolo – così come la difesa della propria famiglia – non solo non è un delitto, ma è un dovere. Da assolvere nelle modalità più efficaci, che oggi possono anche escludere in tanti casi l’uso delle armi, ma pur sempre un dovere.
L’esempio ce lo hanno dato i cattolici polacchi che ieri si sono radunati in 320 chiese e 4mila “zone di preghiera” lungo tutto il confine per recitare insieme il rosario, perché la Polonia e l’Europa intera tornino alle loro radici cristiane contro la secolarizzazione e contro il diffondersi dell’influenza islamica. Le notizie che arrivano dalla Polonia dicono di una partecipazione ben al di sopra del milione di persone preventivato alla vigilia, e anche da altre parti del mondo (Italia compresa) ci si è collegati spiritualmente in comunione con i fedeli polacchi. Si è trattato di un evento grandioso, su cui in Italia – guarda caso – è calato il silenzio della stampa cattolica ufficiale.
Bruttissimo segno, anche se non sorprendente: ignorare l’evento di preghiera più importante degli ultimi sessanta anni (insieme alle Giornate Mondiali della Gioventù), teso a invocare dalla Madonna la grazia di mantenere o recuperare l’identità cristiana, significa soltanto che i pastori hanno abbandonato il proprio popolo, pronti a consegnarlo nelle mani del nemico.
Interessante invece che ieri nelle omelie dei vescovi polacchi, nelle messe che hanno preceduto il rosario, la preghiera per la pace si sia sposata alla richiesta a Dio di mantenere cristiane le nostre nazioni, legando in modo indissolubile le due cose. Non dovrebbe essere una novità, visto che “Cristo è la nostra pace”; e invece suona in totale contrasto con la mentalità oggi prevalente nella Chiesa, secondo cui la pace dovrebbe piuttosto scaturire dal dissolversi e dal fondersi della nostra identità con le identità di altri popoli che ci stanno invadendo.
Noi stiamo con i polacchi.

Titolo originale: Scandaloso rosario polacco ai confini. Già, loro hanno ancora dei confini. Pregassimo anche in Italia
Fonte: Il Timone, 09/10/2017

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