Interessante intervista ad una signora che dice cose veramente cattoliche, in questo periodo di tenebre. Ce ne fossero tante di donne che la pensano così…(N.d.r.)
di Alessio Mannino, direttore di www.vvox.it
Erano fra i fedeli tradizionalisti (quindi tra noi di “Christus Rex”, n.d.r.) che hanno contestato il cantante rock Marilyn Manson, in scena lo scorso 26 luglio al Castello Scaligero di Villafranca di Verona, evocando Satana e il Male, in questo caso via decibel. Sono forse fra i cattolici più cattolici che ci siano, fin da quando si alzano al mattino. Per i detrattori (molti) sono fondamentalisti, per i simpatizzanti (pochi) sono fra coloro che vivono la fede nel modo più puro e integrale. Stiamo parlando di un gruppo mariano di preghiera e studio ispirato a San Luigi Maria Grigon de Montfort, sacerdote francese del Seicento autore del “Trattato della vera devozione a Maria”. In sostanza, sono non tanto dei pre-conciliari, ma addirittura dei pre-moderni, o degli anti-moderni. Sono coordinati da Michela Perbellini, una casalinga veronese che oltre a definirsi rispettosa della Tradizione, dice di essere anche «maschilista». Ci risponde con la promessa di mantenere l’anonimato fotografico: «non voglio che sia la mia persona ad apparire, quanto ciò che dico».
TRADIZIONE
E difatti parlarle sembra un po’ come avere di fronte una persona attorno a cui aleggia mistero, o meglio quell’aria di chi non appartiene del tutto al mondo comune, ma che vive in uno a parte. Dove i valori e l’immaginario sono lontani da quelli correnti, e la lingua è un’altra. Incuriositi dalla baldanza in quella professione di maschilismo, chiediamo subito che cosa intenda esattamente con una parola che solitamente viene scagliata come un’accusa, e non come un complimento. «Ammiro molto la dottoressa Silvana De Mari per la sua determinazione nel sostenere che “maschio e femmina Dio li creò”. La famiglia è una sola perché solo da un uomo e una donna nascono figli. Il resto è depravazione». In base a cosa trancia un giudizio così apocalittico, è detto in una parola: Tradizione. La nostra interlocutrice non si dilunga molto nella spiegazione: «è tutto ciò che la Chiesa Cattolica ha tramandato nel corso dei secoli, anche oralmente». Tutto tutto? «No. Il Concilio Vaticano II ha umanamente sconfitto la Tradizione. E’ stato fatto per disintegrarla e sostituirla con una religione che sia fatta su misura rispetto ai comodi dell’uomo moderno. Così chi non ha accettato la “svolta epocale” è stato marginalizzato. E oggi c’è Bergoglio». Che immaginiamo sia visto come fumo negli occhi. Sì, ma alla maniera di Faust: attraverso un male si arriva al bene. «Con la spinta progressista di Francesco stanno rinascendo i gruppi tradizionalisti. La gente ha paura ad esporsi, ma è più tradizionalista di quello che si pensi».
LEVEBRVIANI E SEDEVACANTISTI
Paura. O imbarazzo a pensare e vivere in un modo che li pone automaticamente fuori dal gregge maggioritario, per così dire. La Perbellini cala il discorso sul Veneto: «di veramente cattolico e sinceramente cristiano vedo ben poco da queste parti, come in Italia e nel mondo. Noto un uso strumentale della religione, pare che a molti piaccia riempirsi la bocca di carità usando Gesù Cristo. Guardi l’esempio più eclatante rappresentato dal business dei migranti, che viene spacciato per l’accoglienza del buon Samaritano. Non mi pare, invece, che sia poi così disinteressato. I veneti sono buoni e generosi, però hanno un grosso difetto: protestano contro l’immigrazione ma poi fanno lavorare gli immigrati a 5 euro all’ora perché gli fa comodo…». O forse è solo che non sentono il bisogno di una concezione e di una pratica così radicale nel vivere il cattolicesimo. Le realtà ultracattoliche sono, a conti fatti, ristrette. Come quella radunata a Paese in provincia di Treviso da padre Floriano Abrahamowicz, presbitero lefebvriano, che muove una serie di accuse alla Chiesa molto simili. «Sono stata a una sua messa una sola volta a Paese, in provincia di Treviso, per curiosità, avendolo scoperto tramite internet, circa un anno fa. Non mi è piaciuto il clima chiuso che si respirava in quella chiesa costruita in mezzo alla campagna (sono architetto e mi sono posta delle domande…) e, probabilmente per un mio limite, ho trovato difficile capire appieno la sua posizione nel corso di una lunga omelia che ha parlato di tutto e di più, dalle lodi a Lefebvre ai durissimi attacchi a Ratzinger e Bergoglio, alla politica dei nostri giorni.
Per quel che conosco io il mondo tradizionalista non è così ristretto come si direbbe. Ci sono, in verità, due parti: quella dei lefebvriani, che a piccoli passi sono praticamente rientrati nella comunione con Roma, e quella dei sedevacantisti che non accettano compromessi con Roma, restanto ancorati nel cattolicesimo di sempre. In questa galassia penso che le divisioni che ci sono siano dovute anche a motivi personali, talvolta banali, talvolta gravi, da ciò che mi raccontano coloro che conosco. Non è tutto oro quello che luccica e non sempre chi predica bene, razzola di conseguenza. Il demonio lavora per dividere».
IL DIAVOLO A VILLAFRANCA
A proposito di demonio: ma facendo quella campagna contro Manson non si è corso il rischio di essere considerati ancor più fuori dalla Storia di quanto già non si sia? La combattente mariana risponde decisa: «Credo che quella sia stata una grande iniziativa di civiltà. Vinta dai tradizionalisti veronesi sul piano mediatico, che ha indotto Manson a ridimensionare completamente gli eccessi blasfemi che da sempre caratterizzano i suoi show ed ha messo in grande difficoltà il sindaco di Villafranca. Gesù era considerato fuori dalla Storia. San Francesco pure. Se lo siamo anche noi, meglio così, vuol dire che siamo sulla via della salvezza». Ma addirittura il “diavolo” rockettaro è giunto a più miti consigli per le proteste di alcune associazioni? Avendo presente il soggetto, pare strano. La Perbellini invece ne è convintissima: «La forte pressione mediatica, la raccolta firme, la fibrillazione in Comune, l’annuncio e la realizzazione della contestazione che ha messo in allerta anche le forze dell’ordine sono elementi che hanno preceduto il concerto e che hanno contribuito sensibilmente a moderare lo show e a creare un clima sfavorevole che ha spinto a gettare acqua sul fuoco delle polemiche, forse anche per motivi di convenienza da parte di chi concedeva il Castello e di chi era finito alla gogna per aver portato un satanista in paese. Si è mobilitato perfino il vescovo di Verona Giuseppe Zenti in questa direzione, con pubbliche dichiarazioni». Questo è vero. Ma se a noi il dubbio resta, di dubbi, la signora devotissima alla madre del Nazareno, non ne ha sull’elemento che per lei è il cuore della sua esistenza: «La preghiera del Rosario quotidiano è la regola che ho ereditato dai miei genitori (mamma e papà, non genitore 1 e genitore 2!). E’ l’arma più potente contro ogni male. Protegge e aiuta in ogni circostanza. Per questo guido un gruppo di amiche, devoto alla Madonna, secondo l’insegnamento di S. Luigi Maria Grignon de Montfort, che vive di preghiera e famiglia, famiglia e preghiera». Amen.
Fonte: https://www.vvox.it/2017/11/08/tradizionalisti-verona-vincitori-sul-demonio-marilyn-manson/
Brava Michela! Stima a te.
AVE MARIA!
Mi domando il resto dei cattolici dove sia .
In giro c’è un’inerzia mentale che fa paura.