“Linciaggio sinistro” perché non vuole che sua figlia sia resa partecipe di evocazioni spiritiste tribali a scuola

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Un gruppo di bambini delle elementari all’ingresso della scuola

L’ARENA DI VERONA DEL 16/03/2018

TRADIZIONALISTA CONTRO LA SCUOLA <<NERI E RITI AFRICANI NELLE CLASSI>>

di Maria Vittoria Adami e Luigi Grimaldi

Maschere africane, riti tribali, banchi di scuola e un pizzico di integralismo cattolico. Un mix esplosivo innescato alle scuole elementari Vittorio Locchi di Dossobuono dove Gianni Toffali, cinquantenne impiegato alla scuola di polizia di Peschiera, non ha gradito la lezione sulle tradizioni e la cultura africana impartita alla figlia e alle tre classi terze e a una quinta. Quattro ore, in due lezioni, e visita conclusiva, a fine mese, al Museo africano di Verona, per 6 euro a bambino, è il progetto organizzato a scuola dalla cooperativa mantovana Olinda di Medole, che si occupa dell’accoglienza dei migranti. Alcuni ragazzi nigeriani, accompagnati dagli operatori, hanno insegnato ai bambini le tradizioni e i riti tribali. Hanno fatto disegnare i mascheroni indossati nelle danze africane, guidandoli anche in qualche passo a ritmo musicale. Apriti cielo. Toffali, autore di diversi blog contrari alla «modernità laicista, sinistra, anticlericale e gayfila» e di contributi su siti internet degli iper cattolici di Agere contra o Christus rex, diplomato alla scuola di teologia e firmatario di petizioni come quella per far dimettere Bergoglio definito «falso Papa profeta» reo di «relativismo ed errori dottrinali» come il «discorso sull’omosessualità», ha chiesto conto al dirigente scolastico Vito Solieri. «Hanno fatto disegnare le maschere che gli africani usano per invocare gli spiriti. È indottrinamento», attacca. «È un progetto approvato a inizio anno dal Consiglio di istituto che è composto anche dai genitori. Si spiega la cultura africana, in questo caso dei profughi, anche in virtù dell’articolo 9 ministeriale sull’intercultura», replica Solieri: «Quella africana è la meno conosciuta e la più lontana dalla nostra cultura», conclude il preside, «i ragazzi, dopo l’introduzione delle maestre, hanno spiegato che nella loro tradizione esistono determinati riti. Come accade nelle lezioni di religione in cui si spiegano le altre forme di culto». «Sono entrati in classe i neri accompagnati da ragazzi probabilmente di centri sociali perché avevano capelli rasta e orecchini», continua, invece, Toffali. «Ci avevano informati che si trattava di giochi e di una gita al museo, non che avrebbero parlato di pratiche magiche e di iniziazione allo spiritismo. Anche la Balena blu è un gioco. I nigeriani spingono le loro donne a prostituirsi ricattandole con le pratiche vudù. I bambini sono piccoli per parlare loro di spiritismo, poi ti chiedono perché non ci mettiamo in contatto con il nonno defunto. Come si fa a spiegare che non è possibile?». Il progetto si chiuderà con la visita al Museo africano di Verona, nato nel 1938 come vetrina delle attività dei missionari comboniani in Africa. Qui i bambini parteciperanno a due “temibili” laboratori: «A spasso con gli australopitechi», per ripercorrere la preistoria partendo dalla scoperta di Lucy, e «Costruzione di giocattoli con materiali di scarto». Al museo si fanno anche laboratori facendo disegnare i mascheroni africani legati alla spiritualità in contesti animisti. «Ma questo non ha mai cozzato con le altre sensibilità religiose», fanno sapere dalla struttura. Ma la rivolta di Toffali travalica i confini educativi: «Questo è un progetto sui richiedenti asilo, come è definito nel prospetto scolastico. All’inizio non c’era menzione che entrassero neri in classe con gente dei centri sociali. Avrei lasciato a casa mia figlia». Il problema è che siano «entrati i neri»? «Che siano entrati e che sia stata fatta un’operazione di indottrinamento», risponde. «Maestre e dirigenti sono indottrinati. Se un dirigente non è d’accordo sui richiedenti, non fa questa iniziativa. A me non interessa un progetto sui richiedenti asilo, sono contrario a iniziative che magnificano le sottoculture», conclude alla fine dell’esposizione del suo pensiero.

Fonte: http://www.larena.it/territori/villafranchese/villafranca/tradizionalista-contro-la-scuola-neri-e-riti-africani-nelle-classi-

 

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