E’ un fatto che, mediaticamente parlando, l’uscita di Vittorio è un siluro comunicativo che surclassa la “Correctio filialis”…
Un clamoroso Vittorio Sgarbi, sulla prima pagina de Il Giorno, nella rubrica Sgarbi vs Capre. Con disinvoltura, il critico d’arte ricorda: “Qualche giorno fa, dopo una conferenza nella Collegiata di Castel San Giovanni, una signora si scandalizzò per una mia paradossale dichiarazione sull’ateismo del Papa che crede più all’uomo che a Dio”. Paradosso estremo, quello di Sgarbi, che spiega in buona sostanza perché il Papa sia ateo. Ma ancor più clamoroso, Sgarbi afferma che il paradosso è stato confermato: “Non prevedevo che l’avrebbe confermato Francesco stesso domenica“. Come? Affermando: “Sembra che il Corano e la Bibbia siano state entrambe scritte dagli stessi Apostoli”. Secondo Sgarbi, sul piano della fede ne consegue “una svolta epocale: da sempre cristiani e musulmani si scontrano sul primato delle rispettive religioni. Dopo le parole del Papa, non esisteranno più miscredenti e infedeli: tutti figli di uno stesso padre, nostro Signore o Allah, come si vorrà chiamarlo”.