Bergoglio vanneggia di un Dio bonaccione: «Dio perdona tutti: persino Giuda e Pilato»

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Anche per i malvagi c’è speranza. Persino Giuda e Pilato sono stati perdonati. «Dio vuole salvare tutti, la salvezza e’ per tutti, anche pePilato che ha processato Gesù, e per Giuda, che lo ha tradito». Papa Bergoglio all’udienza generale torna a spiegare alla folla che la misericordia divina è talmente potente, comprensiva, pietosa da superare ogni tipo di barriera, fino a rimettere i peccati del più incallito malfattore. Il tema che Francesco ha affrontato stamattina non è dei più semplici da fare capire alla gente.


Come è possibile conciliare il concetto di giustizia a quello del perdono? «Qualcuno di voi – ha detto – potrà farmi la domanda, ma padre, la condanna di Pilato se la meritava, Dio la voleva; no, Dio voleva salvare Pilato. E Giuda?. Anche Giuda, tutti, il Signore della misericordia vuole salvare tutto, il problema e’ lasciare che lui entri nel cuore, tutte le parole dei profeti sono un appello appassionato e pieno di amore e ricerca della nostra conversione». La predica è così continuata. «La Sacra Scrittura ci presenta Dio come misericordia infinita, ma anche come giustizia perfetta. Come conciliare le due cose? Come si articola la realtà della misericordia con le esigenze della giustizia? Potrebbe sembrare che siano due realtà che si contraddicono; in realtà non è così, perché è proprio la misericordia di Dio che porta a compimento la vera giustizia. Ma di quale giustizia si tratta?».

La spiegazione che ne è seguita ha messo in luce che la giustizia divina è altra cosa da quella terrena, visto che non ci sono tribunali, magistrati, leggi, pene secondo il principio «che a ciascuno deve essere dato ciò che gli è dovuto». Si tratta però di una strada che non porta alla «vera giustizia perché in realtà non vince il male, ma semplicemente lo argina. E’ invece solo rispondendo ad esso con il bene che il male può essere veramente vinto». Si tratta, dunque, della conversione del malvagio, appellandosi alla sua coscienza. “In questo modo, finalmente ravveduto e riconoscendo il proprio torto, egli può aprirsi al perdono che la parte lesa gli sta offrendo”. Naturalmente si tratta di un percorso tortuoso e difficile. «Richiede che chi ha subìto il torto sia pronto a perdonare e desideri la salvezza e il bene di chi lo ha offeso. Ma solo così la giustizia può trionfare, perché, se il colpevole riconosce il male fatto e smette di farlo, ecco che il male non c’è più, e colui che era ingiusto diventa giusto, perché perdonato e aiutato a ritrovare la via del bene. E qui c’ entra proprio il perdono e la misericordia».

di Franca Giansoldati

Fonte: http://m.ilmessaggero.it/primopiano/articolo-1527354.html

3 Risposte

  • toglietegli il fiasco … oppure portatelo a Reggio Emilia il 25 aprile dai badogliani di Radio Stuzzicadente

  • Sembra vaneggi, invece tutto va nella direzione di una destrutturazione del Cristianesimo, iniziando nella destruturazione della sua autorità (in senso tradizionale) con il famoso “Chi sono IO per giudicare”, frase giustamente commentata nel suo oggetto ma, forse, non sufficientemente nel suo soggetto (l’ IO, il papa che un tempo era la fonte del diritto quindi del giudizio e che ora non pare essere nessuno per giudicare…).

  • E’ la solita sua lingua biforcuta, ma modernista, che non lascia capire bene e fa intendere quel che ognuno vuole !
    Infatti, se questo individuo vestito di bianco, dicesse:”. «Dio vuole salvare tutti, la salvezza e’ per tutti,ci sarebbe stata anche per Pilato che ha processato Gesù, e per Giuda, che lo ha tradito…” allora il discorso avrebbe senso dottrinale, ma ovviamente sarebbe troppo chiaro per una lingua biforcuta…

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