Favino accusato di “omofobia”, vittima della realtà e del “gender diktat”

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Segnalazione di Osservatorio Gender

di Rodolfo de Mattei

Dalle stelle alle stalle per una “inopportuna” battuta “omofoba”? Questa sembra essere la surreale parabola di Pierfrancesco Favino, rivelazione (nei panni dello showman) e autentico mattatore della 68° edizione del Festival di Sanremo, che rischia di veder vanificata la sua, fin qui, applauditissima conduzione della kermesse canora per via di una divertente gag in cui, nei panni di Steve Jobs, ha osato ironizzare su un “mostro sacro” del pantheon LGBT come Conchita Wurst.

A scatenare le ire della comunità omosessuale è stato infatti lo sketch, inscenato insieme alla spalla Rolando Ravello, in cui Favino / Jobs, presentando un nuovo prodotto tecnologico, BaglionONE, ha mostrato una foto della drag queen barbuta Tom Neuwirth, in arte Conchita Wurst, vincitrice del’Eurovision Song Contest 2014, commentando così:

Molti si lamentano del Festival di Sanremo, ma devo dire che da quando sono andato all’Eurovision ho scoperto che c’è di peggio“.

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