seganlazione di Maurizio-G. Ruggiero
Lo Stato rimborsa 500 euro per ogni anno perso e ha accumulato dal 2001 un debito di 340 milioni.
[…] Trecentoquaranta milioni di euro: a tanto ammonta il debito accumulato dallo Stato verso le vittime della giustizia-lumaca. In base alla legge Pinto del 2001, chi vede i propri processi superare i tempi ragionevoli di durata può chiedere allo Stato di essere indennizzato per ogni anno di ritardo. L’anno scorso il governo Monti ha fissato l’entità dei rimborsi (da 500 a 1.500 euro all’anno) e la durata «ragionevole» dei processi: tre anni per il primo grado, due per il secondo, uno per la Cassazione. Tempi che, soprattutto nel settore civile, ben di rado vengono rispettati. Basti pensare che il monte complessivo dei risarcimenti accumulati finora corrisponde (calcolando un indennizzo di 500 euro annui) a un ritardo totale di seicentottantamila anni.
Sono soldi che le vittime vedranno chissà quando, visto che nel bilancio del Ministero della Giustizia non ci sono i fondi che per saldare una minima parte del debito. E intanto altre cause si trascinano per anni e per decenni. Le mail dei lettori che stanno arrivando in queste ore ne costituiscono uno spaccato fin troppo eloquente. C’è chi ha visto il proprio padre morire prima che una sentenza arrivasse a dargli ragione. Chi ha dovuto chiudere la propria azienda prima che venisse riconosciuto quanto le spettava. Ma anche quando il ritardo non si è trasformato in dramma, quello che traspare dalle mail è il senso di sfiducia profonda nelle istituzioni provocato da ritardi di questa entità.
Spesso alla amarezza per i tempi lunghi dei processi, si accompagnano – nelle mail che stanno arrivando in redazione – proteste accorate anche per il merito delle decisioni assunte dai magistrati.
Fonte: Luca Fazzo