di Oscar Strano
Restando nell’euro l’impoverimento è assicurato. La vicenda della Electrolux lo dimostra in maniera semplice e chiara
La multinazionale svedese (che una trentina di anni fa aveva acquistato Zanussi) per mantenere aperti gli impianti italiani ha fatto richieste molto pesanti: un taglio agli stipendi degli operai da 1.400 a 800 euro, pagare il 25% in meno di tasse (non a caso si parla di una zona franca a Pordenone sede del gruppo) e di lasciare comunque 1.200 posti di lavoro (su 4.000 complessivi) a rischio. Perché un menù così indigesto? Perché l’Italia, da quando è entrata nell’euro, ha perso il 22% di competitività. A misurarla è il Clup (Costo del lavoro per unità di prodotto), l’indice di produttività.
In altri tempi per recuperare lo squilibrio veniva svalutata la moneta, oggi che questo non è più possibile viene svalutato il lavoro. Significa che bisogna pagare di meno i dipendenti e comunque pagarne un numero inferiore. La Spagna, del cui miracolo si parla tanto in questi giorni, ha una disoccupazione al 26% e, attraverso la flessibilità, ha fatto scendere i salari. La Grecia ha cominciato a licenziare anche i dipendenti pubblici.
In un sistema di cambi fissi imposto dall’euro che cosa dovrebbe fare l’Italia per recuperare il 22% di Clup che ha perso negli ultimi tredici anni? Sostanzialmente tre cose:
1) Ridurre il numero dei lavoratori sia nel sistema pubblico che privato (almeno 5 milioni passando da 22,5 a 17,5 milioni occupati e portando la disoccupazione al 25% come in Spagna)
2) Ridurre i salari sia pubblici che privati del 22-23% (poco meno di quanto chiede Electrolux)
3) Ridurre la tassazione a carico delle imprese per un ammontare compreso fra 150 e 170 miliardi sforbiciando Irap, contributi, tasse sugli utili e oneri vari a carico delle imprese.
Quale governo ha la forza di varare un programma del genere? Nessuno. Così andiamo avanti verso il lento impoverimento dei lavoratori, come dimostrano le recenti statistiche della Banca d’Italia. Certificano che la classe media, sulle cui spalle ha viaggiato la crescita economica, sta per scomparire. Al suo posto ricchi sempre più ricchi (il 10% della popolazione che possiede il 45% della ricchezza nazionale) e poveri sempre più poveri (un italiano su sei è a rischio indigenza).
Fonte: www.lindipendenza.com
E evidente che se continuiamo su questa strada la povertà e’ assicurata per l’80% della popolazione. Ma dove troviamo politici liberi dai poteri forti sopratutto stranieri per fare la politica giusta per l’Italia ? Ci vorrebbero eroi più che politici. Una Italia che stampa la moneta in proprio (non dalla Banca d’Italia), che dichiara la neutralità e ritira tutti soldati impegnati all’estero, istituisce le macro regioni confederate e riforma la Giustizia, sarebbe una Italia al primo posto nel mondo,altro che fare rientrare i capitali illegalmente esportati per legge, dovremmo fare una legge per impedire gli investimenti esteri!