di Sebastiano Caputo
Quello stesso sistema che ora ha paura e usa la strategia del “reductio ad hitlerum”. La “quenelle” – gesto rappresentativo del “dieudo-pensiero” -, da gesto volgare che significa grosso modo “fìccatelo su per il…” , con una mano posta nella parte superiore del braccio verso il basso per indicare “quanto in su” devi ficcartelo, le principali organizzazioni ebraiche sono riuscite a trasformarla in un “un saluto nazista al contrario”. Purtroppo però per l’establishment, la “quenelle”, la fanno tutti: uomini, donne, giovani, anziani, militari, sportivi, francesi di origine straniera, francesi-francesi, politici e opinionisti anti-sistema, ebrei, musulmani, cattolici. Troppo facile giocare con la semantica, è ora di ridefinire il “nazismo” e contestualizzarlo nel mondo moderno.
Coraggioso, spavaldo, provocatore, visionario, Dieudonné M’Bala M’Bala detto “Dieudo”, affermato umorista francese ha saputo fin dai primi anni della sua attività a raccogliere consensi intorno alla sua figura avanguardista e sempre ai limiti della censura. Il successo di Dieudonné arriva alla fine degli anni Novanta, prima con i suoi spettacoli legati ai problemi sociali del Paese, poi con la sua partecipazione diretta nella vita politica francese. Nel 1997 si candida alle elezioni legislative nella sua circoscrizione (Dreux) ponendosi come forte oppositore del Fronte Nazionale, all’epoca presidiato da Jean Marie Le Pen. Questa posizione viene incoraggiata dall’apparato mediatico che lo cataloga come uomo di “sinistra” e anti-razzista di professione.
Le cose iniziano a cambiare nel 2003 quando in un’apparizione televisiva indossa i panni del “kapo” israeliano nella Palestina occupata. Questa svolta viene condannata dalla comunità ebraica francese, al punto da inaugurargli un processo mediatico senza fine. “Dieudo” passa al contrattacco e da “negro da cortile” diventa un “negro da campo” (per utilizzare la classica espressione di Malcolm X): un uomo libero, senza guinzaglio, che non ha paura del suo interlocutore. Nel 2006 decide di avvicinarsi al suo “miglior nemico”: Jean Marie Le Pen (addirittura il leader frontista diventerà padrino di cresima della figlia). Nel 2009 assume definitivamente una posizione anti-colonialista, anti-israeliana e repubblicana, si allontana dal Fronte Nazionale, si candida alle elezioni europee con le vesti del partito Anti Sionista nella regione parigina ed ottiene soltanto l’1,3 per cento dei voti al primo turno elettorale. A giugno del 2013, si ricandida alle legislative, sempre con il partito Anti Sionista nella seconda circoscrizione d’Eure-et-Loir a Dreux superando questa volta il 2 per cento. Lui stesso definisce queste discese in campo “pura provocazione” contro un sistema politico e mediatico che lo ha processato, boicottato, demonizzato, perseguitato e stigmatizzato dopo quello “sketch” televisivo contro Israele, ma soprattutto dopo l’auto-produzione del film “L’antisemita”, nel quale in maniera ironica punta il dito “sull’innominabile comunità” che incide intensamente nella vita politica d’Oltralpe. L’obiettivo era quello di rompere un tabù: perché è possibile scherzare sulla tratta degli schiavi africani e non sugli ebrei?
Oltre al boicottaggio pianificato dai media di regime, anche i sindaci locali hanno fatto, e fanno tuttora la loro sporca parte. Nel 2009 a La Rochelle, il sindaco socialista Maxime Bono vietò un suo spettacolo. Nel 2013 a Nizza, il sindaco di centro-destra Christian Estrosi ha impedito al comico francese di affittare l’Acropolis (spazio culturale) della città. Nel 2014 è in corso la più grande offensiva contro il comico francese. Manuel Valls, ministro degli Interni e membro del Partito Socialista (in una vecchia intervista disse “sono eternamente vicino ad Israele”), è l’artefice di questa crociata volta a censurare una volta per tutte Dieudonné.
In questi giorni è stata inviata a tutti i prefetti di Francia una lettera affinché gli spettacoli vengano cancellati. Una procedura che oltre ad andare contro la libertà di espressione è anche illegale. In Francia è vietato ridere, soprattutto se a ridere sono folle immense. “Dieudonné non fa più ridere nessuno” è il requiem di giornalisti e politici. Falso. Dieudonné è riuscito grazie ad internet e al suo teatro “mobile” a diventare il comico che ha venduto più biglietti in Francia. Nel suo recente tour, i video mostrano grandi teatri zeppi e ruggenti di risate. Non solo perché i suoi spettacoli fanno ridere, ma anche perché fanno riflettere. Riflettere e ammettere che ci sono dei dogmi da abbattere, che c’è una polizia del pensiero reale, che ci sono degli oppressori e degli oppressi, ma soprattutto, che c’è un sistema e i suoi nemici.
Quello stesso sistema che ora ha paura e usa la strategia del “reductio ad hitlerum”. La “quenelle” – gesto rappresentativo del “dieudo-pensiero” -, da gesto volgare che significa grosso modo “fìccatelo su per il…” , con una mano posta nella parte superiore del braccio verso il basso per indicare “quanto in su” devi ficcartelo, le principali organizzazioni ebraiche – il CRIF (Consiglio Rappresentativo degli ebrei di Francia) , l’AIPAC francese (lobby politica) e la Licra (Lega Internazionale contro il Razzismo e l’Antisemitismo, che gode di particolari privilegi nel diritto francese) – sono riuscite a trasformarla in un “un saluto nazista al contrario” (la stampa di regime continua a definirlo un gesto “nazista e antisemita”). Purtroppo però per l’establishment, la “quenelle”, la fanno tutti: uomini, donne, giovani, anziani, militari, sportivi, francesi di origine straniera, francesi-francesi, politici e opinionisti anti-sistema, ebrei, musulmani, cattolici. Troppo facile giocare con la semantica, è ora di ridefinire il “nazismo” e contestualizzarlo nel mondo moderno.
Fonte: lintellettualedissidente
Comunque al di là di discussioni oziose rimane il fatto che in francia assistiamo ad uno scontro di gente della stessa risma ovvero emerite …….anti cristiane e soprattutto anticattoliche. Agere non perdiamo tempo a difendere un finto comico francese che dovrebbe esprimersi non con la bocca ma con il c..o dato che le sue parole sono solo m…a.