Segnalazione di Gianni Toffali
Ricordate l’episodio in cui Papa Francesco dopo la Messa di Pentecoste del 19 maggio 2013, si avvicinò, in piazza San Pietro, ad un malato in carrozzella e sembrò compiere un esorcismo? Lo sostenne il programma “Vade retro” di Tv 2000 che, però, venne ufficialmente smentito dal responsabile della sala stampa vaticana, Federico Lombardi il quale affermò: “il Papa non ha inteso compiere alcun esorcismo, ma semplicemente pregare per una persona sofferente che gli era stata presentata”.
Seguì, quindi, una dichiarazione del direttore di Tv 2000, Dino Boffo, il quale si scusò pubblicamente per aver “intaccato la verità dei fatti”.
Secondo alcuni, infatti, quella di Papa Francesco fu soltanto una preghiera di liberazione e non un vero e proprio esorcismo, in quanto quest’ultimo, per essere valido, presuppone tutta una serie di condizioni e prerogative che non erano praticabili in quella situazione.
Fin qui la cronaca ufficiale: un episodio forse un po’ fuori dalla norma, una variazione sul tema rispetto alle classiche benedizioni di un Papa che sembra amare in modo particolare il contatto con la gente; niente, in ogni caso, che valesse la pena di ulteriori approfondimenti. Almeno per i media ufficiali.
E, invece, qualcosa da chiarire c’è…eccome se c’è!
Grazie a Dio, ci sono ancora giornalisti che informano e approfondiscono. La storia e i suoi retroscena, ce la racconta una trasmissione cattolica messicana “El pulso de la fé”.
http://www.youtube.com/watch?v=g-CpUj9XaKo
Per cominciare, diciamo anzitutto che il primo protagonista della vicenda, la persona sulla sedia a rotelle a cui si rivolge il Papa, si chiama Angel ed è messicano, ha 43 anni, sposato con figli; l’altro protagonista è il sacerdote, anch’esso messicano, che accompagna Angel e che si vede nella foto: si tratta di padre Juan Rivas.
Facciamo un ulteriore passo indietro: padre Juan, pur vivendo la sua missione a Los Angeles, aveva notato che da qualche anno in Messico vi era stata una crescita inspiegabile e massiccia di episodi di violenza, i quali risultavano inauditi sia per la “qualità” (ossia: crudeltà), sia per la quantità (essendo il loro numero significativamente più alto rispetto a quelli rilevati negli anni precedenti). Il sacerdote, intuì che vi fosse una correlazione tra l’aumento degli episodi criminali e l’approvazione, nel 2007, delle legge che consentiva l’aborto procurato in alcune province del Messico: pensò, quindi, ad un influsso diabolico sugli autori di tanta violenza.
Il sacerdote trovò successivamente riscontro nei numeri, che risultarono compatibili con la sua intuizione: le cifre degli aborti procurati corrispondevano, infatti, a quelle degli aumentati episodi di criminalità violenta.
Nel 2011, padre Juan rilascia un’intervista al programma “Novo millennio”
http://www.youtube.com/watch?v=NVnWpqsy8iw
(e riportata nel 2012 dal canale Maria Vision), nella quale racconta di aver incontrato un giovane “indemoniato”, di cui non fa il nome ma che poi capiremo essere Angel, la cui possessione diabolica è legata alla legalizzazione dell’aborto volontario in Messico.
Angel rivela che la Vergine è molto triste perché la Sua venuta in Messico, nel 1531, quando apparve a San Juan Diego come nostra Signora di Guadalupe (e Cuatlaxupeh significa in lingua nahuatl: “Colei che schiaccia la testa al serpente”, così come si dice in Genesi 3,15) era servita per far cessare i sacrifici umani (che in quel paese erano praticati “legalmente” e riconosciuti come “diritto degli Dei”: e che furono proibiti solo con l’arrivo dei conquistadores spagnoli), mentre ora, con la legalizzazione dell’aborto volontario, ecco che in quel Paese veniva compiuto nuovamente quell’abominio!
Angel conferma anche la supposizione di padre Juan che l’aumento della violenza sia correlato alla pratica dell’aborto, è esatta.
Angel vive il problema della possessione da parecchio tempo ma, nonostante gli esorcismi, effettuati sia in Messico che a Roma, non si riesce a liberarlo dall’azione del maligno. E per questo, padre Juan pensa di portarlo dal Papa, come ultima istanza: Angel chiede e ottiene il permesso del suo vescovo e dei cardinali di riferimento .
Come sono andate le cose con il Papa l’abbiamo visto, ma la storia continua in quanto, due giorni dopo, Angel viene portato da padre Gabriele Amorth, la massima autorità in tema di esorcismi, il quale sottopone il giovane messicano al rito formale di liberazione.
E qui arriviamo al nocciolo della vicenda.
Durante l’esorcismo, si manifestano 4 demoni che parlando italiano e latino a padre Amorth, ammettono che il motivo della loro presenza in Angel è dovuta alla legge che permette l’aborto volontario in Messico.
L’esorcismo non è, però, riuscito: padre Amorth spiega che si tratta di un caso particolare in cui la vittima della possessione si offre volontariamente come capro espiatorio, come monito per un peccato grave e collettivo come quello dell’aborto volontario praticato massivamente (anche e soprattutto perché “legalizzato”) e, infatti, ai demoni non sarà permesso dall’ “ALTO” di allontanarsi da Angel fino a quando i vescovi messicani non faranno atto di riprovazione pubblica contro l’aborto volontario e atto di riparazione nei confronti di Maria.
Angel è stato visitato da medici e psichiatri che non hanno constatato nulla di anomalo in lui. Le sue sofferenze fisiche e morali sono di natura soprannaturale, quindi. Si tratta, come abbiamo detto, di un caso particolare in cui il Signore costringe i demoni a restare nel corpo del posseduto nonostante gli esorcismi e li obbliga a raccontare le motivazioni della possessione: e questo onde ottenere un maggior bene e lanciare un monito.
Il teologo Alberto Villasana spiega come ci siano tre casi di possessione satanica: quelli in cui la persona non è in stato di grazia e quindi è più vulnerabile agli attacchi del demonio. Il secondo caso è quello dei santi, a cui Dio permette di essere vessati da manifestazioni demoniache: questo permette a persone già avanzate spiritualmente di superare una prova per il loro ulteriore progresso.
Il terzo caso è quello di Angel in cui una persona orientata al bene e sofferente per un grave peccato commesso da altri (la pratica degli aborti volontari, nel caso di Angel: che appartiene alla categoria di quelli che gridano vendetta davanti a Dio), si offre come vittima sacrificale in riparazione del grave peccato che altri commettono. Il Signore permette la prova per trarre un bene maggiore sia per la persona vessata, sia per il suo Paese.
Durante l’esorcismo i demoni hanno confermato che esiste un rapporto uno ad uno tra gli aborti volontari e gli episodi criminali dell’anomala ondata di violenza che ha investito il Messico dal 2007 ad oggi.
I demoni hanno detto anche che erano stati costretti ad andarsene in massa dal Messico con l’apparizione della Vergine a Guadalupe ma che, con la “legalizzazione” dell’aborto volontario: sono state aperte loro le porte per tornare in gran numero nel Paese confermando anche che l’aborto volontario è un vero e proprio sacrificio umano in cui viene versato sangue innocente.
A chi ritenesse azzardata e “troppo forte” l’equiparazione tra gli aborti volontari “legalizzati” e i sacrifici umani che si compivano sulla sommità delle piramidi messicane, è bene far notare alcune cose.
Ad esempio, che i “sacerdoti” aztechi non erano “assassini” che agivano contro le leggi e le consuetudini del loro tempo ma uomini pienamente convinti di star adempiendo al soddisfacimento di un diritto (quello assoluto dei loro “Dei” sulla vita umana dei sacrificati) o, al limite, di star commettendo un male minore per evitare un male maggiore (e quindi togliere la vita ad alcuni per evitare che gli “Dei” si adirassero o permanessero adirati: provocando così un numero di morti ben maggiore); e che molti dei sacrificandi non erano obbligati a farlo (così come del resto accadeva in tanti altri sacrifici rituali dei tempi antichi) ma erano bensì vittime più o meno volontarie, cadute nella tragica illusione dell’esistenza di un “diritto” superiore rispetto a quello a preservare la loro vita.
Qual’è, quindi, la differenza tra un “sacerdote” azteco (mosso dalle due suddette ragioni ad estirpare il cuore battente dal petto delle sue vittime) e un “medico” abortista (mosso dalle due medesime ragioni ad estirpare il concepito dall’utero materno, facendolo letteralmente a pezzi)? Solo il fatto che il bambino fatto a pezzi è totalmente innocente, rispetto all’adulto squartato sulla piramide azteca e che, in quanto adulto, per definizione non è totalmente innocente.
E qual è la differenza tra la “vittima” volontaria azteca (mosso da una distorta visione del “diritto”: nel suo caso, degli “Dei”) e la “vittima” volontaria dell’aborto procurato, ossia la donna?
Solo il fatto che la vittima volontaria azteca si offriva come vittima (consapevole) per un (presunto) diritto altrui (addirittura: degli “Dei”) mentre la donna vittima volontaria dell’aborto procurato è vittima inconsapevole (poiché nessuno le spiega che di quell’atto porterà per tutta la vita terrena le tracce indelebili, sia nel corpo che nell’Anima) per un (presunto) diritto “proprio”.
Se poi si aggiunge che gli aztechi non erano mai stati evangelizzati, a differenza degli abitanti del Messico e degli altri paesi europei e genericamente “occidentali” dove è avvenuto l’abominio della legalizzazione dell’aborto volontario: si capisce che in realtà i sacrifici umani compiuti dagli aztechi (e vividamente e realisticamente rappresentati in “Apocalypto” di Mel Gibson) sono un abominio di gran lunga più “innocente” rispetto a quello compiuto ai danni dei milioni di bambini nell’utero delle loro madri (e della maggioranza di quelle stesse madri: quasi sempre “seconde” vittime dell’aborto volontario).
Come stupirsi quindi, che a fronte ad un male perpetrato in maniera così sistematicamente abominevole ed esplicitamente luciferina, vi siano delle conseguenze “ambientali” che ricadono a raggiera su tutti coloro che vivono alle pendici di quelle piramidi insanguinate o attorno a quegli ospedali dove alcuni bambini non sono aiutati a nascere ma sono fatti a pezzi prima di raggiungere l’età per nascere?
Ecco perché la storia di Angel (che richiama quella di Anneliese Michel, da cui è stato tratto il film “L’esorcismo di Emily Rose”, http://www.filmgarantiti.it/it/articoli.php?id=32 ) serve a farci riflettere ed a sensibilizzarci su quanto sia necessario che coloro che si vogliono ancora dire cristiani e cattolici (e che saranno sempre più un “piccolo resto”) prendano posizione netta e definita a favore della vita, dal momento del concepimento al suo termine naturale.
Essendo un qualsiasi altro atteggiamento un acconsentire, di fatto, all’iniquità.
Concordo con il contenuto di questo interessante articolo, tranne che su un punto. Le donne che abortiscono sono assassine, non “vittime”.
A meno che l’articolista non fecesse riferimento al fatto che tutti siamo “vittime” del peccato e delle tentazioni di satana.
Salvo il pentimento personale che vale per tutti i peccati (ed è ovviamente commisurato alla gravità di questi ultimi), le donne che abortiscono, e anche coloro che cooperano al truce omicidio, meriterebbero un unico “consolamentum”, quello cataro, se Dio non offrisse a tutti i peccatori la possibilità din redimersi. Tutto quel che volete, allora, ma “vittima” proprio no: è assai raro, per la verità, che un milieu sociale e culturale (almeno dove la fede è nota e duffusa) possa influire sull’esercizio del libero arbitrio. Preghiamo affinché le assassine si pentano e si convertano a Cristo, ma niente sconti buonisti o ‘psicologici’, la cui fonte è sin troppo inquinata e sospetta.