Segnalazione di Quelsi
Siriano, figlio di un importante esponente culturale alawita, Ouday Ramadan vive da anni nel nostro Paese dove è stato anche consigliere comunale di Cascina, in provincia di Pisa. Italiano, quindi, ma legatissimo al suo paese natìo nel quale lascia un ramo della famiglia che di recente, spiega il nostro intervistato, “ha subito la perdita di un giovane, mio nipote, assassinato dai ribelli che non hanno voluto riconsegnarne il corpo. Il suo commilitone è stato sgozzato”. Ouday è comunista, ma la sua idea del ribelle siriano è molto lontana dall’icona affascinante e di marca guevarista in voga tra la sinistra nostrana. “Aveva ragione Gheddafi a chiamarli “i ratti impasticcati”” spiega.
Ecco cosa ci ha raccontato.
(il contenuto dell’intervista racchiude opinioni personali di Ouday Ramadan, molte delle quali non corrispondono alle idee e alla linea editoriale della nostra testata. Riteniamo però opportuno dar voce anche alle sue testimonianze)
Signor Ouday, un parere a caldo su Assad…
Dopo l’avvelenamento di Nasser, l’impiccagione di Saddam, il linciaggio di Gheddafi, Bashar è la nostra speranza di emancipazione del mondo arabo.
E, sempre a caldo, sui ribelli?
Aveva ragione Gheddafi a chiamarli “i ratti impasticcati”.
Quale la composizione del fronte anti governativo?
Le rivolte nel mondo arabo sono state quasi sempre dei “fuochi di paglia”, ribellioni messe in essere senza nessuna programmazione né organizzazione, senza né un piano operativo per gestire la rivolta nel lungo periodo, e né un piano, nel caso di esito vittorioso, per il dopo rivolta. Le stesse due “intifade” palestinesi ebbero una natura caotica, costarono molte più vittime ai palestinesi che agli israeliani, e acuirono il risentimento più tra gli stessi palestinesi che verso l’occupazione israeliana. Questa volta però, nel caso dell’aggressione alla Siria, pur essendo arabi la maggior parte dei miliziani/ribelli, i vertici del comando sono in buona parte americani ed israeliani. Quello che gli israeliani hanno imparato dai e dei popoli arabi dominati in 70 anni di occupazione, lo hanno ritorto contro gli Stati Arabi Sovrani, come la Repubblica Araba Siriana. Ci hanno poi messo lo zampino pure gli appetiti del neo-ottomano Erdogan, cui sicuramente qualcosa, nel caso di esito vittorioso del colpo di stato, sarà stato promesso, come territori, privilegi, concessioni economiche di vario genere e forse, chi lo sa, anche un posto in prima fila nell’Unione Europea.
E i miliziani?
Per quanto riguarda la composizione dei miliziani, essi sono i più svariati, ma hanno in comune la ferocia con cui portano avanti le sevizie, le uccisioni e gli spregi dei corpi delle loro vittime. Mi permetto di dire che loro vittime potenziali sono, indistintamente, tutti coloro che non appoggiano apertamente i ribelli. Chi poi ha un familiare nell’Esercito o nelle Istituzioni siriane non ha scampo. E scampo non avrebbero nemmeno tutte le minoranze etniche e religiose, come gli sciiti, i cristiani, gli armeni, gli sharkazi, ecc, ma in particolare gli alawiti. Gli alawiti sono considerati dai ribelli, né più né meno, come un ‘emanazione niente meno che di Satana, e uccidere un alawita equivale per questa gente a staccare un biglietto per il Paradiso. Le peggiori atrocità sono state commesse proprio a danno degli alawiti, senza distinzione tra uomini, ragazzini, bambini, donne o vecchi. La ferocia dei ribelli nei confronti degli alawiti non ha limiti. Intere famiglie alawite sono state sterminate senza pietà, e mi permetto di ricordare che la famigerata “strage di Hula” ovvero quella per cui l’ambasciatore siriano in Italia venne cacciato dal non votato governo Monti, fu una strage di bambini alawiti. Strage perpetrata dai ribelli e spacciata per strage perpetrata dall’Esercito Siriano. La menzogna dei media occidentali, totalmente asserviti, non conosce limiti, né sosta.
Cosa ne pensa dei musulmani occidentali che combattono con i ribelli?
Le nostre città italiane ed europee sono piene di cellule dormienti di terroristi cosiddetti islamici: mi rammarica usare questo termine riferito a quella gente. Anche la mia famiglia è musulmana, ma mio padre mi ha insegnato fin da bambino il rispetto e la tolleranza verso il prossimo. Diceva sempre: “se una persona non è un tuo fratello nella fede, è comunque un tuo fratello nell’umanità”. Questo per dire che l’Islam non è quell’ideologia dell’intolleranza e dell’odio che i miliziani di Al-Qaeda spacciano per Islam. Pressoché tutti i centri islamici presenti in Europa sono centri di incitamento all’odio e alla “jihad” contro i cani infedeli che dicevo prima, cioè tutti noi. Mi hanno raccontato, persone che vivono vicino alla moschea di viale Jenner a Milano, che il venerdì non è quasi possibile transitare da quella strada, come se fosse, nelle loro menti, un mini califfato islamico in terra italiana, dove non vigono le leggi italiane, ma quelle del califfato.
Damasco ha un alleato importante, la Russia. Quali i rapporti tra i due paesi?
Ottimi, come lo sono sempre stati. La Russia è sempre stata la Madre della Siria. La stessa Caterina II affermava, già nel settecento, che “le chiavi della casa russa stanno in Siria”. Lo sanno bene i nemici della Russia e della Siria, ma per loro sfortuna lo sanno anche i Russi e i Siriani. La Russia ha dato, fin dall’inizio della crisi siriana, un grande contributo, fornendo aiuti finanziari, umanitari e bellici. La Siria non ha bisogno di soldati russi che combattano in Siria, l’Esercito Arabo Siriano è forte, determinato e soprattutto molto compatto, e questa è la sua forza. Ma senz’altro le moderne tecnologie russe sono ben accette. Da ricordare poi i due veti russi al Consiglio di Sicurezza dell’Onu, quando la maggior parte dei Paesi dell’Onu, tra cui l’Italia, volevano istituire una no fly-zone sulla Siria e bombardarla a tappeto.
Domanda a bruciapelo: riesce a vedere alcune similitudini tra quanto accaduto in Siria e quanto sta accadendo in Ucraina?
Il copione non è diverso purtroppo. Come senza dubbio saprete, si è trattato di una rivolta armata, e se ci sono le armi c’è qualcuno che le fornisce, e i fornitori sono, ancora una volta, i soliti noti. Avete visto come erano ben organizzati i ribelli ucraini, il popolo per sua natura perlopiù passa la vita a mugugnare e “sperare”, ma finché non è spinto dai morsi della fame raramente insorge; soprattutto i popoli occidentali, che dopo 70 anni di propaganda sono totalmente infiacchiti, impigriti ed alienati dalla realtà, e pensano che l’arma del voto sia più forte dei fucili e degli RPG. Non è così, ovviamente, ma per la mia esperienza posso dire che questa illusione è purtroppo molto radicata ormai nei popoli occidentali, che credono che la Siria sia una dittatura, ma non si rendono conto che la dittatura più feroce è quella che governa le loro vite nel libero, civile e pacificato Occidente.
Marco Petrelli | febbraio 27, 2014 alle 7:04 pm | URL: http://wp.me/p3RTK9-3XK