Padoan ministro dell’economia: ci aspetta una politica di lacrime e sangue fino a che il morale non cresce

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 Segnalazione Quelsi

by Cernunno

PADOANIl governo Renzi ha giurato, i ministri hanno fatto la loro sfilata e abbiamo visto queste facce giovani e di donne. La speranza è che oltre alle oggettive caratteristiche di essere giovani e donne, le persone chiamate a guidare il paese abbiano le qualità necessarie per farlo in termini di conoscenze tecniche, doti relazionali, intelligenza, cose che l’essere giovane o donna non garantisce. Ma il ministro di cui voglio parlare non è né giovane né donna e non era nemmeno presente al giuramento. Mi riferisco a Pier Carlo Padoan (nome con una inquietante assonanza con quello di Car Carlo Pravettoni), nuovo ministro dell’economia.

Padoan vanta un curriculum illustre, in cui spicca il ruolo – o meglio sarebbe dire i ruoli – da lui rivestiti all’interno dell’Organizzazione per lo Sviluppo e la Cooperazione Economica, OCSE, meglio conosciuta come OECD, ovvero con il suo acronimo inglese. Infatti, con un brutto vizietto che recentemente ha portato alle dimissioni di Mastropasqua, il Padoan ha accumulato una serie non indifferente di poltrone. Leggendo il suo profilo all’interno del sito dell’OCSE scopriamo che né è il capo economista, il vice-segretario generale, responsabile finanza dell’OECD presso il G20, guida le iniziative “Strategic Response” e “Green Growth and Innovation” e nei ritagli di tempo “aiuta a costruire le necessarie sinergie tra il Dipartimento di Economia e gli altri Direttorati”. Speriamo che adesso che è ministro si dimetta dall’OCSE e da tutti quegli incarichi per dedicarsi completamente al suo nuovo incarico, in Italia abbiamo bisogno i un ministro dell’economia a tempo pieno, non di un collezionatore di poltrone.

Al di là delle poltrone, la domanda da porsi è un’altra: Padoan è un bravo economista?

Secondo il premio Nobel 2008 per l’economia Paul Krugman la risposta è No.

Qelsi aveva già parlato di Krugman e della sua ironia nei confronti dei “Bocconi Boys” che riteneva responsabili della fallimentare politica di austerity economica.

In un articolo di circa un anno fa sul New York Times, di cui è editorialista, Krugman metteva in luce gli errori dell’OCSE a riguardo della crisi economica. Quello della austerità fiscale viene definito il “peggior consiglio” mai dato da una organizzazione internazionale.

Ma il meglio – se così si può dire – deve ancora venire. Krugman mostra i pessimi risultati della politica economica di austerità fiscale (dati ufficiali Eurostat) e subito dopo le dichiarazioni del neo ministro dell’economia. A fronte dei pessimi risultati, Padoan dice: “Il risanamento fiscale sta producendo risultati, la sofferenza sta producendo risultati”. Per Padoan il problema è solo di comunicazione, infatti aggiunge che i politici della zona euro devono “comunicare meglio i loro successi alla popolazione stremata”. Proprio così, secondo Padoan quello che hanno fatto i governi europei è un successo. Krugman sarcasticamente traduce le parole con un’espressione comune nel mondo anglosassone: “Il pestaggio continuerà fino a che il morale non cresce”. Cari lettori, ora sapete come la pensa Padoan e che cosa ci riserverà il governo Renzi: una politica a base di nuove tasse, lacrime e sangue, che continuerà fino a che il morale non cresce.

Qui è disponibile una traduzione in italiano dell’articolo.

Cernunno | febbraio 23, 2014 alle 12:37 pm | URL: http://wp.me/p3RTK9-3Vd

2 Risposte

  • Vorrei segnalare al Ministro dell’economia la mancanza di vigilanza sul flusso enorme di denaro che per mezzo degli internet point (spuntati dappertutto negli ultimi anni) lascia il nostro paese per tutto il mondo (specie cina, e paesi arabi, ma anche molti altri). E’ evidente che valuta pregiata parte dall’Italia per via delle rimesse operate dagli stranieri presenti sul territorio,proventi spesso derivanti da attività illecite non soggetti ad alcun controllo .E’ altresi’ evidente che queste rimesse riducono la base monetaria del paese e sono un freno alla liquidità circolante limitando la capacità di ripresa del sistema economico.
    Occorre non solo controllare la base moneteria dal lato dei proventi (leciti ed illeciti) ma soprattutto anche i canali che sottraggono valuta al sistema produttivo del paese

  • Secondo il modello di Keinesiano la ripresa deriva dall’immissione di nuovo lavoro occupando fattori produttivi inoccupati che generano una domanda aggiuntiva di beni e servizi ma anche di risparmio e quindi nuovo capitale. Evidentemente le attuali manovre recessive dirette a ridurre il debito (senza per altro riuscirci) vanno nella direzione opposta.
    Delle due alternative, o si riesce con politiche di lacrime e sangue a incidere significativamente sul debito (portandolo al 60% del PIL) oppure è inutile percorrere questa via e seguire quella dell’espansione monetaria, che da sola non basta se non coadiuvata da un lieve prelievo fiscale (che renda conveniente investire in Italia)

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