Segnalazione del Centro Studi Federici
Un’inchiesta rivela come i colpevoli restino impuniti. I favori sessuali in cambio di un dollaro (e una tazza di latte) e il caso clamoroso del Congo
La violenza sessuale dentro alle Nazioni Unite continua a essere un problema talmente serio che il presidente Barack Obama gli ha dedicato un incontro ristretto con alcuni rappresentanti dei paesi coinvolti nello scandalo. Sulle 85.000 truppe dell’Onu dispiegate in oltre sedici operazioni di peacekeeping pesa l’onta più grave: l’abuso sessuale su donne e bambini. Non poco, soprattutto per chi ha vinto il premio Nobel per la Pace. Un’inchiesta del Wall Street Journal rivela che, da quando nel 2003 il Palazzo di vetro ha riconosciuto il problema, nulla o troppo poco è stato fatto per punire, scovare e processare i colpevoli. Anzi, c’è stata una certa opera di copertura degli abusi sessuali da parte dell’Onu. Il quotidiano americano ha studiato tre recenti casi: Sri Lanka, Marocco e India. Nel novembre del 2007 cento peacekeepers dello Sri Lanka furono accusati di aver abusato di bambini haitiani dai dieci ai sedici anni, nelle docce, nelle torrette di guardia, persino nei camion dell’Onu. Abusi sono stati commessi ancora da truppe marocchine impegnate nella Costa d’Avorio e truppe indiane sono state incriminate in Congo due anni fa.
E’ una storia che ha ricoperto di vergogna anche i segretari generali dell’Onu. Ruud Lubbers in qualità di Alto commissario per i rifugiati è stato accusato di aver molestato una sottoposta. L’inchiesta interna fece emergere le prove dell’abuso, eppure l’allora segretario dell’Onu Kofi Annan chiuse la vicenda. Furono le pressioni pubbliche, un anno dopo, a costringere Lubbers a dimettersi. L’inchiesta guidata dal principe giordano Zeid Raad al Hussein, citata anche dal Wall Street Journal, rivela che gli abusi sessuali “sembrano essere significativi, molto diffusi e ancora in corso”. I Caschi blu dell’Onu hanno commesso stupri e sono stati coinvolti in scandali sessuali anche in Bosnia, in Kosovo, in Cambogia, a Timor Est, in Burundi e nell’Africa occidentale. In Africa si parla ormai di “peacekeepers babies”, sono i bambini illegittimi dei soldati umanitari. Visto che l’Onu non è autorizzato a perseguire i colpevoli, il segretario generale Ban ki-Moon ha chiesto che i governi consentano che i Caschi blu accusati di abusi vengano sottoposti a giudizio. Ovviamente quasi nessuno lo ha fatto e il ciclo di violenze e impunità continua come prima.
Di tutte le missioni Onu, quella congolese – nota come “Monuc” – ha accumulato più denunce relative ad atti di corruzione e a violazioni dei diritti umani commessi dal suo personale. La missione in Congo è stata stabilita con l’obiettivo di pacificare il paese alla fine della guerra civile. E’ stata la seconda più grande missione di pace dell’Onu. Stupro, pedofilia e sfruttamento della prostituzione sono le accuse principali contro l’Onu. Un civile francese che lavorava all’aeroporto di Goma per le Nazioni Unite era solito filmare giovani ragazze congolesi, e commerciava in videocassette e fotografie pornografiche. La sua stanza era attrezzata con specchi sui tre lati del letto, mentre sul quarto lato c’era una videocamera azionabile con un telecomando. La polizia lo ha arrestato mentre stava per stuprare una bambina di dodici anni. Due peacekeepers russi hanno pagato due ragazzine di Mbandaka, le hanno cosparse di marmellata e poi hanno filmato l’orgia. A Bunia, una dodicenne di nome Helen è stata stuprata da un peacekeeper dell’Onu che l’aveva attirata offrendole una tazza di latte. Il soldato, dopo aver abusato della bambina, le ha dato un dollaro. Queste bambine sono conosciute come “one dollar baby”. Nella stessa base una tredicenne di nome Solange che cercava di vendere frutta è stata adescata con un biscotto, e poi stuprata. Dagli stessi inviati dell’Onu, che ha condannato lo stupro come “arma di guerra”.
http://www.ilfoglio.it/soloqui/4731
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Le solite cretinate, le solite menzogne scritte sul “foglio stracciato” del panzone nonché ex comunista Giuliano Ferrara (è noto che gli “ex” sono proprio i peggiori). Ammesso che quanto su scritto sia vero (ho i miei forti dubbi), tutto ciò non giustifica gli abusi sessuali dei sacerdoti sui bambini e tantomeno l’atteggiamento della chiesa cattolica che mira a nascondere e a negare, facendo passare le vittime per colpevoli. Conosco diversi preti e sono sempre più convinto che a “non leggere” il Santo Vangelo sono proprio loro, nel senso che predicano bene e razzolano male (i tradizionalisti, poi, predicano male e razzolano peggio) per cui voglio riportare un brano del Vangelo di Marco che fa proprio al caso della pedofilia, sperando che i preti lo leggano:
Mc 9, 41-50
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Chiunque vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa. Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare. Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna, nel fuoco inestinguibile. E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geènna. E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue. Ognuno infatti sarà salato con il fuoco. Buona cosa è il sale; ma se il sale diventa insipido, con che cosa gli darete sapore? Abbiate sale in voi stessi e siate in pace gli uni con gli altri».
Meditate sacerdoti, meditate, ammesso che crediate veramente a quello che ha detto Gesù Cristo.