Crimea: le ragioni di Mosca, gli stregoni della UE

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Segnalazione Quelsi

di Max Ferrari

CRIMEAPutin ha fatto di tutto per non immischiarsi nel caos ucraino e un intervento militare era l’ultima delle sue necessità (poiché sa bene che comunque l’Ucraina senza i finanziamenti russi e con le chiacchiere UE non va lontano) ma l’escalation di provocazioni sempre più gravi contro la Russia da parte del governo insediatosi a Kiev non gli ha lasciato scelta e, sollecitato dalle richieste d’aiuto del parlamento della Crimea ha chiesto al Senato russo l’autorizzazione ad usare le forze armate per difendere cittadini, militari e interessi russi nel paese confinante e senza legge.


Cosa avrebbe potuto fare? Mosca non ha fatto nulla per bloccare la resistibilissima rivolta di piazza a Kiev, non ha mosso un dito per evitare la caduta del presidente Yanukovic e dopo aver partecipato alle trattative con i delegati della UE si era detta d’accordo per la formazione di un governo di unità nazionale con la partecipazione degli oppositori al fine di riscrivere la carta costituzionale e indire nuove elezioni.
Nemmeno 24 ore dopo le opposizioni hanno tradito il patto, hanno nominato un governo ferocemente antirusso e la UE, venendo meno alla parola data, ha detto che tutto era regolare: Mosca non ha alzato la voce ma ha chiesto di evitare misure punitive contro i milioni di cittadini ucraini russofoni. Per tutta risposta il nuovo governo ha annunciato che le lingue minoritarie, tra cui la lingua russa (parlata da una buona metà della popolazione) non sarebbero più state insegnate a scuola e usate negli uffici pubblici. Le minoranze ungheresi, polacche e romene hanno protestato e Mosca non ha gradito, ma ha preferito non alzare troppo la voce, sperando in una boutade. Non era così: il giorno dopo il parlamento di Kiev discuteva una legge per spegnere le TV russe e vietare la trasmissione di film e programmi in lingua russa e il giorno dopo ancora progettava l’eliminazione dei partiti tradizionalmente votati dall’elettorato russofono e parlava della necessità di derussificare la storia ucraina. Come se non bastasse i fedelissimi della Tymoschenko hanno dichiarato che la rivoluzione ucraina avrebbe fatto da apripista a simili ribellioni in Minsk e a Mosca e la presenza di attivisti bielorussi e russi tra i dimostranti di Kiev confermava che tale “avvertimento” era più che fondato.
Da Mosca hanno risposto che se l’apporto russo alla storia ucraina era così disprezzato Kiev, per essere coerente, avrebbe dovuto pensare di restituire a Mosca le regioni dell’est acquisite ai tempi dell’URSS e specialmente la Crimea russa che all’Ucraina fu donata sul finire degli anni ‘50 dal presidente sovietico Kruscev
La risposta di Kiev è stata sfrontata e grave e molto probabilmente è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso: membri influenti del parlamento ucraino hanno dichiarato alla stampa che la flotta navale russa sarebbe stata cacciata dalla base di Sebastopoli malgrado Mosca e Kiev abbiano firmato degli accordi chiarissimi che stabiliscono che la flotta del Mar Nero può stare in Crimea fino al 2042.
Si tratta della violazione di accordi internazionali e si tratta di un’aggressione che Mosca non può accettare poiché Sebastopoli è da sempre la porta russa sul Mediterraneo e la sua perdita significherebbe gettare al vento secoli di storia patria, milioni di soldati morti e decine di miliardi di euro di investimenti.
Se a questo si aggiunge che Kiev ha pensato bene di fomentare la rivolta dei cosiddetti “turchi di Crimea” che hanno attaccato i russi urlando gli slogan che si odono in Siria e lasciando a terra morti e feriti si capisce bene come Putin non avesse scelta.
Come ha detto sono a rischio i cittadini russofoni, i militari della flotta e le installazioni oltre, naturalmente, al prestigio della Russia che ha mostrato moltissima pazienza, ma non può farsi sbertucciare come gli italiani in India.
Ma ora cosa faranno i russi? La situazione è talmente calda che tutto può succedere ma l’idea guida pare quella di una guardinga e robusta presenza per evitare le rappresaglie antirusse nell’est e permettere ai cittadini di Crimea di decidere il proprio destino il 30 marzo prossimo attraverso un referendum sull’autodeterminazione proposto dai “cattivi” russi e ostacolato dai “buoni” della UE timorosi di una secessione che rovinerebbe i piani di chi ha creato il caos per mettere le mani su tutta la torta.
“Alla Crimea non si può negare un referendum sull’autodeterminazione e le soluzioni migliori per l’Ucraina sono una federazione o una confederazione” ha detto Alexei Pushkov, capo della commissione Esteri del Parlamento russo che si è chiesto “perché non dovremmo ascoltare e rispettare la volontà del popolo?”
Domanda da girare alla UE che dopo lo schiaffo del referendum svizzero sull’immigrazione e in prossimità della vittoria euroscettica a maggio, di voto popolare da rispettare non voglion sentir parlare e si fanno dare lezioni di democrazia addirittura dal “cattivissimo” Zirinovsky, vicepresidente del Parlamento russo che, intervistato da Fausto Biloslavo de “Il Giornale” spiega: «Gli abitanti della Crimea hanno il diritto di chiedere maggiore autonomia. Ci potrebbe essere una confederazione in Ucraina. Se le loro richieste non verranno rispettate allora avranno il diritto all’indipendenza». Poi, a sorpresa cita la Lega Nord e dice: «anche la Lega Nord vuole vivere separatamente da Roma e preferisce Milano come capitale». E sarebbero questi i russi antidemocratici e cattivi?
Obama, dimenticando le più o meno pesanti “ingerenze” americane in mezzo mondo dal Vietnam all’Ucraina stessa definisce grave l’ingerenza russa in Ucraina e la solita UE, dopo aver soffiato sul fuoco, reagisce scompostamente e rischia di fare altri danni. Come abbiamo detto tante volte l’unica soluzione rispettosa di tutti è la secessione o la confederazione proposta oggi anche dalla Russia che permetterebbe agli ucraini occidentali di unirsi alla UE e ai russofoni di ricongiungersi a Mosca. Impedire i referendum e incatenare i russofoni come vuol fare Bruxelles sarà molto più pericoloso di qualche soldato russo a difesa di Sebastopoli.
Speriamo non succeda nulla, ma se qualcosa accadesse le colpe degli apprendisti stregoni di Bruxelles sarebbero enormi.

Max Ferrari | marzo 2, 2014 alle 1:10 pm | URL: http://wp.me/p3RTK9-3YM

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