Futilità della distinzione fra droghe leggere e pesanti e i disastri di una liberalizzazione delle prime.

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Segnalazione di Maurizio-G.Ruggiero

MARIUANAhttp://www.circololarocca.it/larocca/droga-non-ce-niente-di-leggero/ – 16 febbraio 2014

Droga: non c’è niente di leggero

Ci risiamo, lanciata dalle news della stampa italiana, ossequiosa alle liberalizzazioni dell’uso delle droghe negli USA e nell’avanzato Nord Europa, riecco l’ennesimo tentativo di legalizzare le c.d. droghe leggere.

E quale spunto migliore, in questo periodo di crisi economica, disoccupazione giovanile e tassazione selvaggia, se non proporre, attraverso la legalizzazione, nuovi posti di lavoro per uno Stato spacciatore, l’uscita dal sistema scolastico e dal mercato del lavoro di centinaia di migliaia di giovani e lo sgravio delle tasse, per merito delle entrate monopolistiche della vendita di stupefacenti?

Ideona che transita sui media, con cui i politici bi-partisan dalle strette intese, ci ammorbano quotidianamente ?

Anche se dal Ministero della Salute giunge il messaggio che la cannabis :

1) danneggia gravemente l’apparato immunitario e circolatorio, causa tachicardie  e mal di testa, influisce sulla memoria, depauperando il patrimonio cognitivo, abbatte la capacità di concentrazione, favorendo distrazione, apatia, riduzione dell’attività fisica ed intellettuale, incapacità di affrontare le difficoltà e le novità,  scemare della capacità di giudizio, della comunicatività;

2) che l’assunzione abituale favorisce il sorgere della sindrome amotivazionale ed in dosi elevate l’insorgere di paranoie e manie di persecuzione;

 Anche se dagli uffici statistici ci arriva il dato (a parere di alcuni minimale rispetto al reale) che in Italia il 22,3 % dei giovani fra i 15 e i 24 anni fa uso di cannabis.

 La politica che dovrebbe opporsi, almeno in relazione ai valori di riferimento, tace (come nel caso del decreto Scalfarotto, della pressione fiscale, dell’ordine pubblico, della distruzione dell’ambiente ammorbato anch’esso da veleni, della perdita della sovranità nazionale, della svendita della nostra economia nazionale).

Oltre che una legge elettorale che consenta alle caste di comandare nell’italietta radioguidata da Bruxelles, serve una gioventù stordita da medioguidare.

Certo quel 22,3 % e più di giovani elettori poi tornerebbe utile, come le entrate fiscali derivanti dalla depenalizzazione delle cannabis etc.

Come sempre, però in Italia, mestieranti allo sbaraglio danno numeri a caso, ipotizzando entrate addirittura superiori a quelle che ci sarebbero si negli USA ci fosse una liberalizzazione totale (8 miliardi di euro in Italia, mentre la stima USA è di 6,4 miliardi di euro).

La realtà è invece che le entrate sarebbero fra 1 e 2 miliardi di euro, 10.000 detenuti in meno, mentre di contro sono sottotaciute le gravissime conseguenze, quali:

– il calo o l’annullamento di rendimento delle prossime classi di studenti di ogni ordine e grado;

– l’aumento di reati, quali gli infortuni stradali, risse, furti, danneggiamenti, etc;

– l’aumento di depressi da cronicizzare con psico-farmaci, l’aumento di schizofrenici, di paranoici, con le conseguenze devastanti sul piano sociale e familiare;

– l’aumento della diffusione di malattie sessualmente trasmissibili;

– l’aumento di cocainomani, eroinomani, impasticcati di ogni genere, insomma l’aumento di politossicodipendenti, magari con associazione alcoolica.

 Lo stato “allucinogeno” del dibattito, impedisce il semplice ragionamento che lasciare libero consumo di droga, significa far lievitare il consumo.

Si provi per esempio a togliere dal codice penale i reati di rapina e furto e se ne vedrebbero subito i risultati.

Si tratta però di un ragionamento troppo complesso per essere colto dai soloni della cultura mondiale, che ci governano verso il progresso dell’uomo nuovo, senza sesso, identità e uso del cervello.

Da ultimo, chi è del settore ed ha esperienza sul campo nella lotta al consumo degli stupefacenti, sa che se non tutti i consumatori di cannabis diventano eroinomani, certamente tutti gli eroinomani son passati attraverso la cannabis o marijuana, droga ponte dunque verso disastri esistenziali e sociali più grandi.

L’ultimo infondato argomento sostenuto dalla sinistra Sel, è quello dell’esclusione dal mercato del narcotraffico criminale, ma non pare allora contraddittoria questa linea di sostituzione alle mafie, da parte del nostro Stato in divenire spacciatore, gestore di case chiuse e da gioco, a cui pagare direttamente ulteriori balzelli per sostenere il nuovo disastro dissesto provocato, nuove clientele e posti di lavoro che nulla portano al bene comune generale?

Dalle droghe non viene niente di buono e non c’è nulla di leggero, svegliamoci.

 

Benedetto Tusa

 

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