Il Pd, che a Torino revoca la cittadinanza a Mussolini, a Sarzana l’ha confermata al sanguinario Kim Il Sung

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 Segnalzione di Quelsi

by  Riccardo Ghezzi 

 

CARO LEADERAnche un dittatore come Kim Il Sung, nordcoreano, può avere la cittadinanza onoraria nell’Italia che si ricorda di revocarla a Mussolini. Attenzione però: la cittadinanza onoraria al “Grande Leader” della Corea del nord non è stata conferita in un periodo di dittatura comunista nel Belpaese, come i riconoscimenti concessi a Mussolini negli anni ’20 quindi in piena dittatura fascista, ma volontariamente dai consiglieri comunali di Sarzana, cittadina ligure tra le più rosse d’Italia.


Accadeva il 12 novembre 1981, giorno in cui una ventina di consiglieri comunali di Pci, Psi, Dc e indipendenti pensarono in modo trasversale di omaggiare il dittatore «in segno di fratellanza e amicizia tra la nostra città e il po­polo coreano», come scritto nero su bianco sul verbale citato dal Giornale, in cui appaiono i nomi del sindaco Francesco Baudone e gli altri consiglieri favorevoli.
La vicenda torna d’attualità due anni fa, nel 2012, quando Andrea Camaiora, consigliere comunale del Pdl, propone di “cancellare questa brutta pagina di sto­ria cittadina” revocando la cittadi­nanza a Kim Il Sung. Una brutta pagina, a dir poco: un conto è concedere la cittadinanza onoraria a Mussolini nel periodo fascista, un altro omaggiare un dittatore comunista nell’Italia degli anni ’80.
Camaiora trova l’appoggio del collega di partito Carlo Rampi e del leghista Sparta­co Bagnone, ma la maggioranza risponde picche. Si vota per revocare la cittadinanza onoraria a Kim Il Sung, esattamente come pochi giorni fa il Comune di Torino ha votato per cancellarla a Mussolini, ma la proposta non passa. Tutti i consiglieri comunali del Pd votano contro, idem il dipietrista Massimo For­cieri, mentre Sel e Udc si astengono. Il dittatore coreano rimane quindi cittadino onorario di Sarzana grazie ai voti del Pd.
Vale la pena ricordarne qualche crimine, come ha fatto Il Giornale due anni fa:

Al vertice del partito comunista e della Co­rea del Nord fra la metà degli anni ’40 e il 1994, data della morte, si è guadagnato l’8˚posto nella classi­fica dei despoti più sanguinari della Storia. Un 8˚ posto meritatissi­mo, dal punto di vista dell’elimina­zione fisica, con strategia scientifi­ca, di almeno 1 milione e 600mila persone colpevoli di non pensarla come lui. Tutte persone finite nel­le putride galere coreane e infine uccise o lasciate morire di stenti, per aver chiesto di non essere sfruttate, umiliate, affamate dal potere assoluto del «Grande Lea­der » che vantava pure capacità so­prannaturali. Si tratta di quello stesso Kim Il Sung che, nel frattem­po, viveva, lui, i familiari e la stret­ta cerchia di dignitari ruffiani e ge­nuflessi, nel lusso più sfrenato, e pretendeva di rivaleggiare con le grandi potenze, tenendo i confra­telli della Corea del Sud e il resto del mondo sotto la minaccia di una guerra.

Niente male per un “guaritore e taumaturgo”. Nonché cittadino onorario in un’Italia sì anti-fascista, ma forse non troppo convintamente anti-comunista. Vero Pd?

Riccardo Ghezzi | aprile 3, 2014 alle 7:39 pm | URL: http://wp.me/p3RTK9-4ei

2 Risposte

  • perché non intitolare al signor Vladimiro (nomen omen) Luxuria una piazza della capitaloe nord-coreana? – il ministero degli esteri si attivi!!! l’onore dell’Italia comunista risiede del Sacro Vizio!

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