Segnalazione di Maurizio-G. Ruggiero
http://www.repubblica.it/esteri/2014/04/20/foto/nelle_mappe_di_apple_c_il_mostro_di_loch_ness-84081308/1/#1 – La Repubblica.it 20 aprile 2014
Affiora di nuovo l’ipotesi che il mostro di Loch Ness sia vivo e vegeto, immortalato ancora una volta mentre nuota in acque scozzesi. La nuova prova della sua esistenza sarebbe in una foto satellitare di una creatura lunga circa 30 metri, avvistata nel famoso e profondo lago delle Highlands. L’immagine, scattata a sud di Dores, è apparsa nelle mappe di Apple ed è diventata subito ”virale” in rete, dove si sprecano le ipotesi sulla vera identità del soggetto. Secondo i più scettici, non si tratta che di un natante: basta un sapiente uso di Photoshop, – come mostrano diversi siti, tra cui Metabunk.org, per riportare l’immagine del pesce gigante alla più plausibile forma di una nave di passaggio.
Nel 2009 un’altra foto scattata dal satellite e comparsa su Google Earth aveva rivelato la presenza di una creatura lunga una ventina di metri, vista attraversare il lago di Loch Ness. Anche allora, la segnalazione fatta dal britannico Jason Cooke era sfumata in una serie di smentite, per approdare alla conclusione che si trattasse di un’imbarcazione.
Nella storica testimonianza che ha foraggiato la leggenda di ”Nessie”, ovvero la foto scattata dal ginecologo inglese Robert Kenneth Wilson e diffusa nel 1934, una silhouette nera richiamava l’attenzione nelle acque lacustri. Un’immagine smascherata sessant’anni dopo dal Centro di Loch Ness e definita un falso: si trattava, in realtà, di un modellino creato dal patrigno del dottor Wilson, che aveva aggiunto testa e coda a un sottomarino giocattolo.
Il primo avvistamento del mostro di Loch Ness risale al 565 d. C., quando un monaco irlandese raccontò di aver assistito al funerale di un uomo “catturato da una selvaggia bestia marina”. Ancora oggi il mistero torna ciclicamente a fare parlare di sé e le nuove tecnologie non sembrano scalfirlo.
Perchè pubblicare queste banalità?
Perché per alcuni non sono banalità