Nell’epoca del miserabilismo bergoglione si arriva senza problemi alla profanazione…
Segnalazione di Pietro Ferrari
by ricciotti
Che cos’è la carità? Ce lo insegna san Paolo esaltando gli insegnamenti del Maestro: «Si linguis hominum loquar et angelorum, caritatem au tem non habeam, factus sum velut aes sonans aut cymbalum tinniens. Et si habuero prophetiam et noverim mysteria omnia et omnem scientiam, et si habuero omnem fidem, ita ut montes transferam, caritatem autem non habuero, nihil sum. Et si distribuero in cibos omnes facultates meas et si tradidero corpus meum, ut glorier, caritatem autem non habuero, nihil mihi prodest. Caritas patiens est, benigna est caritas, non aemulatur, non agit superbe, non inflatur, non est ambitiosa, non quaerit, quae sua sunt, non irritatur, non cogitat malum, non gaudet super iniquitatem, congaudet autem veritati» (1Cor. 13,1-6).
Cosa significa? San Paolo fa presente che non può esserci carità se non c’è amore per la verità, quindi il vero amore, quello predicato da Cristo: «[…] se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per esser bruciato, ma non avessi la carità, niente mi giova. La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia, ma si compiace della verità».
Cosa significa amare? San Giovanni, Apostolo dell’amore, insegna: «In hoc cognoscimus quoniam diligimus natos Dei, cum Deum diligamus et mandata eius faciamus. Haec est enim caritas Dei, ut mandata eius servemus; et mandata eius gravia non sunt, quoniam omne, quod natum est ex Deo, vincit mundum; et haec est victoria, quae vicit mundum: fides nostra» (1Gv. 5,2-4); sta a significare: «Da questo sappiamo che amiamo i figli di Dio: quando amiamo Dio e osserviamo i suoi comandamenti. Perché questo è l’amore di Dio: che osserviamo i suoi comandamenti; e i suoi comandamenti non sono gravosi. Poiché tutto quello che è nato da Dio vince il mondo; e questa è la vittoria che ha vinto il mondo: la nostra fede».
Si capisce con grande semplicità perché i modernisti, i quali usurpano molte nostre chiese da più di cinquant’anni, hanno in odio la fede cattolica. Essi, sovvertendo audacemente le Divine Costituzioni (cf. Pascendi Dominici Gregis, san Pio X; Mortalium Animos, Pio XI; Humani Generis, Pio XII), che invece non possono essere modificate (Mt. 24,35, «Caelum et terra transibunt, verba vero mea non praeteribunt»), dimostrano di non avere fede, poiché, chi ha fede, teme Dio (Sal. 60,6), dunque mai si azzarderebbe a depravare la Sua parola (cf. Satis cognitum e Provvidentissimus Deus, Leone XIII), a contravvenire ai Suoi comandamenti, in special modo a quelli che regolano i doveri dell’uomo verso Dio.
Cosa sta accadendo? I modernisti, pienamente padroni indisturbati della maggior parte delle nostre chiese, vivono una vera sceneggiata (clicca qui), difatti fingono di avere fede (Sir. 15,13) e di insegnarla, nella realtà essi non temono Dio, sono esseri tristi (Eccl. 8,13) e dimostrano, de facto, di essere agnostici; oggi, oltre ad aprire nella docenza ad ogni sorta di peccato (clicca qui), stanno aprendo le chiese agli invasori, a mò di ostello, così danno al mondo il falso messaggio di carità, invero filantropia terzomondista, massonica e cosmopolita (come ho già spiegato qui).
Sono di oggi alcune foto diffuse da Repubblica dove si vede che fine stanno facendo le nostre chiese, costruite col sangue dei martiri, in centinaia di anni, edificate con tanta fede e con i risparmi delle vedove, con le donazioni dei poveri e dei ricchi, difese dagli invasori nelle guerre fino alla morte.
Chi mai avrebbe immaginato che così tanti sacrifici fatti per edificare luoghi di culto a Dio, per la gloria di Dio, sarebbero serviti, oggi, a far proliferare il culto dell’uomo? Quell’antropocentrismo moderno ed agnostico che si insinua in gran parte della Chiesa cattolica dal Concilio Vaticano II ad oggi.
Uno dei capi del terzomondismo cosmopolita camuffato da carità è certamente il modernista Raniero Cantalamessa. Nel vecchio studio: BERGOGLIO E CANTALAMESSA, GLI ULTIMI «MIASMI PESTIFERI» DELLA «CHIESA CONCILIARE», dimostrai come il soggetto in questione ritiene che il battesimo di sangue sia la povertà, come se dipendesse dagli emolumenti sul conto in banca. Come abbiamo appreso, essere caritatevoli non significa fare l’elemosina.
ricciotti | giugno 16, 2014 alle 7:30 pm | Etichette: bergoglianesimo, Carlo Di Pietro, cosmopolitismo, falsa carità, filantropia, governo globale, modernismo, nuovo ordine mondiale, Raniero Cantalamessa,terzomondismo | Categorie: Antimassoneria, Apologetica e polemica, Vaticano II e crisi della Chiesa | URL:http://wp.me/p3Bugf-3ep
Comincia a nascermi la voglia di prendere un martello in mano e rendere giustizia!
Chissà poi perchè noi cristiani dobbiamo lasciare che le chiese vengano profanate in questo modo? Provate a fare la stessa cosa dentro una moschea e vedrete cosa succede! Papa francesco sei l’abominio della desolazione nel luogo santo! Sei un distruttore della Chiesa di Cristo!
Si possono trovare altri posti per accogliere queste persone. Le Chiese sono riservate al culto divino e non al culto dell’uomo. E chi vuole andare a messa in quella chiesa come farà? I musulmani ci stanno invadendo e non hanno alcun rispetto della nostra cultura cristiana!