Forza Italia guarda alle “unioni civili”

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Segnalazione Quelsi

 

by Girolamo Minotto

 

FORZA ITALIASi anima il dibattito liberale in Forza Italia e, seppur filtrato da una fitta cortina di timori, si comincia a parlare di temi come diritti civili e libertà individuali.
Secondo Luigi Crespi, noto esperto di comunicazione legato all’area azzurra «Il dibattito in Forza Italia aveva raggiunto un livello di tossicità insopportabile che si è manifestato sui quotidiani attraverso quelli che in gergo si chiamano retroscena. (…) E’ chiaro che questo conflitto non può resistere per molto, mentre c’è in corso un dibattito in cui si gioca obiettivamente il futuro non solo di Forza Italia, ma di tutto il centrodestra».

 

Si tratta quindi forse della resa dei conti, uno scontro tra due placche tettoniche da tempo attive nel sottobosco forzista? Non ci è dato sapere cosa accadrà in futuro, ma è evidente che il tema del rinnovamento del centrodestra dovrà per forza di cose passare anche da questo. Sempre secondo il guru azzurro «Sarebbe clamoroso se questo aspetto di civiltà che l’Italia ancora non ha, potesse arrivare grazie al contributo del centrodestra, lasciando al centrosinistra solo un’idea astratta di modernità pervaso così com’è in questa fase da divisioni e lotte di potere che rischiano di mettere seriamente in difficoltà lo stesso Renzi».
Giocare in contropiede, quindi, e comprendere l’intervento di Francesca Pascale (attuale compagna di Berlusconi, ma anche ex Consigliere Provinciale) che si rivela giorno per giorno come la punta dell’iceberg di un grande tema sommerso.

Abbiamo rivolto qualche domanda a Simone Enea Riccò, consigliere di Zona 5 a Milano e giovane forzista collocato nell’area liberale, che da alcuni anni sostiene battaglie per le libertà individuali e attualmente propone soluzioni per agevolare le aperture del centrodestra su temi abbandonati al controllo, quasi totale, della sinistra.

 

Alcuni giorni fa sul nostro giornale è stato pubblicato un editoriale sul tema delle libertà individuali e delle unioni civili, crede che aperture in questo senso siano legittime per un centrodestra legato ai valori di famiglia tradizionale?
I valori legati alla famiglia tradizionale sono sacrosanti, non credo che nessuno voglia svilirne la funzione che da sempre è pilastro della nostra società, sono però convinto che gli anni passano e portano progresso, le congiunture economiche e sociali attuali e le convenzioni sociali non possono e non devono essere ancorate, sono in continua evoluzione e questo comporta adattamento.
Chi, in politica, è capace di adattarsi alle nuove condizioni, tenendo alti i propri valori ma capendo le esigenze della società, può essere l’interprete protagonista del nostro tempo.
Detto questo, faccio fatica a pensare ad un centrodestra in cui la libertà individuale non venga tutelata, dopotutto lo spirito liberale di Forza Italia dovrebbe riconoscersi anche in questo.
Nel nostro editoriale parlavamo di uno scoglio insormontabile, che spesso impedisce l’apertura su tali temi, rappresentato dal retaggio culturale di stampo religioso, è d’accordo?
Sono d’accordo, è verosimile che l’influenza religiosa sia il vero ostacolo al dibattito, ma io da cristiano cattolico credo fermamente che la Chiesa non debba o possa interferire su questioni legate a leggi dello Stato.
Spesso si parla di religione, senza pensare che la nostra è una religione basata sulla tolleranza, sulla pietà cristiana, sul libero arbitrio nelle scelte, un culto in cui si può arrivare al peccato, ma vi è sempre la possibilità della redenzione se vi è un pentimento.
E’ per questo che da credente preferisco lasciare libera scelta, recuperando quel senso di libertà, senza imporre la mia fede a nessuno.
Lei conduce da tempo, come altri ragazzi vicini alla corrente liberale, battaglie affinché il centrodestra apra la propria visione non solo al liberismo economico, ma anche al liberalismo autentico legato alle libertà personali.
Come vede la questione delle unioni civili, ad esempio?

E’ vero, da quando ho iniziato ad affacciarmi al panorama politico, spesso in controtendenza con alcuni miei colleghi, cerco di spingere Forza Italia verso una visione più aperta, più vicina all’idea di libertà delle scelte personali.
Sono felice che ora si stia aprendo il dibattito ed ho apprezzato molto le dichiarazioni dell’altro giorno di Francesca Pascale e la linea di Giovanni Toti, che già a Matrix qualche mese fa diceva “bisogna essere laici e non distruggere la famiglia, ma neppure comprimerla fuori misura e fuori dal tempo“.
Credo però che in questi tempi bisogna avere il coraggio di pensare ad un nuovo Istituto basato sulla convivenza, che sia indipendente dal sesso dei contraenti e pensarlo come un istituto doveroso per garantire a chiunque di accedere ad alcuni di quei diritti basilari che non sono garantiti dallo Stato, se non si accede al matrimonio, come ad esempio quelli legati all’assistenza sanitaria.
Che tipo di Istituto?
Un Istituto più snello, che tuteli la convivenza tra due persone, che per scelta o per obbligo non possono o non vogliono sposarsi, non dobbiamo farne una questione legata solamente al sentimento, all’affetto e nemmeno alla religione.
Al di là del sesso di appartenenza, con le congiunture economiche attuali sappiamo bene che alcune unioni sono indipendenti dalla sfera prettamente affettiva, ma solo per convenienza ed amicizia.
Due persone possono convivere oggi per dividersi le spese, avere in comune tetto, salute, soldi e bollette, ma se uno dei due subisce un ricovero ospedaliero l’altra non può accedere alle condizioni di salute dell’amico/fidanzato/collega.
Si tratta di equità dei diritti, uno Stato moderno dovrebbe essere in grado di stare al passo con i tempi e le nuove convenzioni sociali.
Lungi da me però negare che spesso la sfera affettiva c’entra eccome in questi casi ed anzi proprio per questo credo che un partito come il nostro debba tutelare le libertà di scelte individuali di ogni persona e porsi alla guida di una stagione di rinnovamento in questo campo.
Molti contrari però richiamano ai diritti e doveri del matrimonio, al quale unioni di questo genere non sarebbero sottoposte, come risponde?
Nel primo caso, quello di estensione dell’unione civile alle coppie omosessuali, credo che non vi siano particolari problemi in termini di doveri tra i coniugi, ad esempio nel diritto i coniugi sono in posizione di perfetta eguaglianza, hanno equivalenti obblighi di coabitazione e di contribuzione ed un obbligo reciproco di fedeltà e quindi fatico a credere che la componente omosessuale non voglia farsi carico di tali doveri.
Per quanto riguarda i doveri verso i figli, è evidente che la particolare conformazione non possa dar luce a nuova vita e quindi i doveri verso i figli non sussistano, ma non lo ritengo un ostacolo ad una formazione di una coppia che per amore decide di unirsi, altrimenti vorrebbe dire legittimare una crociata verso le coppie sposate senza figli.
Per quanto riguarda le adozioni per le coppie omosessuali sono personalmente contrario, ma il tema è veramente spinoso, perché credo che la riflessione vada fatta sempre pensando alle libertà individuali, ma seguendo anche il sacro principio del neminem laedere e quindi da questo una serie di perplessità legate alla condizione sociale dell’adottato che inoltre si troverebbe ad aver a che fare con un mondo che già guarda con diffidenza le unioni gay.
E nel secondo caso?
Nel secondo caso, quello della creazione di un Istituto giuridico che tuteli le convivenze, invece non credo che si porrebbe il problema di diritti e doveri, dato che per la sua conformazione l’istituto non avrebbe carattere prettamente affettivo,quindi ad esempio la fedeltà potrebbe non avere senso di esistere, ma sarebbe atto a tutelare i casi di convivenza, sempre più numerosi in Italia e che oggi si trovano in una zona grigia, non perfettamente normata, donando alcune tutele che mi paiono doverose in questi casi.

Girolamo Minotto | giugno 18, 2014 alle 6:50 pm | Etichette: forza italialibertà individualisimone enea riccò,unioni civili | Categorie: ItaliaPolitica ed Economia | URL: http://wp.me/p3RTK9-4QC

Una Risposta

  • forza italia deriva dai laicissimi socialisti. Quando erano un pò di più li ricordiamo opportunisti e baciapile con il clero. non meravigliamoci delle loro scelte, come i loro rivali, profondamente anticattoliche. che vadano a cagare anche loro.

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