Segnalazione di Luca Castellini
In merito agli ultimi sviluppi dell’inchiesta sullo scandalo Mose condotta dal quotidiano La Stampa, secondo cui il nome di Flavio Tosi sarebbe spuntato in una indagine sulla sanità legata a doppio filo con lo scandalo inerente il sistema di barriere mobili per proteggere Venezia dall’acqua alta, Forza Nuova Verona, attraverso il proprio Coordinatore Provinciale Alverà Francesco dichiara:
“Al peggio non vi è mai fine. L’ennesima torbida nube di scandali si addensa sulla testa di Tosi, divenuto ormai ad oggi il massimo rappresentante del “pagliaccismo” leghista, una corrente o meglio un malcostume che sembrava aver toccato il suo apice nella nostra città con la candidatura alle ultime elezioni europee di un sindaco leghista dichiaratamente espressosi contro l’uscita dall’Euro e a favore dell’accoglienza dei profughi clandestini, di un personaggio che banchetta su Verona insieme ai picciotti dopo essersi comprato consensi a manca, ma soprattutto a “destra”, tra coloro che si sono letteralmente svenduti per 4 soldi e che non hanno mai saputo rappresentare la volontà dell’elettorato della destra radicale nazionalista veronese”.
“Attendiamo con ansia” – continua Alverà – “che si faccia luce sulle sospette tangenti riguardanti la realizzazione dell’ospedale di Padova e la sanità veneta in genere, un assessorato che da 20 anni risulta nelle mani (non proprio pulite) delle Lega Nord: prima con Tosi e poi con i veronesi Francesca Martini e Luca Coletto, quello stesso Coletto che qualche giorno fa, in difesa della decisione della Commissione Sanità della Regione Veneto di impedire ai volontari delle associazioni che difendono le madri e i bambini nascituri di essere presenti negli ospedali, si è abbandonato ad agghiaccianti dichiarazioni del tipo «le donne costrette a prendere una decisione così dolorosa come l’aborto non vanno torturate». Queste parole suonano come l’ennesimo schiaffo del Carroccio assestato a Verona e ai veronesi”.
“La classe politica odierna,” – conclude Alverà – “che dovrebbe considerarsi miracolata per il solo fatto di occupare posti di prestigio senza alcun merito e di godere di stipendi da capogiro senza dimostrare alcuna competenza, non perde occasione per sottrarre all’Italia e agli Italiani quel poco di senso di credibilità e di legalità che rimane, vendendosi per un pranzo in un bel ristorante, per una vacanza in Calabria o per pagare le rate di un mutuo in una villa sui Colli Euganei. Lo scandalo recentissimo del Consorzio Nuova Venezia, costituisce una riprova del marciume che trasuda dalle fondamenta dei palazzi del potere”.