Segnalazione Quelsi
by Rosengarten
Come prospettato dall’articolo-denuncia pubblicato da Qelsi il 20 novembre del 2013 dal titolo: “Mimmo Consales, sindaco PD di Brindisi, indagato per riciclaggio e ricettazione”, per Cosimo Consales, detto Mimmo, è stato ora formalizzato dal gup di Brindisi Maurizio Saso il rinvio a giudizio per fatti che, a vario titolo ed in concorso con altre tre persone, configurano i reati di truffa, abuso d’ufficio e concussione.
La decisione di sottoporre a processo il Consales rappresenta l’atto conclusivo di serrate indagini condotte in stretta collaborazione con la GdF, le quali hanno permesso ai pm brindisini Giuseppe De Nozza e Savina Toscani di concludere l’istruttoria con la richiesta, accolta, di rinvio a giudizio degli imputati.
Questa è la notizia. Ma perchè a sette mesi di distanza torniamo ad occuparci di una vicenda nella quale il montante delle somme contestate come “illegalmente sottratte per proprio tornaconto” è relativamente modesto se confrontato con quelle che giravano nei grandi sistemi messi in piedi dal PD per rastrellare soldi a Monza, a Milano-Expo, a Siena, adesso anche a Venezia ed in tutto il resto del Paese come sempre più spesso esce fuori? Perchè ci occupiamo del “pesce piccolo” Consales in un Paese dove la sinistra ha eretto a sistema clientelismo e corruzione dilagante che muovono decine di miliardi, tanto che quando escono fuori questi fatti quasi neanche fanno più notizia? E’ presto detto. Il caso Consales ha delle proprie peculiarità che lo renderebbero differente dalle vicende di “ordinaria corruzione” di cui sono piene le cronache quotidiane.
Di solito, quando sono dei politici ad essere scoperti come corrotti, si è portati a sottolineare come purtroppo sia “l’occasione – cioè lo stare in politica – a fare l’uomo ladro”. Se questa presunzione ha un qualche fondamento, allora bisogna dire che per Consales, se le accuse a lui rivolte dai pm brindisini verranno confermate dalle risultanze processuali, varrebbe esattamente il contrario e ci troveremmo di fronte al caso non unico, ma certamente raro, di un “disonesto che ha cercato lui l’occasione”, cioè di qualcuno che si è buttato in politica solo per crearsi una copertura ed una immagine da insospettabile, abusando della posizione raggiunta per meglio coprire le proprie malefatte senza che qualcuno gli stesse addosso a fargli le pulci. Però, dai e dai i nodi vengono al pettine ed a lungo andare si finisce con il lasciarci lo zampino come la famosa gatta che andava al lardo.
I dettagli della vicenda sono riportati nell’articolo sopra richiamato. In sintesi, Mimmo Consales, che pure era un affermato giornalista, locale corrispondente dell’Ansa, un volto noto ed un personaggio popolare delle locali TV, un imprenditore di successo, insomma uno benvoluto da tutti che godeva di una posizione invidiabile ed apprezzata, un giorno ricevette una cartella dall’agenzia Equitalia di Brindisi, allora diretta da Giuseppe Puzzovio, che reclamava il versamento nelle casse dello Stato della bellezza di 385mila euro, di cui 315mila per tasse evase e 70mila per il mancato versamento di contributi previdenziali. Una vera mazzata capitata tra capo e collo che avrebbe tramortito chiunque, ma non lui, che dopo qualche comprensibile attimo di smarrimento passò al contrattacco. La prima cosa che gli venne in mente fu quella di “negoziare” con Equitalia. E’ chiaro però che se ci vai come un anonimo cittadino neanche ti si filano. Vuoi mettere se invece ci vai da autorevole politico, chessò, come primo cittadino di Brindisi?
Si era sotto le elezioni comunali e fu così che a Mimmo Consales, l’uomo-copertina dei media pugliesi, venne in mente il baratto: portare in dote la sua popolarità ed il conseguente serbatoio di voti su cui avrebbe verosimilmente potuto contare, cioè quello dello stuolo di suoi ammiratori e simpatizzanti personali, in cambio della sua elezione a sindaco. Però era un operazione da fare sul sicuro, senza alee od incertezze, elezione certa e senza correre rischi di insuccesso, per cui si mise d’accordo col partito più forte su piazza, quello del 40 %, il PD. Fu eletto al primo colpo. Come primo atto il neosindaco si precipitò a conferire con Puzzovio ad Equitalia per cercare di risolvere il suo problemino da 385mila euro. Ed in quell’incontro dev’essere avvenuto una specie di miracolo perchè il debito di 385mila euro fu risolto concordando un versamento a saldo di soli 20mila euro, che peraltro furono pagati a rate tramite alcuni versamenti ciascuno di importo superiore ai mille euro, ovvero con denaro non tracciabile, in aperta violazione della normativa antiriciclaggio.
Ora ai magistrati brindisini, ma non solo a loro, questi fatti hanno fatto sorgere due domande spontanee: chi e perché decise di chiudere il contenzioso tra Equitalia ed il Consales con un versamento di soli 20mila euro, con grave danno patrimoniale dello Stato e dei contribuenti? E dove ha preso il Consales quei 20mila euro versati in contanti? Il sospetto della procura che provenissero da fonti ed attività illecite appare comprensibile e fondato. Di questo si parlerà al processo che si aprirà il prossimo 7 novembre, in cui comparirà anche Puzzovio, l’ex direttore dell’agenzia Equitalia di Brindisi, il quale, appena si ebbe sentore dell’inchiesta giudiziaria, fu trasferito in fretta e furia a Bari. Ma non è solo di questo che vorranno parlare i giudici brindisini.
Nell’occasione i magistrati passeranno al setaccio pure la questione della società News Sas che apparteneva al Consales e che per 15 anni si è occupata della comunicazione del Comune di Brindisi, gestendo il call centre e curando i servizi di rassegna stampa. Accadde poi che Consales, per ovviare ad un palese conflitto di interessi, una volta eletto sindaco abbia provveduto ad alienare l’azienda a tali Alessio Vincitorio e Simona Venuto. Nonostante al momento dell’elezione avesse dichiarato la ferma volontà di interrompere il rapporto Comune-New Sas, secondo quanto verificato dai magistrati il Consales continuò a rinnovare il contratto alla società che era stata sua e senza mai passare per una regolare gara d’appalto.
Di qui i dubbi degli inquirenti che prefigurano due possibilità. La prima, che gli attuali proprietari della News Sas siano solo dei prestanome del sindaco e che la vendita sia stata solo un’operazione di facciata. In questo caso il Consales sindaco avrebbe continuato ad assegnare appalti a se stesso, cioè al Consales imprenditore. Oppure, seconda ipotesi, che il passaggio di proprietà sia stato effettivo, ma che il prezzo di vendita, cioè quanto incassato dal Consales, sia stato gonfiato dietro la garanzia che il Comune avrebbe continuato ad assegnare “saecula saeculorom” in esclusiva alla News Sas il contratto di fornitura dei servizi. Evidente il tornaconto dell’uomo politico del PD in entrambi i casi.
Quella dell’assegnazione di contratti senza gara d’appalto sarebbe la specialità di casa Consales, che è inquisito anche per un’altra “marachella”. Egli era socio principale anche di un’altra azienda, la Motumus, specializzata nell’organizzazione di eventi culturali, alla quale, in qualità di sindaco assegnò dietro il compenso di 212mila euro il contratto per l’organizzazione dell’Estate Brindisina del 2012. La cosa avvenne a luglio ed alle contestazioni degli inquirenti circa l’assegnazione diretta, il Consales si difese affermando che la decisione fu presa a fine giugno e che non c’era stato il tempo per emettere e gestire un regolare bando di gara “perchè troppo a ridosso dell’inizio dell’estate”. Inoltre, al momento dell’assegnazione del contratto alla sua ex società lui si era dimesso da socio, per cui non avrebbe avuto alcun interesse diretto in quella commessa.
A parte che lui era stato eletto ai primissimi di maggio e che quindi avrebbe avuto tutto il tempo necessario ad emettere un bando di gara, rimane il fatto che lo scorso 7 febbraio gli agenti della Digos provvidero alla perquisizione delle abitazioni di Maurizio Ciccolella e Salvatore Vetrugno, ufficialmente gli attuali responsabili della Motumus, entrambi raggiunti da informazione di garanzia per la gara senza appalto per l’Estate Brindisina. In quella occasione, però, gli inquirenti accertarono che Vetrugno, oltre ad essere responsabile della Motumus, è anche dipendente della News che si sospetta sia ancora totalmente in mano a Mimmo Consales. Quindi, la Motumus stava in mano ad un dipendente di Consales che pertanto, sospettano i magistrati brindisini, conserva ancora la titolarità effettiva di quella società.
Ricapitolando e facendo ordine, ci sarebbe un giornalista-imprenditore che avrebbe fatto dell’evasione fiscale il suo passatempo preferito. Beccato con le mani nel sacco, avrebbe inteso aggirare le proprie responsabilità facendosi rilasciare la patente di “politico impegnato di sinistra” dal PD per accrescere il proprio potere d’influenza sino al punto di ottenere il sanamento di un contenzioso da 385mila euro con Equitalia dietro il versamento di 20mila euro con versamenti non tracciabili, incorrendo nel reato di riciclaggio. Da sindaco, avrebbe continuato ad assegnare contratti di fornitura di servizi al Comune di Brindisi senza gara, col fondato sospetto dei magistrati che quei contratti li abbia assegnati a se stesso, visto che tutto lascia pensare che i titolari delle sue ex società siano solo dei prestanome e che lui mantenga il pieno controllo delle stesse. Ma non è tutto, perchè il Comune di Brindisi, se i reati a lui ascritti fossero accertati in tribunale, sarebbe parte lesa.
Per ovviare all’inconveniente, da sindaco Mimmo Consales ha ottenuto dalla giunta la rinuncia alla costituzione di parte civile. Ma ancora non basta, perchè nella sua posizione, il minimo che ci si potrebbe aspettare è che almeno si dimettesse dalla carica di sindaco. Ma non lo fa. Il PD, nella circostanza ha deciso di essere rappresentato dallo stesso Consales inteso come importante esponente del partito, per cui riflettendo una decisione ufficiale del PD presa da lui stesso e non contestata da alcuno, dall’alto di una ferma e ragionata “posizione politica”, il politico Consales ha escluso che il Consales sindaco possa dimettersi, ma non per propria convenienza, ma perchè Brindisi non merita di essere gestita da un commissario. Comunque sia una cosa è certa: al processo non ci sarà da annoiarsi.
Rosengarten | giugno 17, 2014 alle 3:14 pm | Etichette: brindisi, cosimo consales, pd | Categorie: Giustizia e Società | URL: http://wp.me/p3RTK9-4Q8