Riforma sanitaria ed immigrazione: ancora due sonori schiaffi per Obama

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Segnalazione Quelsi

by Rosengarten

OCCHIOUna delle peculiarità della democrazia statunitense è rappresentata dalle Midterm Elections, cioè le elezioni di medio termine. Si chiamano così perchè si svolgono il primo martedì di novembre degli anni pari nei quali non ci sono le elezioni presidenziali, con le quali si alternano con cadenza quadriennale. Esse riguardano il Congresso, con il rinnovo dei 435 rappresentanti della Camera e di un terzo dei senatori che sono in tutto 100, quindi alternativamente una volta si eleggono 33 nuovi membri del Senato, una volta 34.

Inoltre, 36 dei 50 stati della confederazione eleggono il proprio governatore in concomitanza delle Midterm, che vengono quindi a costituire un caposaldo della politica americana, con il quale gli elettori possono esprimere un giudizio di peso rilevante sulla politica del governo ed in particolare su quella del Presidente Usa, imponendo spesso con il loro voto dei drastici correttivi e conversioni ad U della politica degli Stati Uniti. Quindi, le prossime Midterm di novembre consentiranno agli americani di esprimere il proprio parere ed il proprio apprezzamento, o una feroce critica, sulla linea politica ed i risultati ottenuti alla metà del suo secondo mandato dal presidente Obama. Al momento, esse si prefigurano come un difficile banco di prova per l’attuale amministrazione e sono molti gli osservatori politici che si sbilanciano a prevedere un tracollo del partito democratico per colpa della politica obamiana.

Le avvisaglie ci sono tutte. L’economia, nonostante segnali di ripresa qua e là, non decolla, si allargano le fila dell’esercito dei nullafacenti assistiti e con esso il senso di profonda frustrazione e di impotenza degli americani da sempre abituati a ragionare in termini di meritocrazia, un validissimo criterio su cui basare la costruzione di una socità giusta e dinamica, ma di cui ora si stanno perdendo le tracce nella vita di tutti i giorni. Cittadini ed elettori profondamente delusi e che si sentono traditi dal governo “tutte chiacchiere e niente fatti” di Obama e che si vedono aggrediti anche sul rispetto e nella tutela dei valori fondanti della società stunitense. Ci si riferisce, in particolare, al dilagante avvilimento del tradizionale concetto di famiglia, alla depenalizzazione diffusa del consumo e dello spaccio di droga, all’oltraggio alla libertà di coscienza e di religione con cui si sono stati presi di mira i cristiani sull’abbrivio di alcuni sporadici scandali di preti pedofili, che hanno coinvolto in pratica solo pochi individui della diocesi di Boston, ma che sono stati generalizzati per attaccare e criminalizzare la totalità della Chiesa cattolica e conferire una patente di accettabilità al fondamentalismo islamico strisciante o dormiente negli USA.

Ma ora pare che gli americani si siano stancati di questo stato di fatto e che abbiano cominciato a reagire, Costituzione alla mano. Con la riforma per estendere la sanità ad altri 37 milioni di cittadini, la cosiddetta Obamacare, si era venuto ad imporre a tutti l’osservanza di regole in materia di contraccezione ed aborto che negavano la libertà di coscienza delle istituzioni religiose e dei singoli cittadini. Investiti del problema, i nove giudici della Corte Suprema degli Stati Uniti si sono pronunciati a favore del pieno rispetto della libertà di coscienza che Obama voleva negare con la sua arrogante e dispotica riforma. Prima di questa sentenza, di fatto era consentito solo alle scuole cattoliche di rifiutarsi di coprire le proprie insegnanti con un’assicurazione sanitaria estesa alla interruzione di gravidanza ed ai sistemi contraccettivi. Con questa sentenza, la Corte Suprema abbatte un bel pezzo del muro di cemento eretto da Obama a difesa di una visione liberticida e dissoluta “per legge” della società americana, riconoscendo anche alle aziende ed a qualsiasi datore di lavoro il diritto di obiezione di coscienza per motivi religiosi, cioè di potersi rifiutare di includere nei premi assicurativi anche le quote per offrire l’assistenza sanitaria per quanto concerne l’aborto non terapeutico e la gestione delle pratiche contraccettive. Uno schiaffo sonoro ricevuto in pieno volto, di cui Obama ha visibilmente accusato il colpo. Un secondo ceffone, altrettanto sonoro, Obama se l’è dato da solo e rappresenta una durissima sconfitta della sua politica per l’immigrazione.
Mentre al Congresso langue la proposta di riforma del Presidente in materia di immigrazione, gli Usa sono alle prese con una ondata senza precedenti di clandestini che arrivano dal Centro-America, per lo più da Guatemala, El Salvador e Honduras, per riversarsi illegalmente nel Texas. Ma non si tratta dei soliti flussi di immigrati, perchè in questo caso la maggior parte sono giovani e bambini non accompagnati da adulti o genitori. E’ il new deal dell’immigrazione, mandare i più giovani in avanscoperta contando su una minore rigidità al divieto di ingresso nei loro confronti. Dall’inizio dell’anno sono arrivati almeno 53mila “bambini”, cui vanno sommate almeno 32mila donne arrivate con bambini in fasce. Una notevole impennata rispetto all’anno scorso, secondo quanto riferisce con preoccupazione il Washington Post, che ha colto il governo di sorpresa ed ha indotto il Presidente a correre a quei ripari più volte indicati dall’opposizione repubblicana, ma mai presi in considerazione da Obama. La prima mossa è stata quella di richiedere al Congresso l’autorizzazione allo stanziamento di oltre 2 miliardi per gestire l’emergenza ed affrettare i rimpatri. Poi, secondo fonti della Casa Bianca, si appresta a chiedere il varo di misure più severe per i trafficanti che portano illegalmente i bambini al di qua della frontiera americana.

Quello che Obama non dice è che è stata la sua politica debole e permissiva ad incoraggiare lo sviluppo di questo fenomeno, ed il Presidente della Commissione Giustizia alla Camera Robert Goodlatte non fa sconti nell’addossare ogni responsabilità di questa situazione sulle spalle dell’amministrazione democrat. “Le misure adottate finora sono troppo deboli e in alcuni casi controproducenti – ha affermato Goodlatte – ed hanno sortito l’effetto di far diffondere la voce nelle Americhe ed oltre che l’amministrazione Obama ha adottato passi senza precedenti e probabilmente incostituzionali per fermare l’applicazione delle nostre leggi sull’immigrazione clandestina, che pertanto ha ripreso vigore”. Critiche durissime alle quali Obama non ha replicato. Però il Presidente deve essere alla disperazione se è arrivato a lanciare un incredibile appello diffuso da tutti i network ricevuti a sud dei confini del Texas. “Non mandate i vostri figli verso il confine americano” ha melodrammaticamente implorato Obama in tv rivolgendosi direttamente ai genitori di chi vive oltre confine, per poi assumere toni intimidatori e minacciosi : “Se ce la faranno a passare saranno rimandati indietro. Ma, cosa più importante, potrebbero anche non farcela a passare”. Cosa voleva dire? Gli americani sono contrari all’immigrazione illegale, si aspettano che i clandestini vengano respinti, ma senza ricorso alla forza bruta, e nessuno pretende che bambini ed infanti indifesi vengano “smarriti e dispersi” lungo la frontiera del Texas ritornando indietro all’epopea del Far West.

Con il suo atteggiamento, un terrorizzato Obama, passando da un eccesso all’altro, si sta orientando verso decisioni da stato dittatoriale non in linea con le tradizioni di legalità, ma anche di democrazia e spirito di ospitalità da sempre peculiari degli Stati Uniti. Nella politica per l’immigrazione di fatto ha smentito se stesso ed ora brancola nel buio sul da farsi. Ma non dovrà aspettare molto per capire come si deve gestire questo problema che lui ha sempre sottovalutato e che ora invece lo assilla. Tra quattro mesi ci saranno le Midterm Elections e saranno gli elettori a spiegargli “come si fa”. L’America sta in stand-by ed aspetta una sola cosa: che passino questi due anni di presidenza di Obama per girare pagina e liberarsi di un incapace che sta stravolgendo l’immagine degli Stati Uniti. Nel frattempo si adoperano per impedire che ai danni già fatti Obama ne aggiunga altri. Non ci vorrà ancora molto : sul respiro della storia due anni sono un attimo fuggente che passa in fretta.

Rosengarten | luglio 1, 2014 alle 5:12 pm | Categorie: MondoPolitica ed Economia | URL:http://wp.me/p3RTK9-4Uw

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