Segnalazione Quelsi
Quando, nel maggio di due anni fa, François Hollande diventava Presidente della Repubblica, non si riusciva ad avere un’opinione su di lui. O meglio qualcosa si immaginava: persino le pietre sapevano che era riuscito nell’impresa di conquistare l’Eliseo solo grazie agli errori terrificanti di Nicolas Sarkozy.
Dopo “solo” due anni ci siamo fatti una idea del soggetto: è peggio di una piaga d’Egitto.
E’ notizia di ieri che il governo socialista sia andato per la quarta volta k.o. (due volte con l’ex premier Ayrault e due con l’attuale premier Valls), di per sé questo la dice lunga sulla capacità dei socialisti di avere una idea chiara su come si governa il secondo paese più grande dell’UE dopo la Germania, ma il problema è principalmente lui, “Flamby”, insomma il Presidente.
Nel sistema costituzionale d’Oltralpe, se il Presidente ed il governo hanno lo stesso colore politico, il primo è pressoché un monarca, specie dopo la riforma costituzionale del 2008. Dunque esattamente come Il Re Sole governava Legibus solutus da Versailles, la stessa sorte tocca a “Flamby” dai palazzi di Faubourg Saint Honorè.
Non si è però capito cosa il nostro voglia fare di tutto questo potere: da due anni si lancia in una serie di iniziative come la tassazione del 75% sui patrimoni da 1 milione di euro in su, facendo scappare tutti i ricchi ed i benestanti dalla Francia con grande gioia degli istituti di credito belgi, olandesi ed ovviamente svizzeri e lussemburghesi.
Tolto queste misure economiche da “lotta di classe”, l’uomo che ha cacciato la destra dall’Eliseo dopo 19 anni di governo ininterrotto non ha fatto pressoché nulla.
Gli elettori l’hanno capito, non a caso il regalo che Hollande e la sua ciurma di “One Piece” allo sbaraglio si sono fatti è il Front National di Marine LePen primo partito in molte città piccole, medie e grandi per poi giungere al capolavoro di maggio: FN primo partito in Francia, seguito dall’UMP e solo terzo, a parecchi punti di distanza, il PS ora al governo.
Flamby aveva giurato e spergiurato che avrebbe contrastato le politiche del rigore della Merkel, quelle stesse politiche anti austerity che sono state la causa della caduta del terzo governo sotto la sua gestione e che non piacciono all’attuale titolare del dicastero dell’economia Montebourg, il quale ha affermato: “Dobbiamo alzare i toni con la Germania, quando dico Germania parlo della destra tedesca che sostiene Angela Merkel. La Francia non ha nessuna intenzione di sottomettersi agli assiomi ideologici della destra tedesca“.
Valls ha disconosciuto le teorie del suo ministro e si è chiuso il sipario.
Un sipario che del resto non si è mai aperto, in quanto “Flamby”, che a maggio 2012 giurava di combattere le teorie Merkeliane sull’austerity, si è ritrovato praticamente senza nulla, rendendo isolate le teorie e le pretese del suo emulo in salsa nostrana: Matteo Renzi.
I dati macro e micro economici parlano di un paese che non sta bene, le misure adottate fin qui sono insufficienti e dannose per i cittadini e per interi tessuti produttivi del paese e per il sistema Francia, un sistema in cui lo Stato ti porta “dalla culla alla tomba, dove non vi è neanche una parvenza di riforme liberali e liberiste; non le ha fatte la destra di Sarkozy, figuriamoci se le fa l’autore della tassazione al 75%.
La crisi del sistema socialista c’è ed è eclatante,dimostra, ancora una volta, che un conto è annunciare un altro realizzare.
Ora la palla passa al Presidente: cosa fare? Navigare a vista fino al disastro tra due anni e mezzo?
Cercare di cambiare la rotta, per quanto sia possibile, pur sapendo che i “marinai”(i ministri e la maggioranza parlamentare) sono questi?
Ci sarebbe un altra opzione estrema: sciogliere le camere,ma questo darebbe la quasi certezza di avere la Destra gollista dell’UMP maggioranza parlamentare e la conseguente “coabitazione”. E’ disposto Hollande a correre questo rischio? La Francia in questo stato può permettersi due anni e mezzo di guerra fredda tra L’Eliseo e Mantignon???
Se si continua così, di sicuro le regionali dell’anno prossimo ma sopratutto le Presidenziali del 2017 non potranno che essere un bagno di sangue per Hollande e per i socialisti, una legnata terrificante che sarebbe aggravata dalla possibilità, questa volta concreta, di vedere non solo l’eliminazione al primo turno della compagine socialista, ma sopratutto Marine Le Pen al secondo turno, in lotta per la conquista dell’Eliseo.
Giovanni Caiati | agosto 26, 2014 alle 9:23 pm | Etichette: francia, hollande, socialisti francesi| Categorie: Mondo, Politica ed Economia | URL: http://wp.me/p3RTK9-5js