Video della Santa Messa di ieri in onore di San Pio X e dell’omelia di don La Fitte che illustra la Home Scooling:
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Segnalazione Quelsi
Per quanto riguarda la scuola, l’Italia si posiziona appena al 23/mo posto della classifica in efficienza tra i 30 paesi Ocse. In testa c’è la Finlandia (87,81% di efficienza). In fondo, invece, dopo l’Italia (69,81%), si piazzano Portogallo, Spagna, Grecia, Indonesia, Brasile, ma anche Germania (25/mo) e Svizzera (28/mo), “le cui politiche di efficienza potrebbero non essere tra le priorità”. Per guadagnare qualche posto in classifica l’Italia potrebbe dunque avere due alternative: o aumentare gli stipendi degli insegnanti o ridurre il rapporto prof-studenti. E’ quanto emerge dal primo rapporto internazionale sull’Efficienza della spesa per l’educazione, condotto da Peter Dolton, esperto mondiale di economia dell’educazione della London School of Economics, insieme a Oscar Marcenaro Gutiérrez dell’Università di Malaga e ad Adam Still di Gems Education Solutions.
Secondo il modello econometrico applicato, dunque, “che calcola il legame statistico provato tra stipendi degli insegnanti o dimensione delle classi (le due varianti che più incidono sul bilancio) e i punteggi Pisa, l’Italia potrebbe ottenere risultati Pisa ai livelli della Finlandia, se riducesse il rapporto insegnante-allievo da 10,8 a 8,2 alunni per ogni insegnante (-24,4%). O, in alternativa, se aumentasse lo stipendio degli insegnanti dalla media attuale di 31.460 dollari a 34.760 dollari, cioè un aumento del 10,5%.
“Questo rapporto – osserva Andreas Schleicher dell’Ocse – getta uno sguardo rinfrescante sui dati comparativi a livello internazionale per esaminare le scelte di spesa fatte da quei paesi che stanno ottenendo i migliori risultati con meno risorse. Rompe il silenzio sull’efficienza dei servizi educativi. Mentre la spesa per ogni studente del mondo industrializzato è aumentata di oltre il 30% nell’ultimo decennio, il livello di apprendimento nella maggior parte dei paesi è rimasto piatto. Chi considera i servizi del settore educativo troppo importanti per essere misurati per la loro efficienza priverà molti giovani di un’istruzione migliore e una vita migliore”.
Complessivamente i 30 paesi Ocse dello studio hanno speso ogni anno 2.200 miliardi di dollari per la scuola e la quota del Pil dedicata all’istruzione è in crescita da decenni. In generale, secondo il rapporto, i Paesi che presentano un’elevata efficienza riescono anche ad ottenere risultati educativi elevati. L’Italia rientra nel gruppo dei paesi “più efficaci che efficienti: raggiunge risultati migliori in termini di qualità piuttosto che di efficienza. Ciò potrebbe dipendere anche dal fatto che i suoi sistemi generano altri risultati che non vengono acquisiti dalle statistiche Pisa”.
Vittorio Argese | settembre 6, 2014 alle 12:18 pm | Etichette: efficienza, ocse, scuola | Categorie: Cultura e Informazione | URL: http://wp.me/p3RTK9-5nr