L’Isis è una creatura dell’Occidente al 100%: perché non aspettarsi che siano proprio gli “alleati coperti” del Califfato Islamico a firmare l’eventuale prossimo replay dell’11 Settembre? Se lo domanda Brandon Smith, in una lucida analisi nella quale mette a fuoco la storia recente e recentissima. «Il terrorismo “false flag” architettato dai governi è un fatto storico accertato: per secoli, le élite politiche e finanziarie hanno affondato navi, incendiato edifici, assassinato diplomatici, rimosso leader eletti e fatto saltare la gente per aria, per poi incolpare di questi disastri un conveniente capro espiatorio, così da generare paura nel pubblico e acquisire più potere». Gli scettici potranno discutere se una qualche specifica calamità sia stata o meno un evento terroristico “sotto falsa bandiera”, ma nessuno può negare che queste tattiche, in passato, siano state usate puntualmente, in tutto l’Occidente. «I governi hanno ammesso apertamente di creare tragedie sanguinarie e catalizzatrici con falsi pretesti, come l’Operazione Gladio, un programma false-flag in Europa, supportato dai servizi segreti europei e americani, che durò per decenni, dagli anni ’50 ai ’90».
Gladio, scrive Smith su “Alt-Market” in un post tradotto da “Controinformazione”, utilizzava «gruppi ben pagati e addestrati di malviventi e agenti, ma anche dei fessacchiotti, compartimentalizzati e controllati, che commettevano atrocità contro il pubblico europeo». Di queste atrocità venivano incolpati gli “estremisti di sinistra”, galvanizzando i cittadini e i rappresentanti politici «verso il falso paradigma Est-Ovest». Il movente superficiale fornito dalle “talpe” è che Gladio venisse usata per tenere al potere gli anti-comunisti. «Tuttavia, lo scopo più ampio e profondo era chiaramente di manipolare gli europei per far loro accettare una mentalità unificante e spianare così la strada alla centralizzazione dell’Europa nel blocco sovranazionale dell’Ue». Gladio è solo un esempio ben documentato del terrorismo “false-flag” usato dai governi per modellare la psicologia delle masse. E’ obbligatorio, dunque, interrogarsi sempre sulla vera natura di qualsiasi “attacco terroristico” o incidente geopolitico, «altrimenti potremmo venire indotti con l’inganno a supportare le guerre e le azioni incostituzionali che finiscono solo con l’avvelenare la nostra società ed elevare i tiranni».
Perché Brandon Smith crede che un nuovo “false-flag” sia imminente? A 13 anni dall’attacco alle Torri Gemelle, condotto da manovali del terrorismo di cui l’Fbi sapeva tutto, come scrive “Human Rights Watch” nel suo ultimo esplosivo dossier, «le attuali tendenze e gli sviluppi internazionali paiono condurre verso un punto di rottura, un punto decisivo; e se capite che la maggior parte di questi eventi è deliberatamente architettata – ragiona Smith – allora capite anche che l’inevitabile punto di rottura è anch’esso architettato». La maggiore minaccia di oggi? Ovvio: è l’insorgenza dell’Isis, cioè «il capro espiatorio più utile». Nel caso ci si sia informati solo con i media mainstream, avverte l’analista, si può essere inclini a credere che l’Isis si sia materializzato dal nulla per diventare una minaccia così organizzata ed efficace da eclissare Al-Qaeda come spauracchio agitato dall’establishment. Uno nuovo spauracchio perfetto: sinistro abbigliamento paleo-islamico, barbe, teste mozzate, stragi indiscriminate. Non cascateci: la «natura teatrale» dell’Isis, praticamente «da cartone animato», non è affatto casuale. E’ ideale per spaventare i cittadini americani.