La Città di Torino ritira il patrocinio alla mostra “Internazionale d’Arte LGBTE (La Grande Battaglia Trova Esito)”, al centro di polemiche per la locandina-scandalo utilizzata dagli organizzatori per promuoverla. Lo ha annunciato l’assessore comunale alla Cultura, Maurizio Braccialarghe. “Prima di dare il patrocinio alle iniziative valutiamo la serietà dei progetti presentati – ha detto -. In questo caso, nessun elemento inviatoci poteva far pensare all’utilizzo di un’immagine che riteniamo lesiva della sensibilità di molti. Dopo aver visto la locandina – conclude Braccialarghe – oggi la Giunta, all’unanimità, ha deciso di revocare il patrocinio all’evento”.
La locandina mostrava una donna grassa e nuda che calpesta con la scarpa una serie di icone sacre che raffigurano il Cristo e la Madonna. “Sono sempre stato dalla parte dei diritti, ma trovo questa foto offensiva, vilipende il sentimento religioso”, aveva attaccato il consigliere di maggioranza, Giuseppe Sbriglio.
Ad amplificare l’indignazione dei consiglieri comunali che stanno sollevando il caso il fatto che la kermesse, che si terrà alla Manifattura Tabacchi dall’8 settembre al 17 ottobre e che ha per tema “SALIGIA” (acronimo dei sette vizi capitali), ha incassato il patrocinio del Comune di Torino e quello della Circoscrizione 6. “Com’è possibile che sia stato concesso?”, si chiede Sbriglio.
Pane per i denti dell’opposizione di centrodestra: “Ecco la nuova frontiera dell’arte omosessuale che il Comune ha ritenuto di voler promuovere – attacca Maurizio Marrone, capogruppo di Fratelli d’Italia – Le lobby gay non pensino di godere di una licenza di offendere la sensibilità altrui, soprattutto quella cristiana in un momento storico di feroci e cruente persecuzioni subite per la fede in quelle immagini sacre così oltraggiate dalla cosiddetta arte lgbt”. Il consigliere chiede “l’immediato ritiro del patrocinio comunale” da quella che definisce “una porcheria” e le scuse pubbliche del Sindaco Fassino per “uno scivolone imperdonabile”.
Dall’organizzazione della rassegna artistica smentiscono che si tratti di una offesa: “La nostra rassegna intende promuovere gli artisti LGBT ma da quest’anno abbiamo aggiunto una ‘e’ per comprendere anche il mondo etero. E la fotografia di Mauro Pinotti – spiegano – ha come unico intento quello di mettere in risalto la donna. Non di calpestare la religione”.
Controcorrente il consigliere Silvio Viale: “Aldilà di ogni legittima critica dell’autore e dell’opera, le proteste ipocrite di alcuni miei colleghi sono sintomo di “bacchettonite” acuta, che li classifica al pari dell’intolleranza degli integralisti che si schierarono contro le vignette su Maometto e l’Islam. In particolare, è insopportabile l’ipocrisia di chi allora difese le vignette contro gli integralismo, ci è vergognoso ogni riferimento alla donna grassa, come se fosse una colpa più pesante. Si tratta di arte e di un messaggio simbolico chiaro. Forse sono stati accecati dalla fretta e si sono dimenticati dei nudi di Botero. Come non hanno nemmeno pensato che l’allegoria simbolica non riguarda Dio, non è contro Dio, ma contro l’interpretazione ecclesiastica terrena, con riferimento esplicito alla omofobia della Russia di Putin. Mi auguro che Torino possa confermarsi la Capitale delle libertà civili e manifestare anche in questo caso rispetto e tolleranza. Non basta lavarsi la coscienza con una mozione ogni tanto contro l’omofobia. A me il manifesto sembra bello, mi piace e colpisce nel segno, per cui ai malati di “bacchettonite” dico: “fatevi una camomilla!”
Il fotografo torinese Mauro Pinotti, autore della fotografia scelta per la tanto discussa locandina della mostra ‘Saligia’ (acronimo del 7 vizi capitali), alla quale il Comune ha ritirato il patrocinio, difende il suo lavoro dicendo di “non aver mai voluto offendere nessuno”.
“Il simbolismo che ho scelto per il mio lavoro non vuole affatto denigrare la religione, ma solo esaltare la superiorità della donna rispetto l’uomo – spiega l’artista -. I sette vizi capitali presentati in mostra hanno tutti dei simboli ben precisi, studiati nei dettagli. In questa foto ho scelto di simboleggiare la Superbia con una donna”.
“All’inizio – ha aggiunto – volevo mettere sotto i piedi di questa Donna/Superbia una pila di libri, volevo rappresentarla superiore alla cultura. Però mi sembrava banale, limitativo. Ho sempre considerato la donna assolutamente superiore all’uomo e pensato che sopra la donna c’è solo Dio. Così sono andato a cercare un manifesto qualsiasi in cui fosse rappresentata un’icona religiosa per metterla sotto i suoi piedi”.
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Non vedo il nesso tra questa convinzione demenziale di presunta superiorità della donna ed il vilipendio di una icona religiosa.
Prendo però atto che siccome il reato di vilipendio della religione è in vigore nel nostro ordinamento e siccome questo “artista” Pinotti non può essere esentato dal rispettare le leggi per il fatto di essere magari un militante LGBT, né può pretendere di affermare le sue esecrande fantasie artistiche sbattendo sotto i piedi di chicchessia una icona religiosa che è oggetto di culto per i cristiani, costui ha violato il vigente ordinamento penale a in particolare l’articolo 404 del Codice Penale, sarebbe bene che al di là della bagarre politica, chi è a Torino quale persona interessata direttamente dai fatti informasse
opportunamente nei luoghi e nei modi previsti dalla legge
le autorità costituite di questo palese reato invece di invocare le scuse di Fassino che lasciano il tempo che trovano.