USA spaccati in Senato sull’intervento in Iraq: le scottanti dichiarazioni del gen. Dempsey

Condividi su:

 

Segnalazione Quelsi

 

by Simone Enea Ricco

 

dempseyNella giornata di ieri il Presidente dello Stato Maggiore congiunto degli Stati Uniti d’America ha riferito in commissione Servizi Armati del Senato americano le sue impressioni sulla campagna militare proposta dal Presidente Obama settimana scorsa.
Il principale consigliere militare del presidente Obama nel suo discorso ha comunicato che avrebbe raccomandato il dispiegamento di forze degli Stati Uniti in operazioni di terra contro gli estremisti islamici in Iraq se gli attacchi aerei della prima fase del conflitto si fossero rivelati insufficienti, aprendo la porta ad un ruolo di combattimento più rischioso che il presidente ha escluso pubblicamente.

 

La mia opinione ad oggi è che questa coalizione è il modo corretto per guardare al futuro– ha dichiarato il Gen. Martin E. Dempsey – Ma se non si riuscirà ad avere la meglio e se ci saranno minacce per gli Stati Uniti, allora io, naturalmente, tornerei dal presidente per raccomandargli di includere l’uso di forze di terra americane.
Riconoscendo però che questa opzione è in contrasto con la linea politica del governo americano, ha specificato, riferendosi al presidente: “Mi ha detto comunque di tornare da lui per ragionare caso per caso.”
La dichiarazione del generale mette a nudo la sfida che il presidente dovrà affrontare proponendo all’opinione pubblica una campagna militare più vasta, con i cittadini americani stanchi della guerra. Obama, cercando di placare i timori di un’altra guerra in Iraq, ha promesso che le truppe di terra americane non saranno coinvolte nella lotta contro lo Stato islamico.
Da notare infatti la cautela presidenziale, Obama non l’ha mai chiamata volutamente guerra, come invece i suoi consiglieri hanno fatto successivamente.

La verità che propone il generale Dempsey è un’altra, in caso di campagna prolungata, un approccio esterno sarebbe insostenibile, soprattutto se la battaglia contro i militanti si dovesse spostare in città densamente popolate, dove le incursioni aeree sono meno efficaci e le probabilità di vittime civili sono molto più elevate.
La sua testimonianza, a poche ore dal dibattito nello spaccato parlamento americano, ha cominciato a far discutere i deputati, approvare o meno la richiesta di Obama di armare i ribelli siriani, che ha già scatenato preoccupazioni da parte di gruppi pacifisti e potrebbe complicare ulteriormente le dinamiche politiche per il presidente.

Il generale Lloyd J. Austin III, che supervisiona il Comando Centrale del Pentagono, concordando con le rilevazioni del collega ha sottolineato che il gen. Dempsey aveva richiesto quantomeno il supporto delle Forze Speciali americane a terra, ma Obama ha scartato l’ipotesi puntando solamente sui droni per raccogliere informazioni.
La vera sfida avverrà quando le forze irachene e curde cercheranno di scacciare i miliziani fuori delle aree urbane densamente popolate, come Mossul.
In questi casi, secondo le forze americane, si potrebbe raccomandare al presidente il dispiegamento di truppe per le Operazioni Speciali per fornire quello che si definisce “consulenza per il combattimento ravvicinato” o più praticamente, affiancando i comandanti iracheni nel campo e aiutandoli a indirizzare le loro truppe per obiettivi.
Pioggia di congratulazioni per le limpide dichiarazioni del Generale, anche da differenti colleghi in pensione, che hanno contribuito a formare le forze di sicurezza irachene.

Il parlamento risulta quindi spaccato, il segretario alla Difesa Chuck Hagel ha appoggiato i consigli dello Stato Maggiore e arrivano forti dubbi bipartisan dal senatore John McCain, repubblicano e dal senatore Angus Re, indipendente che vota con i democratici, che ha definito l’operazione una “Whack-a-mole”, sottolineando le troppe chiacchiere spese per questa campagna costituita da pochissimi fatti.
Ancora poche certezze dunque, sui tempi e i modi d’intervento di questa coalizione anti ISIS, l’occidente annaspa tra le aule parlamentari e lentamente muore, mentre la campagna militare che si sperava fosse solo una guerra lampo aerea si trova a dover fronteggiare ad oggi più di 30.000 forze sunnite, destinate inesorabilmente ad aumentare.

Simone Enea Ricco | settembre 17, 2014 alle 1:05 pm | Etichette: dempseyiraqobama,senato usausa | Categorie: MondoPolitica ed Economia | URL: http://wp.me/p3RTK9-5s3

 

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *