di STEFANIA PIAZZO
La Padania era un nome ingombrante e bossiano. Venne sostituito con un punto cardinale più elegante: prima il Nord. Che il padanismo fosse agli sgoccioli, crollato sotto il peso della linea di Gemonio era evidente. I barbari sognanti avevano finalmente in mano partito e sezioni, e il ministro più amato dagli italiani alla guida del nuovo corso. E poi Tosi, il sindaco più amato d’Italia. Una figata, insomma, per essere del Nord. Poi, dopo Pontida 2013, venne l’onda delle espulsioni, dopo che Gemonio non difese nessuno dei suoi colonnelli. Ferraglia vecchia da buttar via. Si sperava in qualcosa di nuovo.
Cosa difendeva Gemonio
Gemonio aveva altro da difendere, la sua scuola identitaria varesina, ad esempio. O la scorta. Voleva sacrificare tutto e tutti per mettere in salvo la piccola barca. I soldatini al fronte vennero infatti immolati, ignari, per mantenere prof e corsi. E autisti. Ma invano, come i fatti avrebbero poi dimostrato. Un fallimento. Nessuno intanto alle politiche fu messo in lista. L’ex capogruppo Reguzzoni, a cui fu chiesto “candidati”, respinse l’invito. Divenne velocemente l’era delle Votino, dei beneventani in Regione Lombardia, dei tecnici made in Calabria al Pirellone, del tentativo di rispolverare Miglio, era il tempo della Lista Maroni, piena di bella società civile, la paraLega presentabile con i professori capolista a disegnare strategie ideali postfederaliste. Si sperava in qualcosa di nuovo.
La fuffa del 75%
Ma mai gestione della Regione fu così grigia e silenziosa. La fuffa del 75% delle tasse a casa nostra e la macroregione, specchietto per gli allocchi, si rilevarono presto una delle più tristi giacenze di magazzino del repertorio populista della Lega 2.0 nata sulla piana del Sannio, quella della vittoria di Pirro. Arrivò il tempo del nuovo congresso: portata a termine al missione di aver smontato la vecchia Lega con la scopata bergamasca, via i volti imbarazzanti del passato, il consenso era scivolato sotto la soglia di sopravvivenza. Ci provò persino il governo a mettere in campo per la riforma elettorale la norma “salva Lega”, ricordate?
La svolta italiana che non salva gli italiani Maroni e Tosi
Ma grazie alla svolta nazionalista, uno per tutti, tutti per uno da Nord a Sud, Salvini, l’uomo col quale destra e sinistra si sono salvati, lo ribadiamo ancora, dal rischio di Grillo, virando a destra della destra, non solo la Lega è salva, ma è salvo il sistema. Ma non è salvo Maroni, né lo è Tosi. Il sindaco di Verona doveva essere l’uomo delle primarie del centrodestra. E’ un anno che la solfa va su e giù per l’esofago dei sondaggi. Ma Salvini più popolare di Grillo non può avere antagonisti. Intanto… si sperava e si spera che sia qualcosa di nuovo…
Il Faro di Tosi, la riunione di domenica 26 ottobre a Verona
Intanto ad est si parte per la tangente. Liste civiche, e “Maroni è con noi”. Un programma scritto, a quanto sembrerebbe, dal capolista in Regione Lombardia della Lista Maroni, l’eccellente prof. Stefano Bruno Galli. Ma a prescindere da nomi e contenuti, l’obiettivo di Tosi è cannibalizzare il cannibalizzabile. Alla riunione del 26 ottobre, Tosi e amici chiamano leghisti, ex parlamentari leghisti, parlamentari in carica (a proposito, se ne dovesse uscire uno, salterebbe il gruppo alla Camera?, ndr). Spiegano come si procede: lista, accordo locale eventualmente con la Lega, chi è più forte sceglie il sindaco. Poi account twitter e facebook, con dei responsabili comunicazione. Poi via, verso un nuovo mare da attraversare. Senza Casa Pound, Le Pen… Poi martedì 28 ottobre al Palazzo della Gran Guardia a Verona arriva Corrado Passera. Quello che Maroni invitò nel settembre 2012 agli Stati Generali del Lingotto. Alle 8,30 di quel sabato mattina, think thank col ministro di Monti e la platea piena di militanti. Era il nuovo corso. Bisogna sempre prendere la rincorsa per fare il grande salto. Intanto ai militanti fai credere quel che vuoi. Ma si sperava in qualcosa di nuovo…
Quella volta di Tosi il 6 ottobre 2013 al Palabam di Mantova
Tosi presenta la sua Fondazione. Lancia l’idea delle primarie del centrodestra. Un anno dopo, sembra già un’era geologica, superata dagli eventi. Erano i mesi del bossicidio, della mozione presentata qualche giorno prima all’assemblea della Liga Veneta, per togliere a Bossi la carica di presidente a vita della Lega. Oggi, invece, Bossi è coccolato da Salvini, tenuto a bada ma non cacciato a pedate nel culo. Ci si ricorda di quello che si sperava…
In Regione mangeranno il panettone?
Nessuno segue più la via di Gemonio, ma nessuno si sentirebbe di glorificare quella di Lozza, con l’aria che tira in procura a Busto Arsizio o dalle parti di Reggio Calabria, dopo che la procura reggina avrebbe segnato i nomi dell’avvocato di Maroni, Aiello, e della signora Votino, archetipo della Lega 2.0, tra le persone intercettate in conversazioni agli atti. Nulla di che…. ma in politica basta poco…
Domanda, quindi: quanto durerà la giunta Maroni? Che ne è del corso paraindipendentista del referendum per chiedere ai lombardi se piacerebbe o meno diventare una regione a statuto speciale? In Regione, mangeranno il panettone? I lombardi di sicuro ne mangeranno meno, con l’aria che tira e con gli ultimi dati sulla povertà che avanza più in fretta in Lombardia che altrove… Di guerre intestine e scalate di potere, di donne “straniere” al seguito affaccendate a tenere le fila della corte, ne hanno le palle piene. Che grande, colossale, presa per il culo.
Quali contenuti per il nuovo corso vincente?
E mentre Salvini gonfia i consensi, di quali contenuti si alimenta il nuovo corso vincente? La pragmatica in politica serve per battere l’avversario, ma senza la polpa della comunicazione e della cultura, gli slogan cadono al primo colpo di vento o di magistratura. L’esperienza non ha insegnato proprio niente? Neppure Salvini sarà eterno, il Nord ha fame di tante altre cose… non solo di Salvini in tv.
Fonte: L’Indipendenza Nuova – http://www.lindipendenzanuova.com/maroni-tosi-trasloco-verso-il-faro/
Un libro di un’ ex magistrato sosterrebbe che la Lega sia stata creata “ad hoc “dal sionismo. Vorrei una risposta. Grazie. Viva Cristo Re.