Segnalazione Quelsi
by Eugenio Cipolla |
Torna ad acuirsi lo scontro tra Russia e Occidente. La nuova escalation di scontri nell’est dell’Ucraina tra l’esercito di Kiev e i ribelli filorussi ha nuovamente incrinato i rapporti tra i due blocchi. Alle parole dell’Alto rappresentate della politica estera Ue, Federica Mogherini, che l’altro giorno aveva ipotizzato nuove sanzioni contro Mosca, il Cremlino ha risposto oggi con un duro intervento del primo ministro Dmitry Medvedev. «Non tutti i produttori occidentali saranno in grado di tornare al mercato russo», ha detto Medvedev.
Il delfino di Putin ha aggiunto che tutti i capi di Stato e di governo con il quale ha parlato a margine del vertice Asean, l’Associazione delle Nazioni del Sud-est asiatico, in corso in Myanmar, si sono detti disponibili a impegnarsi maggiormente nella fornitura di cibo per il mercato russo. In particolare Medvedev ha assicurato una maggiore collaborazione da parte di India, Vietnam, Myanmar, Laos, Cambogia e Thailandia, tutte nazioni che con il tempo andranno a sostituire i paesi europei colpiti dalle contro-sanzioni russe.
La richiesta di Mosca all’Ue è la revoca totale della sanzioni. «La palla è nelle loro mani (Washington e Bruxelles, ndr)», ha affermato Medvedev, assicurando che le contro-sanzioni di Mosca possono essere prolungate. «Queste – ha precisate – sono misure di risposta, non sanzioni secondo un decreto presidenziale, sono valide per un anno, ma possono essere revocate prima, su iniziativa del governo». Alle sue parole si sono aggiunte anche quelle di Sergei Glazyev (nella foto), consigliere di Vladimir Putin per l’integrazione euroasiatica, il quale, nel corso di un intervento a una conferenza in Kirghizistan sulla sicurezza economica, ha messo in guardia l’Ue.
«Se le sanzioni dell’Occidente contro la Russia continueranno, l’Unione europea può perdere fino a mille miliardi di euro», ha detto Glazyev. Secondo il consigliere, citato dall’agenzia di stampa russa Ria Novosti, le sanzioni si riflettono in modo negativo sulla stessa Europa, la cui economia è già in crisi. Per questo, dunque, Mosca sta lavorando per ampliare l’integrazione euroasiatica, con lo scopo di ridurre l’influenza dell’Occidente sulla Russia.