Segnalazione Edizioni Amicizia Cristiana
Miguel Agustin Pro nacque a Guadalupe, in Messico, il 13 gennaio 1891. Era il figlio maggiore di Miguel Pro e Josefa Pro de Juarez. Miguel. Aveva molte capacità, fra cui suonare la chitarra e parlare in pubblico senza alcuna paura.
Nel 1914 Michele Agostino Pro si trasferì in una casa religiosa in California; successivamente si recò in Spagna e in Belgio per continuare i suoi studi. Fu ordinato sacerdote il 31 agosto 1925 nella Compagnia di Gesù.
Nell’estate del 1926 Miguel fu autorizzato a tornare in Messico; lungo la strada si fermò a Lourdes e riuscì a celebrare la Messa nella Grotta di Massabielle.
Anche Padre Pro adottò quello stratagemma, tuttavia alcune persone che conoscevano la sua identità minacciarono di denunciarlo alle autorità. Accadde così che, mentre celebrava l’atto di Consacrazione, Padre Pro fu prelevato dai gendarmi e portato in carcere, processato e poi lasciato libero. Ma i suoi problemi con la giustizia erano appena iniziati: l’accusa che lo raggiunse in breve fu quella dell’omicidio di Alvaro Obregon.
Plutarco Calles volle che l’esecuzione di padre Pro fosse eseguita davanti ai giornalisti e ampiamente fotografata, sperando che potesse fornire un terribile esempio di quello che aspettava i Cristeros.
Ma prima di morire Padre Pro perdonò i suoi assassini e li benedisse. «Che Dio abbia pietà di voi! Che Dio vi benedica! Signore, tu sai che io sono innocente!
Con tutto il cuore io perdono i miei nemici.» Chiese allora un ultimo desiderio, che fu esaudito; preso il rosario, il religioso recitò una breve preghiera; poi alzò le braccia, aprendole come il Cristo e gridò: “Viva Cristo Re!” prima che il plotone, ricevuto l’ordine, puntasse i fucili e sparasse. Era il 23 novembre 1927.
Antonio Dragon
IL PADRE PRO
Il Santo dei Cristeros
Edizioni Amicizia Cristiana
[ISBN-978-88-89757-43-7]
Pag. 192 – € 14,00
Oggi, quando incontri un prete – se si riesce a riconoscerlo! – e lo saluti con “Sia lodato Gesù Cristo”, ti senti rispondere: “Buongiorno”. Figuriamoci se costui saprebbe affermare, davanti a un plotone d’esecuzione: VIVA CRISTO RE! Anzi, si comporterebbe come l’arcivescovo di Torino, colui che, subito e senza riscontri, rimproverò l’insegnante di religione dell’istituto di Moncalieri accusata di omofobia. Come dire: comunella col nemico.
Nota: adesso che è risultato essere innocente e vittima di una menzogna, sarà capace l’arcivescovo di chiederle scusa?