L’EDITORIALE DEL VENERDI
di Arai Daniele
Oggi basta accennare alla «storia del complotto» per far trasalire. Si pensa subito ai «protocolli», al revisionismo sulle trame hitleriane e sull’olocausto, ecc. Eppure la storia umana è il corso di un mega complotto» e niente è più saggio che seguirlo, al contrario della nuova classe clericale dei bergogliesi che non lo menziona per opportunismo o paura. Eppure, negare il «complotto» equivale a negare la caduta originale e quindi la ragione della venuta del Salvatore, la Fede, la Cultura e la Civiltà fondata sulla Rivelazione cristiana. Nemmeno le tradizioni religiose del mondo ignorano il bisogno di salvezza, almeno dei mali di questo convulso mondo.
Bastano le «crisi» d’ambito mondiale di questi giorni per capire, la situazione di crisi senza soluzione umana, e che le parole del Signore sulla fine del tempo delle nazioni e il suo inevitabile esito è compiuta. Dietro di esse c’è proprio il complotto di quel potere non tanto occulto dell’entità «teologica» titolare di quella Gerusalemme «calpestata dalle nazioni»; lo speciale popolo eletto di un’umanità sempre più alienata dalla Grazia.
Su queste crisi e su questi poteri, basta nominarli per capire in seguito il loro collegamento a una crisi mondiale crescente che, a considerarla freddamente, senza le piccole acrobazie politiche per raggirarla, sono tutte in un punto di non ritorno.
Per noi credenti il compimento della Parola non poteva avvenire diversamente.
La prima ragione della crisi risulta dall’inganno universale sulla natura stessa dell’uomo, annientandone la fede sull’esistenza della propria anima spirituale e immortale. Una crisi derivata dallo strapotere di un’ignobile comunicazione, che segna l’educazione d’intere generazioni, anche invertendo le verità della Chiesa, indifesa e in crisi profonda a causa dell’occupazione dei «falsi cristi», previsti da Gesù.
Riconosciuta la «magna crisi» che caratterizza la fine del tempo delle nazioni cristiane e il potere umano che la causa, per propria disdetta, ora si possono menzionare i termini della mega crisi attuale, che è una crisi economica e geopolitica globale senza precedenti, a cui seguiranno collassi monetari e interminabili rivolte e guerre già accese in Medio Oriente, in Ucraina, in Africa, che coinvolgeranno l’intero mondo.
Quando i poteri forti dell’industria bellica e quella dei soldi inducono l’Obama di turno a riempire l’Europa di armi (un miliardo di dollari già approvati) per «difendere l’Ucraina», dove pensano che finiranno le armi? Si è visto quelle che hanno inondato la Libia finire a sud e creare un nuovo gran problema in Mali, Africa Centrale e dintorni. Possibile che non lo sappiano? Certo che lo sanno, però non possono fermare tale mega industria.
Ma l’Europa e il Vaticano? Sanno solo di essere ormai un minimondo a servizio dell’ideale apatride e ecumenista della «liberazione massonica» del mondo. Ecco un’altra grande «guerra di religione». Sì, dell’americanismo e mandanti contro il vero bersaglio di tutte le guerre: il Cristianesimo. I suoi segni e il suo diabolico generale si sono da sempre svelati nella Passione di Gesù Cristo.
Il “dilagare dell’iniquità e la fatale disaffezione dalla carità” sono due dei grandi segni della fine dei tempi indicati dal Signore stesso. Non si può forse ravvisare questo in modo allarmante nei presenti massacri, che possono ben rappresentare l’inizio dell’ora culminante di un dilagante massacro globale? Non solo è evidente la crescita dell’odio in ogni campo, quanto il calare delle ragioni invise da quei potenti di un mondo opulento che arma l’operazione, giustificata come lotta al terrorismo, ma che ne coltiva pure altre molto più sofisticate. E nel buio della disinformazione, la carità di molti si raffredda facendo e prevalere l’indifferenza verso moltitudini che subiscono e sono decimate in terre lontane.
Nei nostri tempi in cui la mentalità agnostica, scientista e conciliare imperversa, si diffonde la risibile congettura che la felicità umana dipenda dal grado di sovranità democratica, o dal non riscaldamento globale o dal progresso ecumenista. Niente di più deviante! Il destino dell’uomo può sì dipendere da una mentalità, ma di quella centrata sulla verità dell’uomo creato da Dio. E poiché non è in nessuna scienza umana la conoscenza dell’origine, dello stato e del fine ultimo dell’uomo, parimenti nessuna può indicare il suo bene durevole. Tale conoscenza è nella verità religiosa che lega la creatura al Creatore. Ecco allora che la visione sul destino umano riguarda certamente l’Ordine rivelato. In esso è la causa seconda d’ogni altro ordine, anche – sarebbe meglio dire specialmente – per chi non crede. Ciò perché la miscredenza ha scritto e scrive pagine buie della vita attuale. Si pensi all’edonismo dilagante, al comunismo e al conciliarismo che giustifica ogni degradazione con la falsa predica di misericordia dei falsi cristi e di falsi profeti che predicano giustizia e pace mentre il delitto e la guerra sono rampanti. Tale religiosità implica idee che paiono compassionevoli, venendo da gente guidata da un profetismo rivoluzionario mirato allo stravolgimento delle sacre verità della Chiesa. Sono i falsi cristi da sempre profetizzati in vista dei tradimenti alla Verità per amore degli applausi del mondo.
Si cercano i segni dei tempi nell’interpretazione fantasiosa di profezie ma ignorando i veri grandi segni de Vangeli, dati da Gesù Cristo e perciò applicabili ai tempi della fine.
Leggiamo in san Matteo (24) che i discepoli si avvicinarono a Gesù uscito dal tempio perché notasse la solidità di quella costruzione che a quel tempo rappresentava la sede della Parola di Dio; della Verità.
“Ma Egli disse loro: «Vedete tutte queste cose? In verità vi dico: non rimarrà qui pietra su pietra, che non sarà diroccata». Non è passata una generazione che il Tempio era ridotto a un muro di pianto.
Quando giunse sul monte degli Ulivi, Gesù si sedette; allora gli si avvicinarono i suoi discepoli e in disparte gli dissero: «Dicci: quando avverranno queste cose e quale sarà il segno della tua venuta e della fine del mondo?». Gesù rispose loro: «Badate che nessuno vi inganni! Poiché molti verranno nel mio nome dicendo: “Io sono il Cristo”, e molta gente sarà tratta in inganno. Quando sentirete esservi guerre o voci di guerre, non vi turbate; è necessario che tutte queste cose avvengano; ma non è la fine. Insorgerà infatti popolo contro popolo e regno contro regno: e vi saranno carestie, pestilenze e terremoti in vari luoghi; ma tutto ciò non è che l’inizio delle sofferenze. – Allora vi consegneranno ai supplizi e vi uccideranno; sarete odiati da tutte le genti a causa del mio Nome.”
Infatti, soni in aumento i luoghi in cui la religione cristiana è quella più perseguitata in questo frangente storico. Paesi in cui i cristiani subiscono persecuzioni con centinaia di milioni di vittime a causa della fede in Cristo, mentre molte popolazioni subiscono restrizioni pesanti contro le loro libertà di credere.
“Allora molti si scandalizzeranno e si tradiranno l’un l’altro odiandosi a vicenda.”
Questa conflittualità e disgregazione religiosa è ormai una costante della vita sociale ed è interna nella vita della Chiesa cattolica, la figura del Romano Pontefice, Vicario di Cristo, che era il termine stesso dell’unità cattolica, oggi è un simulacro, fattore di divisioni profonde e giustificate resistenze. Infatti, dal Vaticano parte l’intenzione di andare oltre le miserande ambiguità dei testi conciliari, portatori di subdole eresie e rotture con la dottrina di 260 Papi e venti Concili ecumenici. Lo scandalo non è più clamoroso a causa di una smorta ubbidienza passiva radicata in un’indifferenza generale e crescente apostasia. Per questo la fedeltà di una volta si tramuta in rancore e odio, causa di continui tradimenti e spaccature in grande scala nell’interno delle famiglie, delle comunità.
“Sorgeranno molti falsi profeti, i quali trarranno molti in inganno”.
Quale profetismo è peggiore di quello che porta all’abbandono della verità rivelata e affidata agli apostoli fedeli, a favore dello sperimento delle sette dello spiritualismo e esoterismo spurio e ingannevole? Forse questo non si è aggravato enormemente nei giorni in cui Giovanni 23 apriva porte e finestre a un mondo nemico della Fede, mentre invitava i fedeli a guardare la luna? Il grave guasto del suo aggiornamento sta nell’apertura alla stessa libertà religiosa voluta dalle logge e dall’ONU. Falsa libertà di fronte a Dio, poiché come il vero corrispettivo della libertà è l’autorità che la contiene nei limiti del bene, si pone il terribile dubbio: come può qualcuno in nome dell’autorità del Signore stesso proclamare la libertà da essa? La questione dilacerante per molti è quindi: libertà o autorità? Perché se prevale una, l’altra le è sottoposta. Potrebbe accadere ciò con l’autorità divina della parola del Vicario di Cristo? Impossibile. Eppure tale inganno assoluto, che richiede il discernimento cattolico per suscitare una reazione di resistenza verso i falsi profeti religiosi è tuttora ignorato, se non tradita.
“Per il dilagare dell’iniquità, la carità dei più si raffredderà. Ma chi avrà perseverato sino alla fine, questi si salverà.” Perseveranza sempre più difficile a causa dell’iniquità dei falsi profeti e poiché la testimonianza fedele trova l’indignazione di quanti non negano la falsa “libertà religiosa”, ma la libertà di resistere all’“autorità” che dichiara tale diritto religioso pure di negare Cristo. Ecco il mistero dell’iniquità; un inaudito abuso dell’Autorità divina nella Chiesa che rappresenta il Suo potere – non solo sui cristiani, ma in cielo e in terra (Mt 28, 18-20) – perpetrato da prelati.
La libertà vera è condizionata dalla verità, ma ne sarebbe superiore secondo questi deviati. Ecco il “diritto” all’errore cui segue l’orrore al vero diritto, idea che raffredda la carità a punto di scatenare il suo contrario, cioè la caccia a chi mette in causa la rivoluzione del Vaticano II, che dichiara la dignità umana di negare la Verità; persecuzione profetizzata dal Signore: – “chi vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio”. Ne consegue “il dilagare dell’iniquità” in campo anche religioso “e conseguente, “raffreddamento della carità”, clamorosamente riconoscibili nel mondo con i suoi spaventosi e iniqui massacri, di cui questo di Gaza può ben rappresentare un momento culminante di un dilagare oltre ogni controllo.
“Quando questo Vangelo del regno sarà predicato in tutta la terra, quale testimonianza a tutte le genti, allora verrà la fine».
Oggi, in nome della Chiesa si opera un’inversione nel senso del Mandato divino di diffusione del Vangelo in tutta la terra e ciò evoca questa precisa Profezia divina sulla fine dei tempi. Perché si può credere che il Vangelo sia già stato predicato e diffuso in tutto il mondo? Perché non solo ciò può essere verificato a livello geografico, ma siamo al suo riflusso, sia nel campo della dottrina, come si è visto prima riguardo agli stessi uomini nella Chiesa, sia nello spazio planetario, dove i cristiani sono perseguitati come nessun’altra religione al mondo; basta leggere i quotidiani. Inoltre, nel campo dottrinale, per adattare il Vangelo a ogni fede c’è l’operazione ecumenista, la stessa voluta dalle logge e dai poteri mondiali, per stabilire la fraternità globale, che opera tale riflusso finale della Fede cristiana predicata in tutta la terra.
Ecco una realtà storica da testimoniare in questa Domenica della Quinquagesima.
Mi domando come mai i prelati di Curia, e dico anche il papa, nel leggere queste righe, non abbiano sensi di colpa, tanta e palese è la chiarezza della parola di Cristo rapportata ai tempi. Domanda ingenua, certo perché essi stessi fanno parte di quella accolta di apostati di cui si parla in Matteo. A noi non resta che esprimere, con lo stile, con le parole e con le idee che Daniele adotta, l’opposizione della parte sana della Chiesa e di pregare il Signore perché l’ubriacatura di ecumenismo e di modernismo passi il prima possibile.
Grazie Arai Daniele per questo potente editoriale, la cui chiarezza è talmente immediata e lampante che non resta altro da dire se non prenderne atto e iniziare un profondo percorso di preghiere, suppliche e implorazioni a Colui che disse:”Quando il Figlio dell’uomo verrà, troverà ancora la fede sulla terra?” Ecco, il tempo è questo e non si può nascondere la testa sotto la sabbia. Preghiamo e crediamo saldi nella fede, restando in attesa con timore e tremore perché….. viene il tempo, ed è questo….!
Le tenebre e la confusione sono tali che diventa difficilissimo, pressochè impossibile , comunicare ad altri la situazione d’iniquità ! Sì, e tale difficoltà enorme viene dal fatto che gli errori sono diffusi e risalgono a 50 anni fa; chi ha tempo o voglia di capire e ricercare le cause del degrado ecclesiale e del perchè falsi pastori sono al potere ? Pochi, pochissimi, e sono coloro che qui leggono perchè hanno già capito e già investigato sul perchè della crisi. Gli altri potrebbero capire solo dopo giorni di esposizione dei fatti che hanno portato all’usurpazione del trono di Pietro. Se volessero o potessero ascoltare ! Non cè altro modo per far capire meglio. Solo il Signore, nella sua Grazia e Benevolenza invia quei segni che i “suoi” fedeli capiscono e che sono la platealità degli interventi bergoglieschi e di altri cardinali a lui legati. Altri pastori, se si scagliano contro il degrado , non hanno però il coraggio di additare la vergogna di quello che dovrebbe essere “il capo” della chiesa cattolica. Son quei prelati considerati “di tradizione” ma che suscitano molta attenzione e molti fedeli alla loro persona (e di ciò forse si gloriano…) ma non suscitano la vera attenzione alle origini del degrado perchè “non è corretto” . Così continuano l’opera di demolizione di fede tacendo la verità delle cose.
La guerra è alle porte sia per l’ISIS che attaccherà dalla Libia, sia per l’ Ucraina. Ricordate che Padre Malaki Martin rivelò poco prima di morire che lo scontro tra Ucraina e Russia era citato nel segreto di Fatima? Allora aspettiamoci a giorni che, per evitare la guerra mondiale, sorga come pacificatore e mediatore universale, l’ultimo Anticristo, acclamato da tutte le nazioni e additato dal falso pastore come nuovo Messia e Salvatore. Siamo agli sgoccioli: usciamo da Babilonia!