Nel Pd se lo dicono da soli:”Siamo un partito pericoloso e clientelare”

Condividi su:

Segnalazione Quelsi

Camera - convegno alleanza italiana per la famiglia

by Eugenio Cipolla

Travolto dagli scandali di “Mafia Capitale”, commissariato da ormai due mesi, il Pd romano, così come quello nazionale, non sta attraversando affatto un buon momento: tessere false, affari loschi, contiguità con associazioni a delinquere. Ieri sulla scrivania di Matteo Orfini, in seguito al Commissariamento del partito della Capitale, è arrivata la relazione intermedia di mappatura dei circoli romani, affidata all’ex ministro del governo Monti, Fabrizio Barca. Il quadro che ne esce è sconcertante. Secondo Barca il Pd è «un partito non solo cattivo ma pericoloso e dannoso, che lavora per gli eletti e non per i cittadini e senza alcuna capacità di raggruppare e rappresentare la società del proprio quartiere». Cose risapute, insomma, ma che confermate direttamente dallo stesso Partito Democratico assumono una valenza ancora più grave quanto importante.

Nella relazione, disponibile anche online, si legge che «si vanno delineando, a un estremo, i tratti di un partito non solo cattivo ma pericoloso e dannoso: dove non c’è trasparenza e dove traspaiono deformazioni clientelari e una presenza massiccia di “carne da cannone da tesseramento. Bisogna essere attenti a distinguerlo dal partito che subisce inane lo scontro correntizio, le scorribande dei capibastone, e che svolge un’attività territoriale, ma senza alcuna capacità di raggruppare e rappresentare la società del proprio quartiere». Barca poi di un partito che «per il peso delle correnti e di una logica generale di assoggettamento del partito agli eletti, ad alcuni potrebbe addirittura apparire come un ‘partito cattivo’».

Le parole di Barca arrivano all’indomani di nuovi sviluppi nella vicenda che ha portato al Commissariamento del Pd romano. Il capogruppo in Campidoglio di Fratelli d’Italia-An, Fabrizio Ghera, ha scoperto che le coop facenti capo a Buzzi hanno ottenuto dal giugno 2013 alla fine del 2014 appalti e commesse per circa 6 milioni di euro.

L’elenco degli affidamenti al Consorzio Eriches 29 è molto ampio. C’è quello del 28 giugno 2013 di un milione e 92mila euro per il servizio di accoglienza temporanea, relativo al periodo 1 luglio-15 settembre. C’è una determinazione dirigenziale del novembre 2013 che riguarda i «servizi di manutenzione ordinaria e pulizia, dei servizi di vigilanza e guardiania» in diversi centri Caat (si tratta di due appalti che ammontano a 127.901 euro e 54.952 euro). C’è l’affidamento, datato inizio 2014, per «il servizio di accoglienza in emergenza dei nuclei in assistenza alloggiativa temporanea» (417mila euro). E ancora: nell’agosto 2014 alla Eriches 29 sono andati 60mila euro più altri 26mila per servizi di portierato e pulizia in due diverse strutture, più altri 417mila per servizi di accoglienza. Non è finita qui, perché altri 234mila sempre alla cooperativa di Buzzi sono arrivati per il periodo settembre-dicembre 2014.

Insomma, tra la giunta Marino e le coop di Buzzi c’era un rapporto consolidato e questi dati ne sono la conferma. Il sindaco di Roma continua a dirsi estraneo e a professarsi paladino della legalità, ma la realtà dice tutt’altro.

Eugenio Cipolla | marzo 19, 2015 alle 2:30 pm | Etichette: barcaclientelismomafiapd | Categorie: ItaliaPolitica ed Economia | URL: http://wp.me/p3RTK9-7I1

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *