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Segnalazione di Maurizio-G. Ruggiero

Si avvicina l’8 marzo e la Boldrini torna alla carica: “Parlate al femminile”

La presidente della Camera ai deputati: “Declinate sempre al femminile le parole se vi rivolgete alle donne”. E Twitter si scatena

Arriva l’8 marzo e Laura Boldrini torna alla carica. Il suo tema preferito? La parità di genere.

Soprattutto nelle parole.

È una battaglia che la presidente della Camera conduce fin dal suo insediamento: guai a declinare il suo titolo al maschile! Sono due anni che lo ripete e ora, approfittando della festa delle donne, lancia un nuovo appello ai deputati: “Come istituzione dobbiamo essere un esempio e utilizzare la declinazione al femminile quando si rivolge la parola alle colleghe”, ha detto la Boldrini, “Ho anche invitato una lettera al segretario generale per usare lo stesso metro nei resoconti parlamentari, perché non è giusto che nei resoconti, io trovi scritto il presidente anziché la presidente visto che sono una donna”.

“Qualcuno ritiene che sia superfluo parlare di linguaggio di genere, mentre io ritengo che il tempo sia scaduto ed è doveroso soffermarsi su questi temi”, ha aggiunto la presidente, “Il linguaggio è importante perché è il modo in cui percepiamo la realtà, usare una parola anziché un’altra vuol dire avere una percezione diversa. Quando si parla di ruolo di vertice delle donne si dice che è cacofonico, non si può sentire la ministra, la sindaca… La società evolve, è giusto quindi che la lingua faccia tesoro del vissuto. Se per secoli le donne non hanno neanche potuto aspirare ad un ruolo di vertice, il titolo è sempre stato declinato al maschile”. Certo, aggiungiamo noi, le parole sono importanti. Ma spesso i fatti contano di più e l’ostinazione della Boldrini rischia di farlo passare in secondo piano.

E su Twitter gli utenti -soprattutto le donne – si sono scatenati: è un vero e proprio florilegio di insulti. “@lauraboldrini presidente per smettere di tweettare desidera un brava? Le è sufficiente o preferisce altro? Ci dica…”, scrive un utente. “@lauraboldrini impari prima lei il rispetto”, cinguetta un altro, mentre una donna la definisce “la paladina delle cause inconsistenti e inutili” e la maggioranza denuncia come la forma non basi a cambaire la sostanza.

 

Fonte: http://www.ilgiornale.it/news/politica/arriva-l8-marzo-e-boldrini-torna-carica-parlate-femminile-1101912.html

2 Risposte

  • Senza minimamente sentirmi femminista, già negli anni ’70 insegnavo ai miei studenti che: soldato/avvocato/ deputato. . .sono participi passati e agg. di I^ classe, perciò declinabili al f. come: soldata, avvocata, deputata. Che i participi presenti: studente, presidente, agente. . . quando aggettivi, sono di II^ classe e perciò identici tanto al m. che al f. Ciò vale per gli aggettivi come: vigile, che quando funge da sostantivo resta tale anche al f. Che alcuni sostantivi come giornalista, giudice,collega, stratega. . .sono m. e f. tant’è che in latino “agricola – nauta – incola. . ” sono sia m. che f. Errato perciò dire: soldatessa, avvocatessa (Salve Regina. avvocata nostra), studentessa, vigilessa. . . Nomi come: notaio, giornalaio, portinaio si volgono al f. semplicemente con: notaia, giornalaia, portinaia. Non sono estimatore della presidente Boldrini ma cultore della nostra madre lingua.

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