Su Battisti ci evitino le solite morali di sinistra

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Segnalazione Quelsi

BATTISTI

by Mario Bocchio

È vero, soprattutto la destra lo aspetta a braccia aperte, come ha prontamente fatto sapere Giorgia Meloni. Perché Cesare Battisti, 60 anni, è stato condannato in contumacia a due ergastoli e a diversi anni di carcere con sentenze passate in giudicato per concorso in quattro omicidi compiuti durante i cosiddetti anni di piombo. Rifugiatosi in Brasile dove venne arrestato nel 2007 a Rio de Janeiro, il terrorista dei Proletari Armati per il Comunismo era stato definitivamente sottratto alla giustizia italiana dall’allora presidente brasiliano, l’ex-sindacalista e socialista Luiz Inácio Lula da Silva che il 31 dicembre 2010 aveva pubblicamente annunciato il proprio rifiuto all’estradizione di Battisti in Italia concedendogli lo status di rifugiato politico.

A mettere la bolla definitiva sulla vicenda fu chiamata la Corte costituzionale brasiliana che l’8 giugno 2011 negò definitivamente l’estradizione del pluriomicida Battisti il quale, a seguito di quella sentenza abominevole, venne scarcerato tanto che ad oggi è un uomo formalmente libero e vive tranquillamente in Brasile con la moglie. Battisti ha beneficiato, così come tanti altri terroristi rossi e pluriomicidi, di potenti campagne mediatiche messe in moto dall’intellighenzia di sinistra che si è battuta, facendo scendere in campo pseudointellettuali, damazze del jet set e politici di vario genere ed estrazione, tutti uniti per salvare l’assassino dei Proletari Armati per il Comunismo dalle galere italiane.

Fra i più scatenati che si sono battuti contro l’estradizione in Italia – come ha evidenziato Il Secolo d’Italia -, vanno ricordati personaggi come il premio Nobel colombiano Gabriel García Márquez, esponenti sudamericani di Amnesty International, il filosofo ebreo-algerino-francese Bernard-Henri Lévy, lo scrittore transalpino Daniel Pennac, il vignettista icona della sinistra italiana Vauro, lo scrittore Erri De Luca, oggi sotto processo per istigazione a delinquere dei No Tav, e, ovviamente, il sopravvalutatissimo scrittore Roberto Saviano che, tuttavia, alla fine, in un soprassalto di pudore decide di ritirare la sua firma dall’appello per rispetto delle vittime compiute da Battisti. Fatto sta che più di 1500 personaggi firmeranno per evitare a Battisti di assaporare le galere italiane. Secondo la stampa brasiliana perfino l’ex-modella Carla Bruni, che ha poi smentito, sarebbe intervenuta tramite il marito Nicolas Sarkozy sul governo brasiliano per fare pressioni e indurre il ministro della Giustizia del Brasile a favore del terrorista lattante.

Le argomentazioni portate a difesa di Battisti sono di due tipi: da un lato viene sostenuto che le accuse contro il pluriomicida dei Pac poggiano esclusivamente sulle dichiarazioni del terrorista pentito dei Proletari Armati per il Comunismo, Pietro Mutti, il quale, secondo i teoremi difensivi del Circo Barnum di pseudointellettuali schierati a favore di Battisti, avrebbe accusato il compagno per garantirsi i benefici premiali concessi dalla legge italiana in tema di antiterrorismo.

Un altro aspetto su cui battono le campagne mediatiche di chi vuole a tutti i costi sottrarre Battisti alla giustizia italiana, all’ergastolo e alle sue sentenze oramai passate in giudicato è incentrato sulla leggenda, alimentata dai soliti pseudointellettuali, che il processo in Italia sia stato condotto senza le adeguate e dovute garanzie giuridiche anche attraverso l’uso di confessioni estorte con la violenza e con torture. Inoltre – ed è questa la convinzione che ha alimentato la decisione delle autorità brasiliane di respingere l’estradizione del pluriomicida – il ministro della Giustizia brasiliana ha ritenuto che Battisti fosse perseguitato per le sue idee politiche e non per gli omicidi commessi brutalmente e che non fosse stato giudicato nell’ambito di un processo regolare. Peraltro le autorità brasiliane hanno deciso di non dare corso alle reiterate e inutili richieste di estradizione di Battisti in Italia ritenendo che l’ergastolo con isolamento e parziale privazione della luce solare al quale Battisti era stato condannato fosse un trattamento inumano e degradante. Come se, invece, il trattamento che Battisti ha riservato alle sue vittime, fosse stato umano e decoroso.

I quattro omicidi furono particolarmente efferati: in due di essi (quello del maresciallo degli allora Agenti di Custodia Antonio Santoro, Udine 6 giugno 1978; e quello dell’agente Andrea Campagna, Milano 19 aprile 1979), egli sparò materialmente in testa o alle spalle delle vittime; per un terzo (Lino Sabbadin, macellaio, ucciso a Mestre il 16 febbraio 1979) partecipò materialmente facendo da copertura armata al killer Diego Giacomini; per il quarto (Pieluigi Torregiani, Milano 16 febbraio 1979) fu condannato come co-ideatore e co-organizzatore. Gli omicidi Sabbadin e Torregiani, infatti, furono compiuti a distanza di un’ora l’uno dall’altro, nello stesso giorno (16 febbraio 1979, appunto, a pochi giorni dagli omicidi di Guido Rossa ed Emilio Alessandrini), perché responsabili, secondo “la giustizia proletaria”, di avere reagito a rapine che avevano subito poco tempo prima. Furono uccisi perché mai avrebbero dovuto reagire ai proletari costretti alle rapine per sopravvivere. Nel 1979, nell’ambito di un’operazione antiterrorismo di vaste proporzioni, Battisti venne arrestato, detenuto nel carcere di Frosinone e condannato a 13 anni e 5 mesi per l’omicidio proprio del gioielliere Torregiani. Il 4 ottobre 1981 riuscì a evadere e a fuggire in Francia, dove beneficiò a lungo della dottrina Mitterrand: “La Francia prenderà in considerazione la possibilità di estradare cittadini di un Paese democratico autori di crimini inaccettabili», ma si riserva di non farlo nel caso di Paesi «il cui sistema giudiziario non corrisponda all’idea che Parigi ha delle libertà”.

Mario Bocchio | marzo 4, 2015 alle 3:54 pm | Etichette: battisticesare battistimoralisinistra| Categorie: ItaliaPolitica ed Economia | URL: http://wp.me/p3RTK9-7iC

 

 

Una Risposta

  • Che finisca la libertà in galera, Battisti, ne dubito come penso ne dubitino tutti coloro che conoscono bene come va la giustizia in Italia !
    Che sfugga alle maglie della “giustizia” uno dichiarato punibile è tale onta per la eccelsa “giustizia” italiana, che va ricercato in tutti i modi. Poi, quando sarà in prigione,catturato finalmente, sarà un altro discorso, poichè, finalmente appagato il senso di giustizia dei magistrati, allora potrà beneficiare di ogni sconto di pena. Ma questo, il Battisti, non l’ha ancora capito, da ignorante criminale qual è.

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