Segnalazione Quelsi
Della sua critica ha dato notizia lo stesso Marcello Veneziani tramite il suo profilo Facebook. Il Comitato scientifico che si occupa degli anniversari della storia d’Italia, istituito a Palazzo Chigi e ora presieduto dall’ex presidente del Senato Franco Marini, fu costituito con lo scopo di commemorare la Prima guerra mondiale nel suo centenario. Nel Comitato vi fanno parte storici, studiosi ed esponenti istituzionali. Da qualche tempo, però, si occupa soprattutto del settantennale della Liberazione e sta patrocinando e promuovendo iniziative delle organizzazione partigiane. Veneziani, che è componente di questo Comitato sin dalla celebrazione dei 150 anni dell’Unità d’Italia, ha inviato una lettera aperta a Marini.
“Trovo inconcepibile – scrive Veneziani – che si prevedano e si finanzino centinaia di manifestazioni e pubblicazioni per il settantennale della Liberazione, lasciando in sordina il centenario della Prima guerra mondiale, che mi pare invece l’evento centrale del quadriennio 1914-‘18. C’è uno squilibrio, una sproporzione evidente, anche nel tono e nel taglio. Capirei se quest’anno fosse il centenario della Resistenza, e non ricordo del resto che si sia ricordato il novantennale o il settantennale della Prima guerra mondiale”.
Ancora Veneziani: “L’impossibilità di pensare alla nostra storia e alla nostra identità nazionale se non a partire (e a finire) dalla guerra civile di liberazione indica un forte limite culturale e civile del nostro orizzonte storico e istituzionale. Non possiamo ridurre la storia millenaria di una civiltà e la storia secolare di una Nazione e poi di uno Stato agli ultimi settant’anni”.
“Senza dire che nessuno o quasi degli eventi indicati e promossi esplora in modo problematico le pagine controverse di storia e di popolo emerse nella storiografia e nella pubblicistica degli ultimi trent’anni (eccidi partigiani di civili e religiosi, processi sommari, triangolo rosso, foibe) – conclude -. Viceversa, ricostruendo la Prima guerra mondiale, anche in un film come quello di Ermanno Olmi, patrocinato dal Comitato e dalle istituzioni, si abbraccia una lettura esclusivamente tragica e critica di quel conflitto, priva di ogni connotato celebrativo, epico ed eroico, che invece resta intatto nella ricostruzione storica della Resistenza. Francamente provo disagio a condividere questa impostazione che celebra la Resistenza e a malapena commemora la Prima guerra mondiale e della prima nasconde ogni lato in ombra e della seconda occulta ogni lato luminoso. Ferisce la memoria storica, la verità degli eventi e l’amor patrio”.
Mario Bocchio | marzo 15, 2015 alle 11:50 pm | Etichette: marcello veneziani, prima guerra mondiale, resistenza, veneziani | Categorie: Italia, Politica ed Economia | URL:http://wp.me/p3RTK9-7Fu
L’Italia è nazione cresciuta a menzogne e con la costrizione ad un’unità forzata da potenze straniere. Salvo qualche rara parentesi di autonomia, quale ,stranamente ma realmente, nel fascismo, il resto è storia intrecciata all’estero con un Mazzini che viveva a Londra ,all’ombra della massoneria ed un Garibaldi foraggiato dalla stessa entità, in funzione anti-Roma.
La prima Guerra mondiale, la Resistenza con la Seconda Guerra mondiale sono l’epicentro di queste tragedie nazionali che non avranno mai fine poichè non esiste in Italia un politico decente ,di cultura e di grinta che sia capace di modificare alcunchè.
Il Berlusca in cui si riposero le speranze, si dedicò a circondarsi di amici lecca…. e di giovanette ambiziose piuttosto che insegnare la cultura con le sue tv. Persa così l’ultima occasione di rinascita nazionale si avanzano i movimentatori di popolo privi di bagaglio culturale sufficiente e blaterano qualche frase di circostanza per aizzare verso di loro il favore del povero popolo illuso.
Non manca una gerarchia ecclesiastica che brama un potere ormai defunto e quindi si adatta ed insegue i pruriti modernisti e sovvertitori di ogni dottrina morale (vedi Avvenire, Fanghiglia cattolica , prelati come bagnasco ecc.ecc.). Dell’Italia come nazione rimangono le ceneri con un popolo sofferente che meriterebbe di meglio.
Ben detto Mardunolbo! E’, questo, uno scenario di povertà d’idee e di valori. E in tale marsama io vedo uno dei tanti segni – forse il più evidente – del declino dei tempi. E sappiamo chi sono i primi responsabili: coloro che hanno demolito gli argini della fede e della Tradizione.