Verona: MA IL COMUNE DOV’E’?

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PALAZZO BARBIERI

I veronesi sanno bene di essere rimasti senza l’amministrazione comunale, ci si stanno abituando e di questa assenza vedono i difetti ma anche i pregi. Da troppo tempo scoprono e vivono la grave crisi amministrativa che è esplosa nelle strutture comunali il loro immobilismo, l’incriminazione di dirigenti, le illiceità nella nomina dei nuovi, i programmi incompiuti, la svendita del territorio e quant’altro ancora.
Tutto ciò si aggiunge al blocco del consiglio comunale che fa fatica anche a riunirsi.tosi io ascolto tutti
Chi volesse parlarne con il Sindaco non saprebbe come trovarlo. È a Roma, a Crotone, a Palermo, a Milano, alla radio, in tv, a Rovigo. È altrove.
C’è qualcuno che ancora, ma fuori da Verona, sostiene che la città è bene amministrata, è un modello. C’è qualcosa di vero: infatti si va avanti anche senza l’amministrazione.
Non a caso sono esplosi tanti problemi. Prima ci fu il vicesindaco in galera, poi l’assessore sospeso o dimesso, parecchi dirigenti degli enti comunali sotto inchiesta o incriminati o arrestati. Alcuni consigli di amministrazione immobilizzati dalle controversie interne.


Ma la situazione rischia di peggiorare: ora, oltre al Sindaco, nelle battaglie politiche extra comunali, scendono anche membri della giunta, consiglieri, presidenti di enti e quant’altro. Tutti con lui, strana vittima di sè stesso.
Sono a caccia di nuove posizioni, di altri ruoli: candidati alla regione, come minimo, a cominciare dal vicesindaco. Quello predestinato alla successione agli arresti, il suo sostituto in campagna elettorale.
Forse ci siamo sbagliati, non conoscendo bene le ambizioni di tutti loro, li abbiamo votati per amministrare Verona.
Non immaginavamo che avessero tanta fantasia. Sapevamo che non manca a Tosì ma non pensavamo volesse passare dal Comune alla Presidenza del Consiglio dei ministri (tramite la inesistente destra unita), e a parlamentare europeo (poi, ottenuti i voti, rinunciando) e Governatore del Veneto, cui probabilmente dovrà pure rinunciare.
Già, perché Zaia ha governato bene ed a Venezia, diversamente che qui, c’è sempre stato, ha superato, senza esserne minimamente toccato, lo scandalo del Mose, è rimasto fedele alle sue promesse e al suo partito. E ci pare, per chi la pensa come noi, che possa essere votato, più per il Veneto che per la Lega.
E Verona? Cosa resta a Verona oltre le parole, le riflessioni della siora Olga, il supporto finanziario di chi fa poi solo i propri interessi, i grandi progetti irrealizzati da mettere nel cassetto?
Quale futuro è stato preparato per Verona da questa dirigenza non ci è dato di poter prevedere.
Rimane la riflessione sulla responsabilità di chi ha concepito la politica locale come pura e semplice distribuzione di posti di potere, come caccia al consenso, come fame di voti.
Da usare per il commercio regionale e nazionale, tra altri commercianti della politica, ma sempre in nome del nostro Veneto. Sempre da difendere, o purtroppo da utilizzare: contro i propri personali avversari politici.

Michele Croce

 

Fonte: http://www.veronapulita.it/ma-il-comune-dove/

 

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