Vicenza, retromarcia della Curia: immigrati in ambienti parrocchiali, non più nei luoghi di culto

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di Redazione

SANTUARIO DI MONTE BERICO

Tutto era iniziato con le sparate di “mons.” Pizziol, occupante la Curia di Vicenza, che invitava ad aprire le chiese e il Santuario della Madonna di Monte Berico per l’accoglienza di immigrati.

Nel consueto clima di buonismo e mondialismo vaticano secondista, a parte rare eccezioni, tutti sembravano adeguarsi e a tutti pareva normale che le Case del Signore potessero cambiare la loro “destinazione d’uso” da luoghi sacri a una sorta di “bivacchi” per presunti profughi.

Ad alcuni che usano ancora un minimo di buon senso, venne l’idea di avvisarci di ciò che sarebbe potuto accadere. Così, come accaduto per altri argomenti a Padova (calendario interreligioso) e a Monteforte (VR), “Christus Rex” e Forza Nuova hanno attivato i loro militanti a difesa della Cristianità, in particolare della Cattolicità, già messa pesantemente compromessa da coloro che dovrebbero esserne, invece, i custodi.

Ecco, allora, che con una tempistica di grande zelo apostolico, il monsignore conciliare non parla più di apertura dei luoghi di culto agli immigrati, ma fa scrivere sul sito della Diocesi di Vicenza un invito alle parrocchie o gruppi di esse a trovare “ambienti” per 2-4 profughi, dando specifiche istruzioni… ( http://www.vicenza.chiesacattolica.it/pls/vicenza/V3_S2EW_CONSULTAZIONE.mostra_pagina?id_pagina=2771&rifi=guest&rifp=guest )

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