Libia e immigrati clandestini, che fare?

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ECATOMBE

Un cittadino di Corridonia mi ha detto che se fossero stati mitragliati all’inizio due, tre barconi, decine di migliaia di altri migranti non sarebbero poi affogati. Ragionamento logico, ma eccessivo.

Sarebbe bastata la dolorosa necessità di “passare per le armi” i primi scafisti per fermare l’invasione. Infatti, gli scafisti sono degli individui egoisti, vigliacchi e sanguinari, a cui piace vivere bene: non hanno ideali più alti per i quali valga la pena di rischiare la vita. La soluzione è valida ancora oggi: “passare per le armi” gli scafisti, in quanto questa invasione di Africani e Musulmani è una guerra non dichiarata, da assoggettare alle leggi di guerra. Però, non si può fare. Quindi, dovremo continuare – giustamente – a salvare i migranti dalle acque e tenerceli in casa, dato che nessun partner europeo li vuole… Proprio contiamo come il due di picche.

Sono nauseato dalle dichiarazioni dopo l’ecatombe nel Mediterraneo della politica cialtrona (come la definisce Piero Ostellino). Nessuno che faccia la critica, o l’autocritica, per aver partecipato con i governanti francesi, inglesi, americani all’abbattimento del despota criminale Gheddafi, che comunque “pacificava” la regione libica, spaccata da secoli in tribù nemiche tra loro. Erano così prima e durante la dominazione turca, poi durante la dominazione coloniale italiana, e restano così oggi. Inoltre, sono popolazioni musulmane che capiscono solo il califfato e l’emirato, come è stato imposto da Dio, non la democrazia, che è una nostra evoluzione sociopolitica. La “primavera araba” è stata una teoria utopica. Quindi, stiamo pagando l’iniziativa dell’Occidente, che, per loro interessi egemoni, od occulti, o per pura idiozia, hanno distrutto il regime di Gheddafi, di Mubarak, di Saddam Hussein… Erano dei rais criminali? Sì, lo erano, è vero, ma ci garantivano frontiere sicure, che oggi non abbiamo più, salvo il caposaldo di Israele che è rimasto in tutto lo scacchiere mediorientale.

I media spingono oggi la gente all’emozione facendo vedere i “migranti” (nuovo termine per non definirli emigranti clandestini), quelli salvati e quelli morti. Non sanno che alla maggior parte degli Italiani la cosa comincia a disinteressare, dato che hanno problemi personali di sopravvivenza e timore per la loro incolumità e per la sovranità nazionale futura. Andate a parlare con qualche vecchio Compagno comunista che è ai limiti di sopportazione e ascolta cosa vi dice a proposito dei migranti… Questa volta quel Compagno voterà Salvini…

Bisogna capire che la mente umana è “dicotomica”, ossia vede le cose su due aspetti precisi e contrastanti: o bianco, o nero, o bello, o brutto, o buono, o cattivo, eccetera. Se gli prospetti il “grigio”, oppure una serie di visioni contrastanti, entra in confusione. Matteo Salvini e Matteo Renzi pongono all’attenzione della gente le cose così: qui sta il “bene”, là sta il “male”. Adesso scegli. Ormai se la giocano tra loro due. Il resto è dettaglio e silenzio. Le chiassate di esponenti PD e dei centri sociali a Porto Recanati, dove non hanno fatto entrare Salvini, atteso da alcuni condomini senegalesi, nell’Hotel House, mostruoso edificio noto alle cronache come base per lo spaccio di droga, contraffazioni di abbigliamento, prostituzione e ultimamente covo di terroristi islamisti, dimostrano paura e fanno acquistare voti alla Lega.

Quando si è nei bassi toni emozionali di “paura” e “afflizione”, si cerca di salire di tono per stare psicologicamente meglio. Prima si sale su “odio”, che è sopra ai toni di “paura e afflizione”. Poi si sale ancora sopra, su “collera”. Oggi, stanno iniziando con l’“odio” – che non è “razzismo”, come viene valutato da una Sinistra in paranoia. E’ solo “odio” diretto in modo confuso verso i migranti e la casta politica. Prima o poi questo “odio” diventerà “collera” e si scaricherà da qualche parte. Magari dopo il primo attentato islamista in Italia?

Cosa sono questi migranti?

Molti ancora credono che i migranti siano i “poveri negri” della letteratura, o il “buon selvaggio” del romantico Rousseau, che verrebbe poi corrotto dalla civilizzazione. Pure L. Ron Hubbard, il fondatore di Scientology dice che l’uomo è “fondamentalmente buono”, ma che poi, influenzato dall’inconscio, commette errori. Ciò che ci troviamo come realtà è un’altra cosa.

Al di là del fatto che anche se gli Africani sono figli di Dio e nostri fratelli, come pure quelli dell’Isis sono nostri fratelli, come quei ribelli congolesi che si mangiarono i nostri avieri a Kindu erano fratelli tra di loro e figli di Dio, secondo il pensiero cristiano, in realtà sono solo esseri umani con una indole diversa dalla nostra. In tremila anni noi Occidentali (includendo anche gli Slavi ad Est) siamo arrivati dove siamo, con una evoluzione nel campo culturale, artistico, scientifico, educativo, sociale ed economico. In tremila anni gli Africani sono rimasti con il loro sistema tribale e la loro mentalità tribale nelle foreste, nelle savane e col tamtam.

Poiché non viene fatta la diagnosi della personalità per una selezione alla partenza, si può pensare che coloro che giungono sulle nostre coste sono, in identica percentuale, della stessa indole tribale, primitiva, impulsiva, sanguinaria e opportunista di coloro che mangiarono i nostri a Kindu; della stessa indole dei Simba con il loro cannibalismo rituale e il piacere di creare una lenta sofferenza nei malcapitati bianchi e neri; della stessa indole dei catechisti cattolici che si unirono ai Simba partecipanto a violenze e uccisioni; della stessa indole dei massacratori degli 800.000 Tutsi in Ruanda… e via dicendo.

Quei pochi Africani che, evolvendosi dalla loro indole primitiva (magari erano “bianchi occidentali” in incarnazioni precedenti), si sacrificano, sono solidali con tutti, rischiano la vita per salvare altri, bianchi o neri che siano (come posso testimoniare), per la loro umanità e religione, fino a farsi uccidere e a diventare martiri, sono purtroppo “mosche bianche”, o minoranze limitate.

Entro venti anni, dieci anni, o prima, queste masse africane invadenti il territorio italiano ed europeo – se non verranno fermate da subito – ci creeranno enormi problemi. Senza contare l’Islam, che è missionario e vuole convertire il pianeta. Non aspettiamoci riconoscenza dai Musulmani, veri fedeli di Dio. Ci considerano “dhimmi”, ossia tributari, infedeli e impuri. Quindi “inferiori”.

Gli Africani sono arroganti fin da oggi, e maggiormente lo saranno in futuro, perché sono convinti che noi “bianchi” li abbiamo sfruttati, li abbiamo derubati, li abbiamo razziati per la tratta degli schiavi… E’ tutto vero.

Ricordate lo slogan “l’Africa agli Africani”? “Diamo loro con una mano ciò che abbiamo rubato con l’altra”? E la loro esaltazione della “Negritudine”, dove la mettiamo?

Di conseguenza, abbiamo dato l’Africa agli Africani… Enormi quantità di aiuti sono stati dati soprattutto dagli USA, e milioni di kalashnikov dai Paesi dell’Est… Però, alla realtà dei fatti, è crollata la Negritudine”, la fratellanza tra gli Africani neri… Si sono scannati da subito. Abbiamo fatto credere per opportunismo politico che i colpevoli della loro situazione eravamo noi, ed oggi essi credono che sia avvenuto solo così. Non ricordano le antiche guerre sanguinose tra tribù, l’aiuto prezioso ai negrieri arabi e bianchi dato dai capi tribali africani nella razzia di neri di altre tribù, senza il quale i negrieri non sarebbero entrati in quelle foreste e savane a razziare e ad uscirne vivi.

C’è stato un ex-ministro italiano che proponeva di arruolare i migranti nelle forze armate. Non sa, il povero ministro, quale terminator diventa un Africano in divisa e con un’arma in mano…

Una società meticcia verso quali obiettivi?

C’è poi chi spinge, come l’ex-ministro Kyenge, alla costruzione di una società meticcia, mescolando la razza nera con la razza bianca, e, secondo altri intendimenti, mescolandoci pure la razza gialla. E’ una vecchia fantasia distruttiva della nostra millenaria civiltà che si vorrebbe imporre…

Non dimentichiamo che il successo del Marxismo nel mondo avrebbe significato meticciato universale, con cui “tutto diventa uguale a tutto, senza più differenze”. Salvo per i leader, che sono differenti dalla massa. Da ciò possiamo capire l’utopia del “multiculturalismo” e della “globalizzazione”: tutti insieme nella confusione, per meglio dominare. Da ciò possiamo capire l’imposizione dell’ideologia del Gender, con la perdita di identità sessuale, per eliminare le differenze tra i sessi, e la proposta di “genitore uno e genitore due” della stessa Kyenge. La Chiesa cattolica combatte contro questa posizione laicista e relativista del Gender.

Però, assistiamo a questa battaglia per l’accoglienza ad oltranza, sia da parte di una ex-Sinistra, sia da una parte dell’Alto e del Basso Clero e di organizzazioni caritative.

Forse tutto questo aiuto ai poveri migranti, guardando solo agli effetti finali senza porsi i problemi che sono a monte, avrebbe l’obiettivo di perseguire la mescolanza di civiltà inferiori come quella tribale africana, (poiché l’Islam non si mescola: infatti, sottomette gli altri per ordine di Dio), con la nostra millenaria civiltà ebraico cristiana, greca e romana, arricchita da filosofie ed ideologie successive, non per creare una “civiltà migliore”, ma per creare una “civiltà inferiore”, con un abbassamento di consapevolezza, onde permettere ai potentati finanziari ed economici del Potere Mondiale, del “Padrone del Mondo”, come lo definiva Robert Hugh Benson, (1871-1914), una delle menti più limpide e preveggenti del clero cattolico, di dominare le popolazioni – ossia, le masse di marxista memoria – prive ormai del sentimenti di sovranità nazionale… Già ci siamo arrivati per conto nostro… Con Africani e Musulmani determinanti politicamente saremo sicuri del risultato.

Lauree, educazione, integrazione servono a poco: gli Africani sono ciò che sono e occorrono secoli, e diverse incarnazioni in Occidente, per portarli al nostro livello di consapevolezza. Mentre a noi, con un’arte degradata, con una musica che scuote i bassi istinti dell’inconscio, con la massificazione delle menti nel degrado sessuale e nei falsi miti, con l’esasperazione dell’egoismo individuale e la mercificazione dei sentimenti, sono bastati pochi anni per scendere di consapevolezza, e ne basteranno ancora meno, per giungere ad un abbassamento della nostra identità per trovarci al livello di queste masse africane. Con i Musulmani che ci supereranno, poiché l’Islam è una religione potente, missionaria e pratica, che diventerà un polo di conversione spontanea degli Occidentali: facile preda senza più ideologie operanti e con una Chiesa cattolica in confusione, che rimane al “mistero della Fede”, in un mondo che vuole ormai risposte religiose scientifiche.

Da dire che quanto sopra non vale se parliamo di Neri americani, i quali, pelle a parte, hanno raggiunto lo stesso grado di civiltà dei Bianchi americani. Forse… Eppure, non so perché non avvengono molte unioni tra neri e bianchi negli USA… Evidentemente non vogliono il meticciato con i bianchi… Esiste anche un “razzismo nero”? Sì, esiste.

Quanto sopra viene definito generalmente dalla cosiddetta Sinistra come un concetto razzista. E’ così che dicono. Poiché non hanno più una ideologia propositiva e sono in confusione, come un tempo definivano “fascista” chi aveva idee contrarie e non omologabili, oggi si giocano la carta “razzista”.

I responsabili dell’esodo

Chi sono i veri responsabili dell’esodo delle masse africane?

La prima domanda che sorge è: come fanno ad avere tutti quei soldi (da 4 mila a 6 mila dollari) per pagarsi il viaggio verso la speranza? E’ una cifra enorme per un Africano… Forse riescono a raccoglierli nel loro clan? Forse li inviano i loro parenti che sono già in Europa? Potrebbe esserci una organizzazione occulta che li spinge e fornisce il denaro per invaderci? Allora, non potrebbero andarli a prendere da centri di raccolta nelle loro zone d’origine e portarli con voli charter in Italia, risparmiando vite umane e denaro? No, che non possono farlo, poiché scoppierebbe una rivoluzione tra le masse popolari italiane… L’importante, però, è raggiungere l’obiettivo di eliminare il nostro sentimento di sovranità popolare e la nostra identità affogandoci con gli immigrati, pure se c’è il costo di decine di migliaia di affogati fisici nel Mediterraneo e, prima, di morti nelle piste desertiche della speranza.

Aggiungo che sull’argomento dell’invasione da Sud e da Est dell’Italia e dell’Europa esiste una ipotesi di “complotto”, da tempo presentata dal giornalista e politico francese Thierry Meyssan.

Meyssan sostiene che in base alla “teoria del caos” (i cui attori sono definiti dal L. Ron Hubbard “mercanti del caos” e “soppressivi”), elaborata dai governi USA, dal Pentagono e dalla Cia, sia questa invasione di Africani e Musulmani, sia l’abbattimento dei regimi per una “primavera araba”, sia le guerre in Medio Oriente, nonché l’affaire Ucraina, compreso il terrorismo islamista, siano opera di centrali governative USA per destabilizzare l’Europa, impoverirla con le crisi finanziarie, non permetterle l’unità politica e contrapponendola definitivamente alla Russia. Sono opinioni, teorie. Conviene agli USA rendere instabile una penisola strategica nel Mediterraneo come l’Italia con il terrorismo islamista e in confusione socioeconomica? Certo fa pensare quando si ascolta l’opinione dell’ex-presidente del Consiglio Enrico Letta (leggiamo da Internet che fa parte della Trilaterale e del Gruppo Bilderberg) quando dice che dovremo accogliere tutti i migranti che arrivano, ossia il milione e mezzo che attende sulle coste libiche…

La seconda domanda è: come mai fuggono da zone ricchissime di minerali pregiati e di territori fertili, in particolare quelli della fascia equatoriale, che potrebbero sfamare l’umanità intera? A causa delle guerre. QUALI GUERRE? A causa delle carestie. QUALI CARESTIE? A causa della politica oppressiva dei loro Governi. QUALI GOVERNI?

Terza domanda: è forse cambiata la mentalità africana (almeno quella che conoscevo quarantacinque anni fa), che non avrebbe mai sacrificato donne, donne incinte e bambini in pericolose avventure attraverso deserti e il mare Mediterraneo? Comprendo che le donne, meglio se incinte, e i bambini soprattutto, sono un “passepartout” per l’accoglienza. Però, come mai pur sapendo già che esiste un alto rischio della vita, rischiano lo stesso… E’ forse cambiata la mentalità del clan, dove nessun bambino (poiché i figli sono la benedizione e la ricchezza per la sopravvivenza del clan) era abbandonato dal clan e gli orfani facevano parte del clan e non erano abbandonati e morivano di fame? E’ stato fatto un lavaggio dell’inconscio collettivo con il miraggio della terra promessa, di un lavoro, di un benessere? E’ forse opera di magia nera collettiva la spinta di queste masse verso di noi?

La colpa della situazione è a monte. A monte: non l’avrei mai ammesso prima del mio viaggio in Congo nel 1966, quando vidi come erano stati lasciati i Congolesi indipendenti dai colonialisti belgi. A monte, ripeto, esiste la colpa di chi ha spinto per concedere l’indipendenza a popolazioni tribali, in confini coloniali che spaccavano le tribù, mettendo a capo di questi novelli stati tribali e nazionalisti, degli autentici inetti come l’idealista Nyerere, opportunisti, ladri e all’occorrenza pure assassini criminali, come Mobutu. I pochi politici capaci erano generalmente assassinati per motivi politici tribali. Eliminazione, quindi, dei capaci, magari con attentati – vedi il presidente del Sud Sudan indipendente John Garang. Che voleva una confederazione del Sud Sudan liberato con il Nord Sudan, per una reciproca collaborazione: il Nord avrebbe dato l’organizzazione amministrativa ad un Sud con un altissimo tasso di analfabetismo, che avrebbe a sua volta garantito la sussistenza agroalimentare al Nord. Ne parlavamo già durante la prima guerra d’indipendenza del Sud (1956-1972). Poi è stato scoperto nel 1978 il petrolio nel Sud Sudan e – dopo la eliminazione di Garang con un misterioso incidente all’elicottero che lo riportava dall’Uganda in patria – due ufficiali del fronte di liberazione dello SPLA, il “denkaSalva Kiir e il “nuerRiek Machar, hanno cominciato a combattersi per il potere e i quattrini.

Infatti, fin dall’inizio dell’indipendenza i novelli capi di Stato africani hanno dovuto garantire ai neo colonialisti – ossia, alle potenze e alle multinazionali occidentali e orientali succedute ai vecchi colonialisti – di poter continuare a depredare le terre d’Africa impunemente. Chi non era d’accordo veniva estromesso dal potere in modo violento, o con colpi di Stato. Da ciò guerre, impoverimento e carestie. Se si vuole fermare l’esodo di milioni di Africani è dalla stabilizzazione politica e sociale degli Stati africani interessati che si deve partire, in modo onesto e solidale. Cosa che i neocolonialisti si guardano bene dal fare. A loro interessano i profitti, costi quel che costi.

Ciò che è incomprensibile è come mai non si parla di fatti precisi che causano la migrazione, rimanendo dei termini generici di guerre, carestie, oppressioni politiche.

 

L’unico che ancora si salva è il Sud Africa?

Pure il Sud Africa, rimasto quasi indenne nella la sua organizzazione amministrativa e giuridica pur col nuovo potere nero dell’ANC, oggi viene squassato da rivolte nelle “township”, con la polizia nera, comandata da ufficiali neri, che spara sui dimostranti neri, e con i massacri tra neri sudafricani e neri emigrati dallo Zimbabwe, l’ex-colonia della Rodesia del Sud, un tempo ricchissima e invidiata per la sua ricchezza e la sua bellezza perfino dal Sud Africa, oggi ridotta in uno stato miserevole dall’inetto despota cleptomane Robert Mugabe.

Milioni di neri dello Zimbabwe migrano per scendere nelle miniere sudafricane tenute dalla nuova casta nera capitalista sudafricana, della quale fanno parte i nipoti di Mandela, che li sfrutta fino all’osso.

Comunque, se il Sud Africa rimane efficiente lo si deve all’imprenditoria ancora in mano ai Bianchi anglosassoni, ai Boeri, agli Ebrei e agli Indiani, alle strutture burocratiche in cui sono presenti, in parte, pure i Bianchi, al sistema giudiziario che è rimasto sul modello anglosassone ed alle forze armate, al cui comando ci sono ancora i Bianchi con i Neri…

C’è un detto della tribù Venda, popolazione parte in Sud Africa e parte nello Zimbabwe, che dice: “L’uomo bianco è il regalo che Dio ha fatto all’uomo nero.”

In conclusione, se queste grosse masse di Africani fuggono dall’Africa verso il miraggio italiano ed europeo lo dobbiamo all’inettitudine dei loro governi sanguinari e allo sfruttamento dei nuovi colonialisti americani, britannici, francesi, cinesi, eccetera.

Cosa fare per la Libia?

E’ impensabile andare in Libia con un esercito sotto l’egida dell’ONU. Quei soldati dell’ONU li abbiamo visti assistere indifferenti ai vari massacri di popolazioni e persone inermi in ogni parte del pianeta. Sono solo dei burocrati armati, come burocrati sono quelli delle organizzazioni dell’ONU. Ancora ci brucia il ricordo degli avieri massacrati a Kindu e mangiati… In Congo i soldati dell’ONU erano acquartierati nelle caserme e si guardavano bene dall’intervenire contro i ribelli Simba, sanguinari assassini, definiti “patrioti” da “L’Unità” del 1964. L’Armée di Mobutu era peggio dei Simba stessi: fuggiva davanti a loro e si abbandonava a saccheggi e a violenze sulla popolazione civile. Gli unici che risolsero la situazione contro i 20.000 Simba furono i 500 uomini combattenti del 5 Commando anglosassone del colonnello Mike Hoare e del 6 Commando “latino” di Bob Denard, oltre al Battaglione Leopard di Jean Schramme, formato da neri katanghesi. Le tre formazioni militari pagate dalla Cia e sotto il mandato ONU liberarono i tre quarti del Congo, che era stato conquistato dai Simba. E’ bene ricordare che i Simba erano foraggiati massicciamente con ogni tipo di arma leggera e pesante dalla Cina maoista e dai paesi dell’Est, addestrati dai Cubani e per un breve periodo pure da Che Guevara, il “tattico” della guerra di liberazione castrista che dovette fuggire dal Congo dopo un attacco del 5 Commando dal lago Tanganika. Per poi cercare la “bella morte” in Bolivia, finendo seppellito senza mani e… senza piedi.

I mercenari del 5 Commando vincevano non tanto perché la Cia e i Belgi li sostenevano con armamenti e vettovagliamenti, e avevano due caccia bombardieri d’appoggio e due elicotteri per i feriti, quanto perché erano in maggioranza guerriglieri rhodesiani, sudafricani e boeri, che combattevano per fermare l’infiltrazione marxista ai confini dei loro Stati. Ma – e soprattutto – perché avevano l’appoggio della popolazione congolese, che, pur non amandoli, si sentiva al sicuro con i mercenari dopo le angherie e le violenze dei Simba, fornendo loro informazioni sugli accampamenti dei Simba, fornendo scout e portatori di viveri e munizioni. Quindi, i mercenari stranieri, senza l’appoggio della popolazione, non avrebbero sbaragliato i Simba.

Cosa che non potrebbe avvenire in Libia, così divisa in troppe tribù. Quindi, la formula del Congo non avrebbe fortuna, né con truppe mercenarie addestrate, né con coalizioni militari sotto le inutili bandiere dell’ONU.

Forse l’unica soluzione sarebbe di carattere politico militare. Magari dividendo la Libia in Cirenaica e Tripolitania… Ma non quella di tentare di mettere d’accordo per una politica unitaria le tante tribù in conflitto e contro l’Isis. Dividono troppi secoli di odio tribale: una pia intenzione quella dell’accordo tra le parti sotto la supervisione dell’ONU che farebbe perdere del tempo prezioso…

Ricordo che anche nel Sud Sudan avevamo una situazione quasi simile, con le tribù divise e inneggianti alla loro leadership sulle altre. Tutte dichiaravano di essere le vere rappresentati del Sud Sudan. Spesso, invece di combattere gli Arabi del Nord, si scontravano, con morti e feriti e sprecando le poche munizioni che avevano.

Cosa avvenne per formare un Fronte di liberazione unico, il Southern Sudan Liberation Front?

Avvenne quanto segue. Gli Israeliani scelsero di accentrare gli aiuti sul colonnello Joseph Lagu, membro della piccola tribù dei Madi, che aveva il suo quartier generale a Owini-ki-bul, lungo i confini con l’Uganda, zona di Kitgum, in cui ero. Se volevano avere parte delle vecchie armi inglesi e dei vettovagliamenti che gli Israeliani fornivano a Lagu, gli altri gruppi tribali dovevano mettersi d’accordo con lui e sotto il suo comando. Ricordo che negli accampamenti i vari gruppi tribali se ne stavano appartati, non comunicavano pur avendo un dialetto arabo come lingua franca e spesso non combattevano insieme.

L’unità virtuale rimase fino alla pace di Addis Abeba del 1972. Quando, qualche anno dopo iniziarono di nuovo le ostilità tra Nord e Sud e iniziò l’ascesa di John Garang, io non ero più con il Fronte, nauseato da divisioni per me inaccettabili e dopo una dolorosa esperienza con la guerriglia sud sudanese. Ma non rinnego la mia lotta, né i miei amici morti Joseph Oduho, il maggiore Ferdinando Goi, il capitano Manasse Atot, il dottore William Renzi Tembura e i tanti valorosi combattenti armati solo di lance, archi e frecce.

Purtroppo, non conobbi John Garang. Che è stato definito dal maggiore Tullio Moneta del 5 Commando e successivamente nell’Intelligence occidentale, che lo incontrò nel 1986 nella zona di Aba-Faradji, ai confini del Congo col Sud Sudan, in occasione di una grossa fornitura di armi catturate ai Simba, come una persona politicamente preparata ed intelligentissima, cosa rara nei leader africani. Infatti, al Potere Mondiale sono utili solo i cinici e mediocri, astuti e manovrabili. Come avviene in Italia.

Per la Libia si potrebbe tentare la stessa via: scegliere una sola parte tra quelle belligeranti, ossia quella che può dare il maggior affidamento e pure di gradimento sia al governo egiziano, che a quello tunisino, e a questa parte dare ogni aiuto in armi, vettovagliamenti, e istruttori militari. Potrebbe essere il governo di Tobruk, con la retrovia dell’Egitto, già riconosciuto dalla Comunità internazionale. Da Tobruk, chi impedirebbe ad incursori dell’esercito italiano di fare il loro lavoro, con scout libici della zona? Successivamente, nei territori pacificati e con popolazioni amiche, potrebbero essere inviate truppe combattenti specialistiche anti Isis. Dalle scene guerresche degli addestramenti e per come si muovono sul terreno, come da filmati, abbiamo la dimostrazione che i guerrieri dell’Isis valgano poco, adatti magari a fare fuggire libici, iracheni e siriani, ma impotenti di fronte a specialisti come quei vecchi mercenari del 5 Commando anglosassone e i nuovi specialisti.

Sento che si vorrebbe distruggere i barconi con colpi di mano, o con i droni. Per evitare la distruzione, gli scafisti immobilizzerebbero nei barconi alcuni migranti. Oppure, riporterebbero alcuni migranti come ostaggi nel viaggio di ritorno dei barconi. Capisco che affondare o distruggere i barconi con la gente a bordo non è morale. Però, non bombardarono i ponti di Belgrado con la gente sopra?

Esisterebbe per i capi dell’organizzazione degli scafisti il metodo che usavano i Selous Scout rhodesiani che consisteva, infiltrandosi in territorio nemico, nel colpire con attentati mirati i capi dei terroristi marxisti operanti nella Rhodesia del Sud.

Ci sarebbe, infine, la forma migliore da usare come deterrente: l’esecuzione immediata degli scafisti, appena catturati, dando ampia pubblicità alla cosa. Ma, noi siamo democratici, buonisti, cattolici… E poi abbiamo il Papa… E poi dovremmo chiedere il permesso all’ONU.

In conclusione, noi cittadini Italiani siamo fottuti dagli scafisti, dai politici e dall’Europa! Ormai, siamo alla mercé di tutti i criminali e siamo alla fine della corsa democratica nazionale. E’ il nostro karma, ossia riscuotiamo ciò che abbiamo seminato… Accettiamo tutto, quindi, con umiltà.

Giorgio Rapanelli, Corridonia (Macerata).

29 maggio 2015

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