“Razzista”: l’epiteto passe-partout di chi non ha argomenti

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Segnalazione Quelsi

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by Helmut Leftbuster

Un tempo, per offendere qualcuno, lo si tacciava di stupidità o inadeguatezza, dovendo così almeno far lo sforzo, nel tentare di umiliarlo, di attenersi ad una logica compatibile col suo comportamento o con la precipua situazione da lui posta in essere. Oggi, invece, nell’era della faciloneria e del pressappochismo, l’epiteto buono per ogni situazione, il “dagli all’untore” con cui delegittimare senza troppa fatica e nessun argomento la parte avversa di un qualsiasi contenzioso, sia esso ideologico o materiale, si risolve nel dargli del “razzista”; una parolina magica che, pur usata a sproposito, garantisce molta resa con poca spesa, senza nemmeno che poi si debba render conto a qualcuno di ciò che si è detto o del perché lo si è fatto, come altrimenti avverrebbe per qualsiasi fattispecie di ingiuria o di diffamazione.

Già, perché il “razzismo” è sanzionabile, ma stranamente non è mai sanzionato tacciare gratuitamente qualcuno di averlo perpetrato come tale; del resto, in ben pochi avranno l’ardire di contestare un’accusa tanto vuota quanto roboante, esattamente come accadeva con quelle streghe e con quegli appestati che nessuno si sarebbe mai preso la briga di difendere o tutelare.

Allora forse sarebbe il caso di ricordarci che le streghe non sono mai esistite, e che la peste, il più delle volte, era contagiata proprio da chi voleva lucrarci sopra; e già che ci siamo, ricordiamolo anche ai tanti quaquaraqua che parlano di razzismo a sproposito facendo delle figure beghine, esattamente com’è accaduto con quest’ennesima bufala “razzista”.

Helmut Leftbuster | aprile 9, 2015 alle 9:20 pm | Etichette: bufalerazzismorazzista | Categorie: Dall’Italia | URL: http://wp.me/p3RTK9-8wi

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