Riconosciuto un troncone di Fraternità San Pio X, l’ala destra del Concilio

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CARD POLI

Il Cardinale Arcivescovo dà il via libera perché i lefebvriani siano registrati dal governo come «associazione diocesana». Il segretario di Ecclesia Dei: «Un ulteriore segno di benevolenza della Chiesa, ma rimane il percorso da compiere verso la piena comunione»

ANDREA TORNIELLI CITTÀ DEL VATICANO

Il ramo argentino della Fraternità San Pio X, che ha il suo seminario a La Reja, a quaranta chilometri dalla capitale Buenos Aires, ha ottenuto il riconoscimento da parte del governo come «associazione di diritto diocesano». Un riconoscimento avvenuto grazie al cardinale Mario Aurelio Poli,  successore di Jorge Mario Bergoglio alla guida della diocesi di Buenos Aires.

Qui si può leggere la notizia, mentre qui è riportato il testo del decreto.

In pratica, nel Bollettino ufficiale della Repubblica Argentina, si riporta che su sollecitazione del cardinale Poli, lo Stato concede il riconoscimento di associazione di diritto diocesano alla «Fraternità degli Apostoli di Gesù Maria» (Fraternità sacerdotale S. Pio X) e si riconosce che questa associazione viene accreditata come persona giuridica pubblica nella Chiesa cattolica, in conformità con le norme del Codice di diritto canonico.

L’arcivescovo Poli aveva chiesto al ministero competente che la «Fraternità degli apostoli di Gesù e Maria» (che secondo i propri statuti approvati è una società di vita comune senza voti) sia considerata, fino a trovare il definitivo quadro giuridico nella Chiesa universale, come un’associazione di diritto diocesano, disciplinata dal canone 298 del Codice di diritto canonico. La richiesta del cardinale ha permesso la scrittura nel registro del sistema per le persone giuridiche riconosciute dall’autorità ecclesiastica, con sede in via Venezuela n. 1318 di Buenos Aires. Non è un mistero che già l’allora cardinale Bergoglio avesse cercato di aiutare in questo modo la Fraternità San Pio X. Ora lo fa il suo successore ed è difficile immaginare che egli abbia preso questa decisione senza che Francesco ne fosse messo a conoscenza.

La Chiesa cattolica in Argentina ha uno statuto unico e particolare, è persona giuridica di diritto pubblico, con uno status distinto da qualsiasi altra associazione nel Paese. E secondo la costituzione, lo Stato ha l’obbligo di sostenere il culto cattolico. Le altre religioni non hanno lo stesso status. È evidente che l’iniziativa del cardinale Poli rappresenta un significativo aiuto alla Fraternità S. Pio X, che ora sarà agevolata nella sua esistenza concreta.

Vatican Insider ha chiesto un commento al vescovo Guido Pozzo, segretario della Pontificia commissione «Ecclesia Dei», che si occupa del dialogo con la Fraternità. «Sono contento che in Argentina si sia potuta trovare questa soluzione, che, va precisato, non coinvolge la Santa Sede. Non si tratta di un riconoscimento giuridico della San Pio X come società clericale, rimane aperta la questione della legittimità dell’esercizio del ministero sacerdotale dei loro preti. Ma certamente è un ulteriore segno di benevolenza nei confronti di questa realtà da parte della Chiesa cattolica».

«Con la sua decisione – continua Pozzo – l’ordinario di Buenos Aires riconosce che i membri della Fraternità sono cattolici, anche se non ancora nella piena comunione con Roma. Noi continuiamo a lavorare perché si arrivi alla piena comunione e all’inquadramento giuridico della Fraternità nella Chiesa cattolica».

Fonte: Vatican Insider, 13/04/2015

5 Risposte

  • Beh, non resta che sperare che pervengano anche loro alla “piena comunione con Roma” come molti eretici, dai valdesi ai luterani ai giudei etc. etc. che hanno normale diritto alla parola nelle chiese… cattoliche di tutto il mondo. Certo, la cattolicità (bah!!) della FSSPX è un impedimento, ma ormai forse solo teorico, grazie alla buona volontà – come dite? di Bergoglio? della gerarchia argentina? dello Stato? – macché, della FSSPX stessa a sumssare la dottrina, a partire dall’ecclesiologia!!!

  • C’è da parte loro lo smisurato desiderio d’essere ingannati, purché riconosciuti inclusivi e necessari al campionario mondiale delle religioni unificate e vincenti. Auguri: ce l’hanno quasi fatta!

  • Qualcuno s’è chiesto, al primo apparire di questa notizia: “Che sia vero?”.
    Con buona pace del principio di non contraddizione, è vero e non è vero nel contempo. E’ vero l’episodio, non è vero che questa “porzione” di FSSPX sia stata “incorporata” dalla Chiesa in quanto non è la Chiesa cattolica ad averla “incorporata” ma la contro-chiesa conciliare. A un canonista esperto (e cattolico!!!) stabilire se così facendo si sono oggettivate le condizioni perché questo mannello di clero fraternitario sia passato all’eresia e quindi allo scisma capitale. Il passaggio alla Chiesa non c’è, però sì una formale adesione alla contro-chiesa. Che si fa in questo caso? E la FSSPX che tipo di responsabilità assume? Questo episodio significa azione di una pars pro toto? Un’ “avanguardia” alla conquista del fortino? Raccontava un prof. (+) del mio Liceo che, nel corso della guerra, il suo capitano gli ordinò: “Tenente, vada con i suoi uomini alla conquista di quel fortino nemico”. E lui, scattando sull’attenti: “Ai comandi! Stasera ceneremo nel fortino!”… Cenammo nel fortino sì, ma… da prigionieri!
    Canonisti, sveglia. Canonisti conservatori, abbiate il buon gusto di tacere, qui e altrove.

  • gli amici grembiulinati del perito chimico argentino hanno promesso a Krah un tot di ettari di pampa …

  • Ma che bei compromessi che si vedono ai giorni nostri ! Una altro pezzo della comunità cattolica lefebvriana che si dissolve nella cloaca modernista. Come auspicano con foga i capi attuali….

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