Segnalazione Quelsi
Le autorità Usa hanno promesso di non ostacolare le imprese che intendono partecipare al Forum Economico Internazionale di San Pietroburgo (Saint Petersburg International Economic Forum, Spief) Un anno fa Washington aveva apertamente invitato il top management delle società americane a non andare in Russia, ma questa volta la situazione è diversa. Il 18 giugno si è aperto il XIX Forum Economico Internazionale di San Pietroburgo. Interesse per l’edizione di quest’anno lo mostrano l’Asia, in particolare la Cina, l’America Latina e il Medio Oriente. Il Forum è stato a lungo una delle più influenti piattaforme globali, che riunisce i principali operatori e protagonisti del mondo del business. Se l’anno scorso erano giunti 655 rappresentanti di grandi imprese, quest’anno secondo le prime stime gli “squali” del mondo del business dovrebbero essere più di mille. Al forum sono attesi Romano Prodi, Grhard Schröder, Tony Blair, l’ex primo ministro del Giappone Yukio Hatoyama la vice del segretario generale dell’ Onu Shamshad Akhtar. Il numero complessivo dei partecipanti è superiore a 7mila.
Una caratteristica del Spief 2015 sono i seminari di affari dell’Organizzazione di Shangai per la cooperazione (Sco) e dei Brics, l’incontro consultivo regionale “Business G20”, presieduto dalla Turchia. Per la prima volta nel Forum di San Pietroburgo si svolge la sessione dell’associazione internazionale di discussione del “Club Valdai”. Vedendo quale interesse nutrono per il forum i politici e il business del mondo, le autorità degli Stati Uniti hanno iniziato a riflettere. Gli uomini d’affari non amano perdere i loro benefici e ancor di più non amano essere costretti a farlo. Washington si è trovata ad un bivio: seguire la linea dura o fare un passo indietro. Alla fine la Casa Bianca ha agito su 2 piani: da un lato le autorità hanno promesso di non creare noie alle imprese che desiderano partecipare al Forum Economico Internazionale di San Pietroburgo. D’altra parte, come in passato, alcuni politici e diplomatici hanno preso le distanze dall’evento.
“Non è il momento per il “business come al solito” ha twittato Geoffrey Pyatt, ambasciatore degli Stati Uniti in Ucraina, rivolgendosi con un messaggio ai partecipanti allo Spief 2015. “Tenendo conto che l’aggressione russa prosegue, il business e i rischi di reputazione per la partecipazione al Spief sono evidenti per le aziende americane,” ha aggiunto il diplomatico in un altro messaggio su Twitter. “Si può considerare il Forum di San Pietroburgo come una risposta ai politici” ha detto Anton Kobyako, consigliere del presidente russo e vice direttore del comitato organizzatore del Spief 2015 in risposta alle dichiarazioni del Dipartimento di Stato americano.
“Il business sempre, in tutti i Paesi del mondo, si aspetta cooperazione dallo Stato. Non sempre aiuti. A volte regole ben definite sono un grande aiuto. La cosa principale che richiedono le imprese è non interferire con il loro lavoro” ha concluso Kobyakov.
Mario Bocchio | giugno 20, 2015 alle 7:08 am | Categorie: Politica ed Economia | URL:http://wp.me/p3RTK9-9Ij