Segnalazione di Pietro Ferrari
di Gabriele Adinolfi
E adesso? Sabato a Roma eravate più di mezzo milione, forse un milione, ma che farete ora? Avete protestato contro l’imposizione del gender. Diciamo che era anche ora che lo si facesse perché nelle scuole insegneranno ai vostri figli la masturbazione precoce fino a quattro anni, da quattro ad otto poi li introdurranno all’omosessualità. Come se non bastasse insegneranno a ogni bambino che non ha una sessualità precisa, neppure un’omosessualità, ma che è un libro aperto da scrivere ogni giorno, a capriccio, con otre cinquanta sfumature d’identità porno sentimentale. Avete provato a dire no, ma lo avete fatto sul serio? Siete disposti a battervi o non avete fatto che una sorta di alter gay pride, una rumorosa ora d’aria mentre i secondini sbadigliavano? Non c’è più un piedistallo In primo luogo, pensate che siete in grado di fare barriera? Credete che la discesa sia frenabile assestandosi sul penultimo gradino? Perché il relativismo capriccioso gender (che nulla c’entra tra l’altro con le unioni civili, ma hanno fatto un pacchetto di tutto, ingannando e strumentalizzando così anche i gay) non è che l’ultimo stadio della destrutturazione della personalità conscia. Un’operazione di Sovversione in atto su tutti i piani da quando l’Asse è stato sconfitto e, in particolar modo, dagli anni Sessanta per opera delle minoranze trozko-liberal, un’offensiva programmata volta a distruggere la Forma e l’Architrave, a sostituire la forza del Mito con quella disorganizzatrice dell’Utopia. Per decenni avete accettato senza battere ciglio un po’ di tutto: dalla sacralizzazione laica dell’antifascismo al baratto delle gite scolastiche da Barcellona ai Lager, dalla criminalizzazione del vir alla colpevolizzazione del maschio, dal pacifismo al femminicidio.
Tutta la verticalità è andata distrutta ed è anche colpa vostra, non siete innocenti. Cosa volete ora? Adesso che avete lasciato che li rimuovessero tutti, su quale piedistallo potete assestarvi per contrastare la discesa gender? Spiegatemelo perché io non lo so. L’indignazione di chi dice “no, ora è troppo” non ha mai avuto né mai avrà alcun effetto, tranne che sui nervi di chi s’indigna. Ci dovevate pensare prima, molto prima, quando avete permesso ogni cosa, quando avete lasciato arrestare e condannare chi parlava in modo scorretto, quando avete permesso che si calunniassero i virtuosi e accettato che i vostri figli si bevessero quelle calunnie. Quando avete sostituito l’etica con i codici moralisti e avete trasformato la famiglia che pretendete di salvare dal nucleo cardine di una società patriarcale di un tempo all’atomo castrante e matriarcale in cui vivete oggi orizzontali, salvo magari poi interromperla per rottura di contratto della ltd. A resistere non cela farete perché siete diventati ogm anche voi. Disposti al sacrificio? Se però credete che ci si debba battere comunque, pur senza alcun programma, alcuna forza, alcun alleato (nemmeno il Vaticano e la Cei!) allora vi chiedo: fino al rogo escluso? Non avete dalla vostra nemmeno il Papa che tiene il profilo assai basso in materia e che, mentre voi vi preoccupate del futuro dei vostri figli, si espone in prima persona a favore dell’invasione che è l’altra faccia della destrutturazione. Non avete più alcun appiglio, siete soli contro tutti. Se pensate di poter contrastare il disegno del gender voluto da tutte le oligarchie occidentali, nessuna esclusa, dovete essere pronti a perdere il lavoro, ad andare in galera, a farvi perseguitare. Non in dieci o in cento, però, ma tutti quanti siete, altrimenti non funzionerà. Dite che sabato eravate un milione: avrete almeno settecentomila figli che vanno a scuola. Siete disposti, ora, subito, a toglierceli e a rifiutare d’iscriverceli di nuovo finché non avrete vinto la vostra battaglia? Siete capaci di farlo? Sì o no? Perché se cercate soluzioni ragionate, ipotetiche, sfumate, mediate, allora signori e signore di che stiamo a parlare? Non serve a nulla Siete felici e orgogliosi dell’ora d’aria di massa di cui avete goduto sabato pomeriggio a Roma ma, se non passate allo scontro reale, se non mettete in crisi l’istituzione che volete impedire sia genderizzata, non avrete fatto che un piacere all’oligarchia sovversiva contro cui protestate. Essa sa bene quello che non dovreste ignorare neppure voi. La prima manifestazione eccitata in risposta a dei provvedimenti scandalosi presenta sempre il massimo della forza che è in grado di mobilitare; col tempo la mobilitazione scema. Lo si è visto chiaramente nelle ben più consistenti Spagna e Francia. L’unico risultato che la folla anti gay ha ottenuto colà è stato che, in aggiunta ai matrimoni e al gender mantenuti e controfirmati da tutti i partiti, FN compreso, Parigi ha tolto il latino e il greco dall’insegnamento pubblico. Nessuno si batterà al posto tuo Sapete cosa accadrà se non rischiate il tutto per tutto? Vi prenderanno in giro rivedendo i programmi gender nelle scuole, ma li perfezioneranno. Dopo di che la sola soluzione che vi rimarrà sarà d’iscrivere i vostri figli in qualche carissima scuola clericale che ignorerà il programma. Tutto qua. A meno che non togliate subito i vostri figli dalla scuola, tutti, disposti a far perder loro uno o due anni di scolarità e di rischiare voi stipendi e carriere. Altrimenti ricordatevi che non c’è nessun Dio che prenda le armi al posto di chi anziché battersi prega. Sabato è già lontano, se non siete disposti a giocarvi il tutto per tutto, sappiate che quelli che pensate di avere sfidato ridono di voi e ne hanno ben donde.
Fonte: www.ilfrontista.org
Non condivido tutte le sue idee ma ha pienamente ragione!Chi ha marciato non ha il senso di chi deve combattere e cosa farà quando dovrà scontrarsi con i fratelli maggiori? Perché credo che quando si inizi una buona battaglia questo sia inevitabile.
Perfettamente ragionato su tutto il suo discorso, tranne su un punto che è fondamentale per un cristiano. Concordo su tutta la struttura logica del ragionamento tranne su una cosa FONDAMENTALE. Non è vero che “… non c’è nessun Dio che prenda le armi al posto di chi, anziché battersi, prega”. E’ esattamente il contrario. Il Dio dei cristiani E’ il Dio degli eserciti. Di quelli che prima pregano e poi combattono. E’ vero!! Se non ci muoviamo concretamente sul campo saremo sconfitti dal silenziamento delle nostre stesse proteste. Ma senza preghiera, Dio, il Dio degli eserciti, non è con noi. Non stenderà il suo braccio come con il popolo d’Israele in fuga dall’Egitto. Che ha vinto un esercito con la potenza di Dio. Camminando e pregando. Pregando e camminando. Non combattendo con le loro forze…. Poiché al punto in cui siamo arrivati, le forze sono ridotte al minimo. Umanamente sono poche o nulle. Ma solo con Dio davanti a noi possiamo vincere. Diversamente…. non abbiamo solo perso. Siamo letteralmente morti che camminano.
Questo articolo dice cose giuste.
A quella manifestazione c’ero anche io.
Mi domando però se quelli a cui predicava Nostro Signore erano tanto diversi da quelli riuniti sabato a San Giovanni.
Questa è una guerra. E va combattuta.
Mi vengono sempre in mente le parole del testamento di Mussolini:
“Nessuno che sia un vero italiano, qualunque sia la sua fede politica, disperi nell’avvenire. Le risorse del nostro popolo sono immense. Se saprà trovare un punto di saldatura, recupererà la sua forza prima ancora di qualche vincitore. Per questo punto di fusione io darei la vita anche ora….”
Sotto il video:
https://youtu.be/E4wLYxUXq4Y