Segnalazione Quelsi
Disgusto e ambienti di sinistra, in Italia sono ormai sinonimi. C’è chi ricicla denaro sporco e chi ex brigatisti rossi e delinquenti. Ormai si sprecano i casi di ex brigatisti rossi, invasati, teste calde e rivoluzionari del nulla cui la società italiana – non tutta la società italiana, per fortuna – ha perdonato tutto. Ovunque ci fosse da infettare – giornali, università, fondazioni, istituti di ricerca, musei, TV, anche di Stato – loro sono arrivati, contando su complicità insospettabili. L’ultimo scandalo arriva dalla Puglia, dove la Biblioteca Comunale di Bitonto, nel barese, sarà il regno di un ex brigatista rosso. “Era nel commando che uccise il generale Giorgieri, ora Bitonto gli affida la biblioteca”, così l’articolo di Mauro Denigris di Resto al Sud.
Nella sua corrispondenza il giornalista ricorda le vicende della biblioteca bitontina, da tempo al centro delle polemiche e la cui gestione è stata affidata “attraverso una gara d’appalto” all’Istituto Luigi Sturzo di Roma. Luogotenente in Puglia dell’Istituto Luigi Sturzo – che a Bitonto è presente con tutta una serie di progetti – sarà “Fabrizio Melorio, ex componente delle Brigate Rosse Unione Comunisti Combattenti e processato per l’omicidio del generale Licio Giorgieri”.
Un altro degli ex brigatisti in carriera, come Claudia Gioia – ricordata nell’articolo – e Barbara Balzerani – “processata per l’omicidio del poliziotto bitontino Michele Tatulli” – che sempre a Bitonto presentò un libro. E che dice il sindaco di Bitonto? Tace, ricorda Denigris.
Il sindaco di Bitonto è Michele Abbaticchio, sulla poltrona cittadina dal 2012. Le agiografie ricordano che ai tempi si candidò contro PD e PDL, ma che, in fondo, lui è di “chiara estrazione culturale di centro-sinistra”. Un filo rosso che lega la città barese a Roma, con quell’Istituto Luigi Sturzo, dove è di casa, ricorda ancora Denigris, anche Claudia Gioia “condannata per l’assassinio di Giorgieri e, dopo essere tornata in libertà, nominata consulente del Museo di Arte Contemporanea di Roma”.
Curiosando fra gli archivi dell’Istituto Luigi Sturzo, abbiamo rinvenuto una scheda con i profili dei docenti dei corsi di Alta Formazione organizzati in collaborazione la TIA, associazione con sede a Roma e con interessi nella “formazione internazionale”. Tra i profili, quello dei due ex brigatisti rossi, mentre dell’archivio on line dell’istituto fa ancora parte il programma dei corsi tenuti dai due e non solo dai due :
“Fabrizio Melorio. Responsabile dell’Area Formazione e Sviluppo dell’Istituto Luigi Sturzo. Da più di dieci anni si occupa della progettazione e della gestione di progetti europei a finanziamento diretto e indiretto. In questa veste ha ricoperto anche funzioni consulenziali per importanti enti pubblici e per imprese private”. E ancora: “Claudia Gioia. Consulente settore arte contemporanea. Progettazione culturale e alta formazione. Curatrice di importanti mostre di arte contemporanea presso musei pubblici e fondazioni private; pubblica cataloghi e saggi sull’argomento. Sviluppa progetti di valorizzazione culturale a valere sulle programmazioni comunitarie, nazionali e su quelle delle fondazioni bancarie e di impresa. Esperta di programmazione e valutazione delle attività formative riferite al settore culturale”.
Nel curriculum di Claudia Gioia, oltre all’arte contemporanea, c’è, accanto al delitto Giorgieri, il ferimento dell’economista Antonio Da Empoli e un processo per il delitto Moro. Ma lei è lei, già a proprio agio nella Roma veltroniana, di quando al MACRO, il Museo d’Arte Contemporanea di Roma, regnava Danilo Eccher, dal 2001 al 2008 primo direttore del museo con Walter Veltroni al Campidoglio, sindaco di Roma dal 1° giugno 2001 al 13 febbraio 2008.
Nel 2002 al MACRO arrivò Claudia Gioia, operandovi fino al settembre 2008 come collaboratrice dell’ufficio mostre per il “coordinamento delle mostre e cataloghi”. Nel 2000 intanto era stato l’Istituto Luigi Sturzo a spalancarle le porte per la “realizzazione di corsi di alta formazione sui temi della progettazione culturale e dei finanziamenti europei per la cultura ed arte contemporanea”. Sempre nel 2000 Claudia Gioia sbarcò come consulente al Ministero per i Beni e le Attività culturali dove dal 1998 c’era come ministro Giovanna Melandri dei DS – oggi al timone del MACRO –, rimanendovi anche dopo, fino al 2008, sotto i governi di qualunque colore. E l’attività come docente a Perugia e, ancor prima, la collaborazione con la rivista Cinema Nuovo, diretta da Guido Aristarco, con l’Associazione Sistema Museale della Provincia di Ancona, con l’Ismeri Irs Europa di Roma e Milano per la valutazione di alcuni progetti su “mandato del Ministero del Lavoro”.
Del consiglio d’amministrazione dell’Istituto Luigi Sturzo – consiglio dove lo scorso maggio, come ricorda una cronaca de Il Tempo di Roma, sono volate botte da orbi con pugni e schiaffi – fa parte Enrico Giovannini, ex presidente Istat ed ex ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali del governo Letta, mentre fra i nomi del Comitato d’Indirizzo spiccano quello di Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio ed ex ministro per la Cooperazione Internazionale e l’Integrazione del governo Monti, nonché quello di Ugo De Siervo, ex presidente della Corte Costituzionale che Matteo Renzi avrebbe voluto al Quirinale.
Per ironia della sorte nel 2006 Claudia Gioia curò per il Museo d’Arte Contemporanea del Sannio di Benevento – quell’anno con la direzione scientifica della stagione espositiva nelle mani di Danilo Eccher – la mostra “Ai confini della realtà”. Un titolo che ben s’adatta a certi ambienti italiani, non ultimo l’Istituto Luigi Sturzo, dove tutto è possibile, niente improbabile.
Se due ex brigatisti rossi sono riusciti ad aprire così tante porte, c’è speranza anche per gli altri.
Stefania Elena Carnemolla | luglio 18, 2015 alle 8:59 am | Etichette: brigatisti, Claudia Gioia,Giorgieri, ipocrisia della sinistra, Michele Abbaticchio, rossi | Categorie: Giustizia e Società | URL: http://wp.me/p3RTK9-9M7
Posso solo dire, come studioso e direttore di una biblioteca, che non lo chiamerò mai “collega”.