Segnalazione Quelsi
L’ex Deputata Luxuria lancia il Gay Pride a Matera: “Tutti i sessi portano ai Sassi”. Matera, innalzata dall’Europa a Capitale della Cultura 2019, i Sassi, patrimonio UNESCO dal 1993, vilipesi da una rima, rigorosamente baciata, che più di cattivo gusto non poteva essere.
Ma, poi, non era meglio “Tutti i generi portano ai Sassi?”. Certo non avrebbe fatto rima ma la parola “sessi”, che indica il corredo genetico, l’insieme di caratteri biologici e fisici che producono il dualismo maschio/femmina, forse contrasta un po’ con le battaglie della comunità lgbtqi.
Invece, “lgbtqi correct” è stata lo sponsor della mozione Polese, Avv. Rapolla, candidata nella lista proprio di Polese, Socialist&Democrats, ed esponente dell’Arcigay lucana. Anche se la teoria gender non esiste, nel suo post l’aspirante Consigliera comunale abolisce i generi grammaticali. E così le parole “tante/i altre/i” diventano “tant* altr*”. Sarà anche primaver* lucan*, ma speriamo di non finire come la Libia. Durante quella araba, nessun’associazione per i diritti lbgtqi si è scandalizzata per gli eccidi compiuti dagli estremisti islamici ai danni della loro comunità.
Entrambe rendono merito al promotore della mozione, Polese, che, però, non riesce a tenere ferme le proprie posizioni e pur di salire alla ribalta nazionale espunge dal testo della suddetta mozione proprio le criticità che noi avevamo messo in rilievo: corsie preferenziali per l’inclusione lavorativa delle persone lbgtqi; gli ingenerosi, oltre che falsi, giudizi nei confronti della Regione Basilicata ed la passiva accettazione delle iniziative dell’Arcigay lucana, che scompare dal corpo dell’atto. Troppo evidenti le speculazioni e le ‘marchette elettorali’ che, in questo modo, il Consigliere Polese ha fatto pagare all’intero Consiglio.
Adesso ci auguriamo di vedere Polese al Gay Pride materano. Ovviamente, se De Magistris ha sfilato a quello napoletano con dei vistosi orecchini rossi, ci aspettiamo qualcosa di più dal giovane delfino del Presidente.
Redazione | luglio 31, 2015 alle 4:02 pm | Categorie: Uncategorized | URL: http://wp.me/p3RTK9-9NL
Il problema del genere maschile femminile o altro, è di natura fiscale. È l’agenzia delle entrate che deve essere denunciata per omofobia essendo tale ente che rilascia il codice fiscale. In tale codice una persona alla nascita viene discriminata in maschio o femmina in base a un numero, se ti dichiarano maschio viene inserito il tuo giorno di nascita che va da 1 a 31, se vieni dichiarata femmina al tuo giorno di nascita viene sommato il numero 40.