di Matteo Castagna
Inizia oggi una collaborazione, gratuita come tutti gli altri, con Agerecontra.it l’ex tesoriere del Partito Radicale, convertito al Cattolicesimo, Danilo Quinto, che nel corso di quest’estate è divenuto primariamente un amico. Si tratterà di articoli scritti appositamente per noi, che saranno d’argomento politico e catalogati nella categoria “politica” del sito. Con lo stile graffiante e senza peli sulla lingua, che lo contraddistingue (come del resto anche questo sito!) Danilo Quinto fornirà delle sue analisi d’attualità politica, sapendo che alla base della stessa c’è la consapevolezza della crisi nella Chiesa e nell’Autorità e che la linea dottrinale e la visione ecclesiale del nostro Circolo “Christus Rex” è saldamente sedevacantista. Ma a lui, questo non dispiace affatto…
di Danilo Quinto
In questo Paese cialtrone e ridotto a brandelli – che non s’indigna neanche se il suo patrimonio culturale viene affidato da un Governo incapace a stranieri provenienti da genie che nei secoli passati l’hanno saccheggiato delle sue più grandi opere – s’intersecano i destini e gli itinerari politici del Ministro dell’Interno e del Segretario della CEI.
Che quest’ultimo stia diventando, giorno dopo giorno, un protagonista della vita politica italiana, è fuori discussione. Con il suo bagaglio culturale comunista, mena fendenti a «destra» e a «manca». Il primo bersaglio è stato Angelino Alfano – immarcescibile Ministro della Terza Repubblica, da otto anni in sella, passando con disinvoltura per Berlusconi, Letta e Renzi – «reo» di non accogliere abbastanza l’invasione musulmana. Il paradosso è che proprio Alfano ha eseguito, due anni fa, dopo i fatti di Lampedusa, la linea dettata da Bergoglio, con l’operazione «Mare Nostrum»: in un anno, sono entrate nel nostro Paese 170mila persone, al costo di 9,5 milioni di euro al mese, ai quali vanno aggiunti le spese di mantenimento (vitto alloggi e sussidi), oltre gli «indotti», che il «Mondo di Mezzo» – compresi i suoi ambiti insospettabili – gestisce in tutt’Italia nella tolleranza e nella complicità generale.
Il Ministro dell’Interno, di fronte agli attacchi, non si scompone, anche perché sa che una parte consistente della CEI ha usato la sua «creatura» – il Nuovo Centro Destra, ora ridotto ai prefissi telefonici per quanto riguarda i consensi, come la popolarità del suo leader, ma saldamente ancorato alla gestione del potere – per fare fuori politicamente Berlusconi. Alfano incassa. Come faceva Jake La Motta. Con tutto il rispetto. Per La Motta, s’intende. Con tenerezza, afferma che «Siamo in un posto sicuro». Sbugiardato dai numeri – è del 165,5%, negli ultimi 10 anni, l’incremento dei furti nei negozi e nelle botteghe artigiane, il 77% dei quali restano impuniti, altissimo il numero dei fatti di sangue che restano senza l’individuazione dei colpevoli – e dalla paura degli anziani costretti a rintanarsi nelle loro case nelle periferie delle città. Da Ministro della Giustizia del Governo Berlusconi difendeva il reato di clandestinità – «alla base dell’azione del Governo in materia di sicurezza e immigrazione», diceva al Congresso dell’ANM il 7 giugno ’08, «vi è una precisa scelta politica: una lotta forte all’immigrazione clandestina» – per poi concorrere ad abolirlo, insieme al Ministro congolese del Governo Letta. Ora punta l’indice sulle responsabilità internazionali, ignorando – non nel senso che non lo sa, perché lo sa, eccome se lo sa – che «il» problema immigrazione ha una sola matrice: la tratta degli esseri umani. L’intero Governo e tutto il Parlamento italiano, insieme a tutti i leader dei partiti – anche di quelli europei (oltre, ovviamente, a quelli della CEI) – sa che le persone che pagano migliaia di dollari per imbarcarsi, si consegnano a organizzazioni criminali che hanno costituito un commercio che per loro costituisce la terza fonte di reddito, dopo la droga e le armi. Secondo il «National Intelligence Council» il traffico di esseri umani fa entrare a livello globale nelle casse della criminalità internazionale tra i 7 e i 13 miliardi di dollari l’anno. Quali politiche di prevenzione sono state attuate dal Ministro dell’Interno per impedire che l’Italia continui ad essere la base di transito di questo traffico? Quali risultati sono stati conseguiti al fine di smantellare la commistione tra le bande criminali internazionali e quelle italiane?
Anche Galantino, al quale interessano solo il pauperismo e la demagogia latino-americana – finchè il vento soffia in quella direzione, buon per lui – glissa su questi problemi, che stanno trasformando l’Italia e l’intera Europa in una colonia musulmana, con i nostri Santi Crociati che da lassù guardano attoniti. Alza il tiro indignato e individua il secondo bersaglio: la classe politica italiana, che paragona ad «un piccolo harem di cooptati e di furbi». Aggiunge: «Nessun politico dovrebbe mai cercare voti sulla pelle degli altri». Ancora: «Senza politica si muore, le società si disgregherebbero e la prepotenza umana dilagherebbe». Il peggio dell’antipolitica degli ultimi anni, insomma e, quel che più è grave, ammantato dalla dichiarazione solenne: «Se con parole ho potuto urtare la sensibilità di qualcuno, l’ho fatto per un’stanza che continuo a credere esclusivamente evangelica».
L’unica «istanza evangelica» che conosciamo è l’amore per la Verità, che dovrebbe indurre il segretario della CEI o a tacere o – se mai ritenesse di parlare – a dire come stanno le cose. Non è onesto intellettualmente indicare la politica come il male assoluto, facendosi di fatto portavoce di una cosiddetta società civile che ha ben più consistenti responsabilità della politica rispetto alla metastasi italiana: è calcolato in 160 miliardi di euro l’anno l’ammontare della corruzione in Italia e questo denaro deve pur circolare e circola, dappertutto, nella catena degli appalti, dei subappalti e degli affari in genere. Con quali «valori» si contrappone la società civile alla politica? Con quelli del malaffare?
Alla fine – siamo certi – Alfano e Galantino troveranno un punto d’incontro. Magari sui temi della vita e della famiglia. Il primo luglio 2011, nel suo discorso d’investitura a segretario del PDL, Alfano affermava: «Noi siamo quelli, Presidente, che hanno alcuni valori: la vita, da noi ci sono laici e ci sono cattolici, ma tutti pensano che la vita qualcuno la dà e qualcuno la toglie, e quel qualcuno non è il Parlamento! Da noi ci sono laici e ci sono cattolici, ci sono uomini coniugati e uomini separati. Ma tutti credono che il nucleo essenziale della società sia la famiglia composta da un uomo, da una donna che fanno figli e che facendo figli alimentano il destino di una comunità. E qui ci sono, Presidente, quelli che in Italia, anche nell’ultimo paese di periferia, rappresentano l’idea che la persona viene prima dello Stato, e che lo Stato non da i diritti alla persona: li riconosce. E noi siamo quelli che credono nella libertà di educazione, nella libertà di un papà e di una mamma di scegliere il modello educativo per i figli, attraverso una libertà di scelta in cui mai viene messo in dubbio il significato della scuola pubblica, ma in cui papà e mamma hanno la libertà di scegliere il modello educativo per i figli». Ora, i suoi parlamentari approvano il ddl sulla scuola, che contiene le norme d’insegnamento sul gender, trincerandosi dietro la negoziazione con il Governo del consenso informato; dopo la pausa estiva, troveranno di sicuro l’escamotage per concorrere all’approvazione del ddl Cirinnà sulle unioni civili, che prelude all’introduzione dell’utero in affitto e a tutte le altre leggi che mettono in discussione le norme divine. Galantino, considerate le sue posizioni, è sulla stessa lunghezza d’onda. I due, come se nulla fosse, a breve torneranno a stringersi la mano.
Faceva dire Leonardo Sciascia ad uno dei protagonisti de “Il giorno della civetta”: (…) e quella che diciamo l’umanità, e ci riempiamo la bocca a dire umanità, bella parola piena di vento, la divido in cinque categorie (…)».
Radio Spiedino 2 la vendetta …
Immancabile commento sarcastico ma schiumante di bile del solito invidioso. Caro Silvano, non finisce qui, i prossimi mesi porteranno ulteriori novità e lei resterà con il suo stuzzicadenti da refettorio d’oratorio in mano.
In effetti, almeno a Verona, è notorio che chi sfida Castagna e i suoi generalmente perde
Io faccio gli auguri a Danilo Quinto perché i veri conversos hanno una marcia in più quando lottano per la Buona Battaglia.E poi una persona che è stata nella tana del lupo conosce bene i lupi.Che Dio ti protegga Danilo.
Aggiungasi ,nelle notizie su immigrazione d’assalto, quel che si ventila in Austria e ripreso da Blondet.
So che a qualcuno Blondet è antipatico per la sua verve”complottista” ma a furia di intercettare notizie in giro, si coglie nel segno…
Orbene, quel che sembra mancare all’articolo ottimo di danilo Quinto, è l’informazione che dietro all’immigrazione d’assalto all’Europa vi sia la lunga mano di organizzazioni legatissime a banche straniere e ong alla Soros, tanto per intenderci. E ciò non dovrebbe meravigliare visto come gli Usa hanno gestito i paesi nordafricani e del Medio Oriente.
Ergo i vari quaquaraqua, siano essi paludati da “pastori” d’anime, siano in veste laica piddina o di fiancheggiatori opportunisti, sono semplicemente gli strumenti, o servi, di altrui poteri.
Andrebbero processati in una nazione dignitosa(che non è l’Italia)ed, in caso di riconoscimento di stato di guerra, giustiziati alla schiena.
“Non gli dispiace affatto” significa che la condivide?
Perché non lo chiede direttamente a lui?
Quel poco che ho imparato nel corso della mia vita, mi porta a dire che l’unica cosa che mi sento di condividere è il Vangelo, che tento di praticare giorno dopo giorno, con grande sforzo, ma anche umile tenacia. Basta?