Segnalazione Quelsi
by Andrea Asole
La riforma della Giustizia: è stata il cavallo di battaglia del centrodestra per anni: oggi è finita nel dimenticatoio, soppiantata da riforme del Senato e da leggi elettorali.
Nel frattempo nel Paese capitano storie come questa: un uomo di 46 anni sta passando nove anni della sua vita in carcere per via di una condanna per abusi sessuali sui figli. Peccato che l’uomo non abbia fatto nulla di tutto ciò: i figli avevano dichiarato il falso spinti dalla madre che voleva ottenere l’affidamento esclusivo dei figli nell’ambito della separazione e il tribunale di Brescia ha condannato l’uomo solo sulla base di queste dichiarazioni e nonostante il fatto che i periti da questo nominati non abbiano confermato gli abusi; inoltre contro l’uomo non vi era nessun altro tipo di prova se non le dichiarazioni dei figli. Il figlio maggiore, oggi ventiquattrenne, ha lasciato un memoriale, acquisito dall’avvocato del padre, in cui afferma che le dichiarazioni rilasciate furono indotte dalla madre. Ricapitolando: un uomo si è fatto nove anni di prigione sulla base di dichiarazioni senza alcun riscontro effettivo e senza che a nessuno sia venuto il sospetto di qualche manipolazione della madre (strano che in tribunale non ci abbia pensato nessuno, visto che il 94,2% delle denunce di abusi sui figli a carico del padre durante la fase di divorzio di solito è falso).
La legge italiana ammette la riapertura di caso qualora sorgano nuove prove, peccato che: 1. la riapertura del caso non sia automatica ma è comunque a discrezione di un pm; 2. anche qualora riaprissero il caso, la scarcerazione in attesa di nuova sentenza non sarebbe conseguenza naturale; 3. chi ridarà nove anni di vita persi a quest’uomo?
Oggi è capitato a lui, domani potrebbe capitare a qualcun altro, e sapere che nella nostra giurisprudenza un caso anche davanti a nuove prova non viene automaticamente riaperto ma serve comunque l’ok discrezionale di un pm è un qualcosa che allarma: anche se innocente o potenzialmente tale si è comunque nelle mani di un giudice, sebbene nelle sue mani e in galera, in quanto innocente, non ci si doveva proprio passare.
Uno dei tanti motivi per tornare a chiedere la riforma della giustizia.
Andrea Asole | settembre 15, 2015 alle 8:19 am | Etichette: giustizia, giustizia italiana,malagiustizia, riforma della giustizia | Categorie: Giustizia e Società, Italia, Politica ed Economia | URL: http://wp.me/p3RTK9-9Va