di Carola Parisi
Vince la protesta, il caso politico si accende
L’accoglienza dei profughi sta creando un tilt istituzionale in tutto il Paese. Una situazione contorta e senza soluzione che si sta rendendo sempre più evidente nella regione Veneto. I fatti di Quinto di Treviso, infatti, sono riusciti a creare una “coesione” politica paradossale: da destra e da sinistra, la reazione alla decisione dell’ormai ex prefetto, è stata identica. Fino a sfociare nella violenza. Da entrambe le parti.
Così, mentre qualcuno (non ancora identificato dalle autorità) dava alle fiamme televisori e decoder destinati ai migranti, un gruppo di ragazzi dei centro sociali, tra botte, insulti ed arresti, si scontrava con la polizia davanti al palazzo della Prefettura. Un nemico comune: lo Stato. Quello Stato che i prefetti del Veneto (e di tutta Italia), rappresentano a fatica cercando di portare avanti decisioni sempre più impopolari. E la consapevolezza che governare significa risolvere i problemi, non crearli, è venuta meno sotto il peso dell’emergenza.
La capienza dell’accoglienza si dilata di giorno in giorno, gli sbarchi si susseguono, continuamente sulle coste siciliane. Ma le province non sono alberghi e trovare soluzioni non impattanti e condivise col territorio diventa quasi impossibile. I prefetti sono in prima linea. E, dopo la protesta di Quinto, una testa è già caduta, quella di Maria Augusta Marrosu, a Treviso.
Proprio questa incapacità di comunicare tra istituzioni, porta dritta dritta a Quinto di Treviso. Un caso esemplare di questo tilt. La decisione del prefetto viene bollata come “folle”, “scellerata”. Da tutti, senza appello. I sindaci non vengono informati delle decisioni prese dal Ministero e messe in campo dai prefetti. Nessuno si sente in dovere di discutere una soluzione condivisa. Allora i primi cittadini, cercando di tutelare i propri cittadini, si mettono di traverso a colpi di ordinanze di sgombero. Perché, nel frattempo, i residenti in poche ore si ritrovano i profughi in casa. E, ovviamente, reagiscono. Il braccio di ferro è costante. Ma qualcuno, prima o poi, deve per forza cedere per sbloccare una situazione che somiglia sempre di più ad una grossa polveriera pronta ad esplodere.
Fonte:
Stanno ammazzando la nostra società, storia e cultura a colpi di immigrati. Abbiamo preso il “treno” per l’europa ora ci ritroviamo in africa.
“Un nemico comune:lo Stato…”
Anche un ministro incapace ed attaccato luridamente ad una poltrona che non gli compete sia per essere di un’esigua minoranza, sia per essere stato portato a livello superiore da un Berlusconi lasciato per ragioni politico/economiche che degradano senza remissione il soggetto !
Ma aldilà del soggetto ministro(tolto il quale ne arriverebbe un altro pure incapace) è l’ideologia sballata e senza senso del PD che provoca questi disastri e, FINALMENTE, la protesta dei cittadini italiani coordinati GIUSTAMENTE da soggetti “politici”.
Che sia Forza Nuova o Lega Nord, non interessa, basta che siano soggetti politici che hanno dimostrato veramente di difendere le radici culturali e storiche del popolo civile e non cretino.
La venetissima, Maria Augusta Marrosu, prefetto di Treviso!