di Luciano Lago
Il governo israeliano dimostra di essere molto preoccupato (e non lo nasconde) per la nuova situazione determinatasi in Siria con la cooperazione militare dell’asse Russia-Iran-Iraq-Siria.
L’intervento militare russo effettuato con i primi bombardamenti di ieri sulle posizioni delle milizie dei takfiri, ha segnato una nuova era negli equilibri del Medio Oriente: viene bloccato dai russi il piano dell’Amministrazione USA di rovesciare il governo siriano e di ridisegnare i confini di Siria ed Iraq in base agli interessi di USA ed Israele. Vedi : Il piano di balcanizzazione del Medio Oriente.
Il bombardamento effettuato dai caccia bombardieri russi ha colpito obiettivi dei terroristi localizzati nella zona di Homs che includevano centri di comando, magazzini di munizioni, veicoli e basi logistiche. Inutili le proteste degli USA che pretendono ancora di distinguere fra “terroristi buoni” (quelli definiti “moderati”) da “terroristi cattivi” (quelli dello Stato Islamico) ove la Russia e l’asse Iran-Siria-Iraq non operano queste sottili distinzioni e colpiscono tutti i miliziani takfiri che sono comunque armati dall’Occidente ed appoggiati più o meno apertamente da Turchia, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Qatar.
Le proteste della coalizione guidata dagli USA sono patetiche e rasentano il ridicolo, considerando che provengono dalle stesse potenze che hanno sostenuto ed armato i gruppi terroristi e causato lo spaventoso conflitto nel paese arabo.
Anche in Israele si guarda con molta preoccupazione agli avvenimenti e si prende atto della nuova situazione che, con l’arrivo in forze dei russi, ha mutato gli equilibri nella regione, non soltanto in Siria ma in tutto il Medio Oriente.
Di sicuro si considera che l’offensiva aerea scatenata dalla Russia segna un punto di svolta negli assetto del Medio Oriente: la Russia sta dimostrando con forza di essere la potenza principale nella regione; i governi degli stati della regione che avevano impostato la loro politica nella collaborazione con gli Stati Uniti presto saranno costretti a rivedere la loro politica e questo vale per Israele, per la Giordania, per l’Egitto e per la Turchia.
Non per nulla il governo iracheno è stato il primo a voltare le spalle agli USA ed a integrarsi nel nuovo centro di coordinamento per la lotta all’ISIS che è stato costituito proprio a Baghdad e questo è un segnale forte di sfiducia verso l’Amministrazione USA, uno smacco per Obama. Il governo iracheno sciita ha compreso quale fosse il vero piano degli USA, ha “mangiato la foglia” e si è associato ai russi per evitare la divisione del paese che l’Amministrazione Obama aveva già iniziato a prospettare come “soluzione definitiva”.
Israele è il paese più direttamente coivolto dalla nuova situazione strategica visto che perde la sua supremazia aerea nella zona e di conseguenza la libertà di colpire i suoi nemici (Esercito siriano ed Hezbollah) varcando i cieli della Siria. Questo determina una forte preoccupazione ed un rompi capo per gli strateghi sionisti, visto che adesso, nonostante tutti i loro sforzi profusi nel sostenere i gruppi terroristi anti Assad(quello di al Nusra in particolare) per rovesciare il governo di Al-Assad, non solo rischiano di trovarsi una Siria laica e nazionalista rafforzata militarmente dall’appoggio russo ma anche i reparti iraniani vicino alla loro frontiera che operano congiuntamente agli Hezbollah. Una vera iattura ed il fallimento della politica sionista di espansione in vista del progetto della “Grande Israele”.
In questo senso il ministro dell’ energía del governo di de Tel Aviv, Yuval Steinitz, ha affermato Martedì che “tutto quello che sta accadendo preoccupa Israele” , e questo si era capito.
“Nessuno vuole vedere forze russe nella zona delle Alture del Golan e, tanto meno, vogliamo vedere le forze iraniane”, ha aggiunto l’esponente israeliano.
Inoltre il ministro ha sostenuto che le preoccupazioni di Israele, circa un rafforzamento delle forze iraniane nella zona direttamente ai suoi confini, sono state manifestate con gli USA e le altre potenze occidentali.
Alcuni giornali israeliani come il “Maariv” hanno sostenuto che vi fosse un accordo di coordinamento con la Russia deciso da Netanyahu nel suo incontro con il presidente Putin ma questo è stato poi smentito.
In Israele si osserva che i preparativi militari della Russia non si limitano alla Siria ma sono estesi anche all’Iraq dove è stato costituito un centro di coordinamento tra i paesi interessati e questo desta preoccupazione in Israele che aveva puntato su una eventuale stato curdo separato dall’Iraq alla cui realizzazione gli israeliani fornivano appoggio e sostegno concreto.
La situazione paradossale è quella che si troveranno ad operare nella regione due centri contrapposti, quello diretto dai russi da Baghdad che vuole annientare le milizie tertoriste dell’ISIS e quello diretto dagli americani ed israeliani dal nord di Amman, che vuole appoggiare le milizie terroriste (moderate) per rovesciare il governo siriano, con forti possibilità di conflitto tra le forze in campo.
base russa latiaka
L’intervento russo ha sparigliato le carte e smascherato il doppio gioco degli americani che adesso cercano pretesti per frenare l’iniziativa russa. Tuttavia le argomentazioni utilizzate da Obama e da John Kerry, il segretario di Stato americano, non sono convincenti e provengono da una Amministrazione che ormai ha perso qualsiasi credibilità agli occhi dei vari governi della regione, come dimostrato dal cambio di atteggiamento anche dell’Egitto (il più importante paese arabo) il cui presidente ha dichiarato inaspettatamente di voler sostenere il governo di Al-Assad che gli americani ed israeliani vorrebbero morto.
Gli esperti israeliani hanno comunque osservato che l’accumulazione militare russa sta assumendo dimensioni molto maggiori di quanto si immaginava e sta superando tutti gli sforzi di coordinamento di USA ed Israele nella regione.
Adesso il quadro è cambiato e, come si dice a Roma, le chiacchiere stanno a zero, la parola passa ai caccia bombardieri ed ai sistemi d’arma. La campana a morto ha iniziato a suonare per i miliziani dell’ISIS ed i loro sostenitori occulti e palesi.
Erano due anni che, per vari motivi, non bazzicavo da queste parti. Condivido tutto quello che è scritto in questo articolo. Come mi è capitato già in passato, venire in questo sito è come respirare una boccata d’ossigeno dopo tutte le menzogne e le ipocrisie che mi tocca ascoltare da parte dei mezzi d’informazione ufficiali. Finalmente abbiamo qualcuno che l’ Isis lo combatte sul serio. Ringrazio tutta la redazione di Christus Rex per la buona battaglia della Fede che continua a portare avanti. Un saluto anche a Mardunolbo, più vitale e combattivo che mai.
Albino
La terza Roma si muove.
Buon per i cristiani.
terza Roma mica tanto. Premesso che meglio loro degli usraeliani, ricordiamo che i russi sono anticattolici dichiarati in quanto scismatici. Inoltre non staranno certo a cavillare tra “buoni” e “cattivi” all’interno della nato. A Fatima è stato affermato chiaramente che la Russia ci castigherà.
Il castigo per il momento è morale ed è ben meritato. Io conosco bene la profonda devozione del popolo russo per la Madre di Dio e questo mi dà fiducia.
Comunque la Russia non permetterà mai a chicchessia, anche ai suoi alleati attuali, di torcere un capello allo Stato Israeliano.
Nostra Signora di Fatima vuole la conversione della Russia che Le è stata affidata da Gesù. Per ora siamo a qualche sintomo dalla sua (Russia) parte, dovendo occupardi della difesa di quel che resta della Cristianità. Israele sa che se rispetta quel che fa Putin ci guadagna. Netanyhau è suo nemico, ma non è fesso né suicida, come il resto del branco.
“la Russia non permetterà mai a chicchessia…..di torcere un capello allo stato israeliano.”
Ma guarda, c’è un’altra tesi geopolitica che non conoscevo…Pensavo fossero solo gli Usa i difensori di Israele, date le lobbies varie che là comandano e dato che foraggiano annualmente Israele di milioni di dollari.
Da quel che so Putin ha un buon rapporto con gli ebrei, ben presenti anche in Russia, ma non è particolarmente “dedicato” ad Israele.
Tanto che proprio recentemente a negato alla setta dei Lubavitch la “restituzione” dei beni sequestrati in Russia durante la Rivoluzione bolscevica.
Motivo? Ormai erano opere assimilate e valorizzate in un museo e dunque appartengono al popolo russo…